Categorie Articoli by Gens Romana Scritto da Marforio mercoledì, 30 Gennaio alle ore 11:55
Giovanna uscì intorno alle sette di sera dallo studio dentistico in cui lavorava come assistente. Ad accoglierla fuori dal portone trovò una pioggia battente e fredda che la costrinse ad aprire immediatamente il piccolo ombrello ed a stringersi ancor di più nel giaccone. Attenta a non infilare i piedi nelle pozzanghere che si allargavano sul piccolo marciapiede, raggiunse con pochi passi la fermata dell’autobus e attese. L’attesa era una costante nella sua vita, e alla fine ne era diventata una muta compagna. Da piccola era l’attesa di diventare finalmente grande e di vivere una vita completamente sua, che la liberasse dall’abbraccio sin troppo protettivo dei suoi genitori, timorosi di perdere la loro unica figlia. Poi era diventata l’attesa per l’arrivo dell’amore, come nei romanzi rosa che ancora divorava. Infine, col passare degli anni, quando si era resa conto di non avere più la voglia, o forse il coraggio, di lasciare i suoi genitori, ormai diventati anziani e fragili, era diventata l’attesa fine a se stessa. L’attesa l’aveva consumata, come e forse più di una vita vissuta intensamente. Aveva una trentina d’anni e già si sentiva inesorabilmente vecchia. Attorno a lei sentiva pulsare il mondo fatto di gente fin troppo frettolosa, che divorava il tempo a disposizione cercando di incastrarvi tutto: il lavoro, la famiglia, i figli, le occasioni di svago, mentre lei di tempo ne aveva in abbondanza, o forse non ne aveva affatto, visto che lo consumava così inutilmente. Spostandosi al di sotto della pensilina, per evitare almeno di bagnarsi completamente, sovrappose un piede ad un oggetto luccicante. Istintivamente lo raccolse e tra le sue mani, intatta anche se inzuppata, si materializzò una tesserina grande all’incirca come una carta di credito. La tesserina, non faticò a scoprirlo malgrado la scarsità di luce, era un abbonamento alla Roma, Distinti Nord. Rivoltandola tra le mani fu tentata inizialmente di lasciarla ricadere in terra, ma la coscienza e la buona educazione le impedirono di farlo. Ripose quindi la tessera in una tasca del giaccone, ripromettendosi di rintracciarne il proprietario. Il mattino dopo, nel cercare i fazzoletti di carta, se la ritrovò nuovamente tra le mani, ormai asciutta e completamente leggibile. Non aveva idea di come potesse restituirla e fu il dentista dal quale lavorava, cui confidò l’accaduto in gran segreto, che fece la cosa più naturale: mise un avviso su alcuni siti di tifosi della Roma fornendo il proprio indirizzo di posta elettronica. Benvenuto raggio di sole |