mercoledì, Ottobre 02, 2024 Anno XXI


Angelo è un tifoso della Roma. La sua vita è normale: casa, oratorio e curva sud. Non è un ultrà. A casa sua non si è mai parlato di calcio. Ma a lui, per qualche ragione, è scoppiato questo amore nel cuore. Gli capiterà altre volte nella vita, forse è predisposto.
Angelo è un ragazzo come tanti altri. Allegro, spensierato. Va bene a scuola. Si diploma con ottimi voti e si mette a caccia di un lavoro. E’ importante trovare un lavoro. Poi, semmai, ci si può iscrivere all’università. Questo gli hanno insegnato.
L’estate della maturità Angelo decide di andare a fare il cameriere. E’ un’estate torrida. I turisti stranieri riempiono le strade di Roma, e vanno a mangiare la pizza alle 18:30. I romani la pizza la mangiano pure all’una di notte. Ma Angelo non sente la stanchezza. Lui ha un obiettivo.
Finisce l’estate e Angelo con il sudore versato attorno ai tavoli di una pizzeria romana riesce a coronare il suo sogno. Acquistare la sua prima reflex.
Lavorerà in uno studio commerciale e studierà per i concorsi pubblici, Angelo. Finalmente ne vince uno. Quello che rimane impresso nella mente di Angelo è lo sguardo di suo papà quando arriva a casa il telegramma di assunzione. Sembra ringiovanito di 10 anni il papà, ed Angelo si prende il merito di questa cosa.
E’ un bel lavoro. Si viaggia spesso, si conosce il mondo. Angelo ha un altro sogno. Andare a lavorare in America, a New York..
E’ tenace Angelo. Tenace e cocciuto. Lui vuole arrivarci da solo. Non gli interessa la politica e rifiuta ogni tipo di sigla sindacale. Lui è un convinto idealista. E’ un giusto. Ed è certo che prima o poi qualcuno si accorgerà di quanto vale.
Impiega 16 anni a coronare questo sogno. Ormai è un uomo. E’ sposato… ha dei figli.
La vita nella Grande Mela gli riserva gioie e dolori.
Tanto per cominciare Angelo si trasferisce 2 settimane prima del 17 giugno 2001. Gli sembra una beffa. Trascorrerà quel magnifico giorno a correre per Manhattan con addosso la Sacra Maglia.
Poi deve cercare casa… organizzare il trasloco, accogliere il resto della famiglia che arriva a fine agosto.
I primi di settembre sembra essere andato tutto in ordine. L’attesa è per l’esordio della sua amata Roma in Champions League. L’appuntamento è fissato per l’11 settembre… l’11 settembre 2001.
Angelo ha ancora i brividi quando ripensa a quel giorno. Al suo arrivo in ufficio, alle 9 di mattina.
Dove sono tutti? Nella stanza del direttore, davanti alla TV.
Trascorrono i mesi… gli anni. Angelo mette da parte i soldi per acquistare una casa a Roma,. Ma il destino ha in serbo una sorpresa per lui. Un imprevisto, un maledetto doloroso imprevisto lo priva della sua famiglia. Sua moglie e i suoi figli devono rientrare in Italia. Lui non può. Bisogna guadagnare il denaro sufficiente ad acquistare la casa.
New York non è più un sogno. Diventa un incubo. Angelo ogni 15 giorni trascorre un fine settimana a Roma. 17 ore di volo e 6 di fuso orario sono il prezzo che deve pagare per trascorrere poche ore accanto ai suoi cari.
In quei mesi, lunghi e interminabili, Angelo conosce il sito CoredeRoma. Conosce il Muro. Si iscrive. Legge e partecipa alle discussioni che vi si svolgono. Entra in punta di piedi. Con educazione; non conosce le regole… cerca di capire. Poi tutto viene naturale.
Ma cos’è il muro per Angelo? E’ la sua comitiva. Lui che è solo, e non ha voglia di socializzare per le strade di Manhattan. Lui che vuole solo tornare a Roma, ma non può, trova l’unico conforto in un bar virtuale dove prendere una birra e fare due chiacchere con gli amici.
Ma quali amici? Angelo non sa nemmeno che faccia abbia questa gente.
Eppure, questi strani personaggi senza volto hanno aiutato Angelo a comminare per un anno intero. Loro non lo sanno, ma gli hanno restituito il sorriso. Lo hanno fatto sentire vicino a Roma. Inconsapevolmente.
Passa un anno. Lunghissimo. Angelo capisce che è giunto il momento. Chiede e ottiene di essere trasferito a Roma. Ora il denaro è sufficiente. Lui non dimentica. Sente il bisogno di dirlo ai suoi nuovi amici. Angelo è fatto così. Se una cosa gli entra nel cuore, non esce più.
Quello che lo colpisce sono le felicitazioni sincere ricevute da un altro esule senza volto. Un oscuro personaggio che trascorre le sue giornata vicino al circolo polare artico, sognando Roma.
Sono passati degli anni. Angelo ormai è vecchio (ma neanche tanto). E la vita dei vecchi è scandita da gesti consueti, abitudinari. Uno di questi è dedicato ai suoi amici senza volto. E’ dedicato a cazzeggiare e a sentirsi ragazzini. E’ dedicato alla sua Roma, che lui ama tanto. E lui questo amore vuole condividerlo con i suoi amici, quelli del bar, sorseggiando una birra.
Angelo un giorno si sveglia e decide di andare al bar. Deve parlare con i suoi amici della Roma, che in questo momento è un po’ in difficoltà.
E’ strano… l’indirizzo è sempre quello… (www.corederoma.it) ma al posto del bar, per qualche strano motivo, c’è una discoteca. Angelo odia le discoteche. Un po’ perché non gli piace la musica che vi si ascolta (a lui piace ascoltare Elvis…). Ma anche perché in discoteca non si parla. Si urla.
I suoi amici non ci sono. C’è altra gente… gente che non ascolta, che prevarica, che offende, che cerca di stupire il prossimo con frasi o affermazioni ad effetto. C’è gente maleducata, gente arrabbiata. Gente che un giorno dice una cosa e il giorno dopo l’esatto opposto. Gente che non ha voglia di scherzare. Gente ingrata e irriconoscente. E’ la generazione di quelli che vogliono tutto e subito.
Di quelli che oggi ti lodano e domani, se non servi più, ti buttano.
E’ spaesato, Angelo. I suoi amici se ne stanno andando… uno dopo l’altro. Ma lui non vuole arrendersi. Resta attaccato a quel muro. E li aspetta. Vuole riavere il suo bar. E’ disposto a ricostruirlo con le sue mani, mattone dopo mattone, insieme ai suoi amici.
E ci riuscirà, statene certi… come è riuscito a comprarsi la sua prima reflex e come è riuscito ad andare a New York.
E’ n’osso duro sto nonnetto…

Elvis