sabato, Settembre 21, 2024 Anno XXI


Prova di sostanza quella offerta contro il Palermo.
E’ una di quelle classiche partite nelle quali tutto si fa arduo, complicato, difficile come quando giochi contro una squadra sparagnina e votata al non gioco (Guidolin docet).
Le stagioni prendono pieghe differenti dai risultati di partite come questa: la vinci e fai lo

strappo, sali in classifica, aumenti la convinzione che comunque vada hai le carte in regola per vincere qualsiasi partita, e dai un senso quindi a tutti gli sforzi profusi; la pareggi o la perdi e cala la concentrazione, vedi aumentare il distacco da quelli avanti (pochi e aiutati nonostante i goffi tentativi dei buffoni televisivi di sdoganarli con presunti torti che pareggerebbero i regali) e assottigliarsi quello dei tuoi inseguitori.
Questa Roma merita onori, onori e seguito. Seguito che ci sembra latitare nelle gare interne (per quelle esterne ci pensa l’Osservatorio):
abbiamo una squadra che lotta per il titolo, che gioca bene, e che è stata costruita senza acquisti faraonici o ingaggi stellari: siamo tutti orgogliosi di ciò, ma l’orgoglio deve tramutarsi in seguito.
Nonostante l’Osservatorio, nonostante tutto i 35.000 spettatori di ieri sera per noi è una goccia nel mare.
La celebrazione dei 200 gol di Totti meritava ben altra cornice; quella che fino a 25-30 anni fa vedeva l’Olimpico stracolomo a sostenere una mezza squadra con un paio di veterani come idoli e tanti mezzi (o totali) pipponi a tirare la carretta.
Martedi prossimo contro la Samp di Mazzarri (che chissà che partita vedrà stavolta) dobbiamo passare il turno perchè vogliamo essere i protagonisti della finale all’Olimpico in gara unica, un bel modo per celebrare i meriti di questo gruppo che ha fatto del gioco un credo. E vorremmo anche che la Roma lo passasse in un contesto di pubblico adeguato.
Per decenni la forza dell’AS Roma è stata la sua gente che l’ha sempre trascinata e sostenuta, da qualche tempo a questa parte si sono invertite le parti, una grande squadra con un pubblico discreto, alla stregua delle altre tifoserie.
Prima di concludere vorremmo chiedere (e contestualmente spiegare una cosa di noi) al “Pek”, miglior giocatore in campo ieri.
Se mai ti dovesse ricapitare di entrare in area non ti buttare per una serie di motivi che ti spieghiamo:
Primo perchè non stai più all’Inter e a noi già non ci danno i rigori sacrosanti figuriamoci se ci regalano quelli inesistenti.
Secondo perchè ci piace vincere onestamente e con merito, e se avessimo vinto ieri per quel rigore saremmo andati a casa magari contenti dei tre punti ma non fieri, e la fierezza non ce la deve togliere nessuno.
Terzo perchè nel caso di concessione di quel rigore si sarebbe scatenato un can can mediatico orchestrato dai pagliacci dell’informazione che avrebbero con un classico colpo di spugna cancellato tutte le iniquità del campionato e condannato alla gogna la Roma dei simulatori: grazie all’arbitro non è successo e abbiamo vinto ugualmente, e siamo tornati a casa contenti e fieri.
Tutto il resto importa poco, l’Italietta va avanti con gli ultras in parlamento, i parlamentari allo stadio, la campagna acquisti politica (che andrebbe regolamentata
come quella calcistica con dei periodi per acquistare deputati e senatori e cambiare l’espressione di volontà del popolo).
Noi c’avemo la Roma, nun ce pare poco.

redazione@corederoma.it