domenica, Settembre 22, 2024 Anno XXI


Due persone, una accanto all’altra sedute allo Stadio dei marmi, in attesa di entrare al Tempio, con una busta di panini con cotoletta e due bottigliette di plastica piccole, una con acqua e l’altra con vino bianco, rigorosamente delle sue vigne.
Una di quelle due persone sono io, l’altra siete VOI (*).
Voi siete un «omone» di 72 anni, agricoltore da una vita, una persona semplice, che non ha voluto seguire il progresso, ma che è rimasta attaccata ai principi della vita di «una volta».
Prima di tutto viene la famiglia, poi il lavoro, dal lunedì mattina alla domenica sera. Niente ferie né giorni di riposo.
Le stalle da pulire, gli animali da sfamare, i campi di grano da seminare, e battere quando verrà il momento.
Non Vi serve null’altro in più per essere felice. Due figlie. Due bravissime ragazze, alle quali avete donato gli stessi principi, di lealtà, lavoro sudore amore e dignità, con i quali siete cresciuto Voi.
La Vostra è sempre stata una famiglia semplice, ma rispettata da tutti nel paese.
La domenica sera, l’unica trasgressione, il bar o «BARRE» come lo chiamate VOI in «slang».
La partita a carte con gli amici di una vita, davanti al televisore che trasmette il posticipo di serie A.
Il calcio.
Da quando Vi conosco l’avete sempre seguito. Ogni partita che la TV passa, voi siete li davanti a seguirla. Non tifate per nessuno. Non avete mai tifato per nessuno in particolare, ma avete sempre guardato con attenzione qualsiasi squadra di qualsiasi livello, la TV trasmettesse.
Da quando io ho sposato la Vostra figlia più piccola e mi sono trasferito accanto a Voi con lei, abbiamo sempre guardato le partite in Tv assieme, meno che la domenica sera ovviamente.
Avete tifato la Roma. Lo so. Perché vedevo nei vostri occhietti furbi e celesti come il mare, la passione che cresceva per quei colori, forse lo facevate per delicatezza visto che vedevamo la partita assieme e visto soprattutto che sopportavate senza mai «rimbrottare» i miei sfoghi, le mie esultanze e le mie imprecazioni.
No non lo facevate per educazione, non credo. Credo piuttosto che Vi piaceva quella squadra, perché era come voi. Semplice e passionale. Mai vassalli, mai piegati ai ricatti o alle «zozzerie» che in questi anni hanno sporcato il gioco del calcio.
Come Voi anche noi siamo fieri di ESSERE COME SIAMO.
Non vinciamo spesso, ma abbiamo altri valori NOI ROMANISTI. E quando raramente vinciamo, GODIAMO COME NESSUN ALTRO MAI POTRA’ CAPIRE.
Noi ROMANISTI siamo come Voi, anche se non lo sapete.
Due persone, una accanto all’altro sedute allo Stadio dei marmi.
I panini sono finiti ed entriamo al Tempio. Beviamo l’ultimo goccio di acqua e vino. Entriamo. Vi porgo una sciarpa, e la indossate per coprirVi anche da quel «freschetto» che non Vi è mai piaciuto.
Ci sediamo nei posti che ho acquistato. Lo stadio si sta’ riempiendo. Quanto ho faticato per convincerVi a venire a Roma. Non siete mai andato allo Stadio nemmeno al vostro paese. Non volevate venire, perché non volevate disturbare. Non volevate essere di peso. Ma avreste voluto venire, perché siete sempre stato curioso di vedere cose nuove. Io lo sapevo bene, ed ho insistito, Vi ho anche raccontato una piccola bugia, dicendoVi che i biglietti me l’avevano regalati e che era un peccato buttarli. Scusatemi, ma una bugia detta a fin di bene, si può anche dire.
Siete felice e incuriosito, lo vedo nei vostri occhi e lo sento dalle vostre domande frequenti.
INIZIA L’INNO…io mi alzo come sempre prendo la sciarpa dal mio collo la apro e inizio a cantare a squarcia gola.
Mi giro dopo qualche istante, per vedere la vostra faccia….
E Vi vedo in PIEDI COME ME CON LA SCIARPA APERTA, non sapete le parole dell’inno della Roma, ma non importa.
LO SAPEVO, SIETE ROMANISTA COME NOI E CON I NOSTRI STESSI VALORI.
Oggi a distanza di 9 mesi da quel giorno, siete su un letto di ospedale, lottate tra la vita e la morte ogni istante. Purtroppo non c’è ritorno da certe malattie. Lo sappiamo noi e lo sapete anche Voi.
Vi voglio BENE, perché siete SEMPRE STATO UNA BRAVISSIMA PERSONA e sono felice di averVi potuto avere accanto.
GRAZIE FRANCESCO, avete sempre affrontato la VITA con grandissima DIGNITA’ E FIEREZZA e così pure state affrontando la morte.
VI VOGLIAMO BENE, VI SAREMO ACCANTO E VI PORTEREMO SEMPRE CON NOI.
GRAZIE.

Vostro genero
Emanuele

MANU1927

(*) nota esplicativa: il VOI non e’ stato utilizzato soltanto nel periodo fascista, ma era in uso nella «campagna» quale forma di rispetto ormai persasi nel tempo, purtroppo.