venerdì, Ottobre 04, 2024 Anno XXI


..e diventeremo tutti autotrasportatori !!

A fine novembre i tassisti della Capitale hanno bloccato le zone del centro, della stazione e dell’aeroporto di Fiumicino.Praticamente tutta Roma.
Nessun arresto, nessun fermo, nessuna rimozione di veicoli.
Al contrario, grande disponibilità dell’Amministrazione comunale che nel giro di pochi giorni ha chiuso un’estenuante trattativa.
Bloccare, evidentemente, paga.
In queste stesse ore l’Italia intera, da nord a sud, da est a ovest, è bloccata dallo sciopero dell’autotrasporto pesante il quale non si accontenta di danneggiare di suo, impedendo gli approvvigionamenti di generi di prima necessità e provocando il rapido esaurimento del carburante nei distributori, tanto per mandare a piedi gli ignari cittadini, ma impedisce la libera circolazione sulle strade e sulle autostrade.
Timidamente si parla di precettazione, ma i sindacati di categoria vengono tranquillamente ricevuti dal Governo come se nulla fosse e nessun provvedimento restrittivo ci risulta sia stato concretamente adottato.
E tutto questo per tacere di un Senatore della Repubblica che si permette di sobillare la piazza al grido “il popolo aspetta solo il momento per attaccare”, grido che certo può essere interpretato in molti modi, anche se pensare che quelle da attaccare siano le palle all’albero di Natale appare l’ipotesi più innocente, ma la meno credibile.
Chiudete gli occhi un momento.
Immaginate che queste stesse azioni siano colorate con le sciarpe dei tifosi.
Che un gruppo di tifosi blocchi Piazza Venezia, l’aeroporto di Fiumicino, la Stazione Termini, o si metta in fila in trasferta in un lungo corteo lumaca impedendo la circolazione autostradale.
Immaginate il blocco dei cancelli dello Stadio.
Immaginate il predetto grido senatoriale urlato contro una curva avversaria, la stessa, identica, minaccia di aspettare solo il momento per attaccare.
Ora riaprite gli occhi.
Ditemi, in sincerità, se credete davvero che la reazione delle Istituzioni e dei mass media sarebbe la stessa di pacata comprensione che ha accolto e accoglie tutt’ora i blocchi stradali e le grida senatoriali.
Io mi permetto di dubitarne.
Se anche voi ne dubitate vuol dire che questo Paese ha perso il comune senso della legalità.
Che quello che è illegale per qualcuno è lecito per qualcun altro, e viceversa.
Noi non facciamo blocchi, di nessun tipo.
Noi non minacciamo attacchi a nessuno.
Ci sottoponiamo mansueti e rassegnati a perquisizioni e ci facciamo sequestrare senza fiatare le bottigliette d’acqua, gli accendini e gli stendardi per festeggiare la nascita di un cucciolo romanista, o per dire alla mamma che ci siamo anche noi.
In nome della legalità.
In nome della pacifica convivenza civile.
Ma siamo tifosi, l’allarme sociale del momento.
Forse dovremmo iscriverci, invece che ad un gruppo o ad un’associazione di tifosi, ad una bella, fantasiosa, sigla di autotrasportatori.
Ci darebbero retta, ci riceverebbero a Palazzo Chigi e non ci torcerebbero un capello.
Terremmo in ostaggio l’Italia intera e ce ne vanteremmo.
Uno striscione esposto un lunedì ci consegnò alla Storia.
Diceva “SIAMO TUTTI PARRUCCHIERI”.
La prossima volta dovremmo farne un altro:
“SIAMO TUTTI AUTOTRASPORTATORI”.
E famo come ce pare…