mercoledì, Ottobre 30, 2024 Anno XXI


Quando lascia un Capitano la gente dovrebbe accorrere in massa alla sua ultima partita.
Quando lascia un Capitano lo Stadio intero dovrebbe alzarsi in piedi ad applaudire senza sosta.
Quando lascia un Capitano i suoi tifosi dovrebbero avere le lacrime agli occhi.
Quando lascia un Capitano ci dovrebbero essere ovunque striscioni di saluto e di ringraziamento da tramandare alla Storia.
Domenica 24 maggio 2009 Paolo Maldini ha giocato nel Suo Stadio la Sua ultima partita in serie A.
Oltre 640 partite in serie A con il Milan per un totale, comprese le Coppe, di più di 900.
Tutte con la stessa maglia, quella con la quale è cresciuto.
8890 giorni con una sola maglia cucita sulla pelle.
Una carriera felice, coronata da tanti successi.
In altri tempi si sarebbe detto: una bandiera.
Un avversario leale, un avversario da ammirare.
Da battere sapendo quanto è forte.
Un avversario per il quale domenica i giocatori dalla Roma, e il fatto mi riempie di orgoglio, hanno indossato una maglia speciale con su scritto «Grazie Paolo Grande Capitano».
Domenica una parte dei tifosi milanisti ha deciso di contestare pesantemente Paolo Maldini e la sua società.
Esponendo striscioni offensivi, insultandolo coi cori e travolgendolo nella contestazione alla sua società per una stagione appena al di sotto delle loro aspettative.
Che sono quelle di vincere sempre e comunque.
A qualunque costo.
«Fatti loro», dirà qualcuno.
«Noi siamo diversi», aggiungerà qualcun altro.
Io ci credo. Voglio crederci.
Voglio credere che il nostro amore per la nostra maglia e per le nostre bandiere sarà sempre più forte di tutte le contestazioni, per quanto giustificate siano.
Voglio credere che in un futuro lontanissimo, quando il nostro Capitano giocherà la sua ultima partita, non ci saranno contestazioni, né per lui, né per la Società. Qualunque Società ci sarà allora.
Il paragone tra Paolo Maldini e Francesco Totti è sotto gli occhi di tutti e nell’abbraccio tra Paolo e Francesco ieri abbiamo vissuto il passaggio di un testimone.
Il passaggio del testimone tra due bandiere del calcio, seppure di squadre avversarie.
Domenica nel vedere quelle immagini mi sono commosso, lo confesso.
E nel sentire i cori, nel vedere gli striscioni di contestazione, un brivido gelido e maligno mi ha percorso la schiena.
Io ho scritto da tempo il mio testamento biologico di romanista.
Domenica sera vi ho aggiunto una postilla.
«Se nel giorno dell’ultima partita del Capitano, di Francesco Totti, ci sarà una contestazione come quella che i tifosi del Milan hanno vigliaccamente preparato per Maldini, staccatemi la spina di tifoso romanista.
Lasciatemi cullare nel mio oblio.
Non me lo fate vedere.
Perché quel giorno, se mai dovesse essere così, e prego Iddio che non accada mai, vorrà dire solo una cosa.
Che NOI siamo diventati come LORO
».
E sarebbe davvero troppo per il mio stanco cuore romanista.