domenica, Settembre 22, 2024 Anno XXI


Roma, arriva un garante per la cessione: commercialista romano gestirà passaggio

Il MessaggeroUn professionista romano incaricato di vendere la As Roma. Il nome è ancora stretto dalla riservatezza di Mediobanca e Unicredit che lo avrebbero di fatto concordato. Nel corso di riunioni in conference call tenutesi durante il lungo week end, compreso il giorno di San Pietro e Paolo.

E dopo l’ultimo passaggio, il gradimento della famiglia Sensi che dovrà formalmente indicarlo attraverso la Italpetroli, è possibile che già oggi l’accordo possa essere siglato. Come anticipato da Il Messaggero di sabato scorso, si sta facendo strada la soluzione di nominare un ”gestore” esterno alle parti coinvolte, ma gradito alle banche con pieni pieni poteri in Roma 2000, la subholding di proprietà della Italpetroli che a sua volta possiede il 67% della Magica.

La carica che questo professionista, quasi certamente sarebbe un commercialista della capitale, rivestirà in Roma 2000 deve essere definita, ma potrà essere presidente operativo o amministratore delegato. Il dettaglio è ininfluente rispetto al mandato che dovrà portare a termine, la cessione del club giallorosso. In tempi ristretti.

L’accelerazione che nelle ultime ore avrebbe preso il negoziato tra le banche sembra ormai scartare definitivamente le ipotesi che sono circolate negli ambienti giallorossi: la stretta della trattativa con Vinicio Fioranelli, alimentata soprattutto dalle dichiarazioni rilasciate dall’interessato negli ultimissimi giorni o il possibile interessamento di un fondo estero.

Sul tavolo delle banche non sarebbero mai finite queste ipotesi che hanno avuto solo l’effetto di drogare il titolo della Roma calcio in Borsa: ieri le azioni hanno chiuso in crescita del 5,63% a 1,107 euro, dopo due sospensioni al rialzo con un prezzo massimo di 1,167 euro (+11,35%). Sul mercato la squadra capitalizza 147 milioni.

Soprattutto non avrebbe fondamento l’allusione fatta dall’avvocato Nicola Irti, uno dei legali dell’agente Fifa, riguardo un possibile stop di Unicredit ad accettare l’offerta della cordata svizzera, dopo che «Mediobanca ha dato l’asseveramento dei fondi». Cioè avrebbe certificato l’autenticità dei 300 milioni stanziati da Fioranelli.

Nulla di tutto questo, visto che Fioranelli ha preso le distanze dal suo legale e ieri in piazzetta Cuccia e in piazza Cordusio c’era irritazione nei confronti del riferimento dell’avvocato romano: presso la sede di Mediobanca in quanto non risulta vero che l’offerta sarebbe stata ”autenticata” e presso Unicredit per l’unica sostanziale considerazione che la banca non sarebbe mai entrata nelle trattative fra Mediobanca, i Sensi, Fioranelli e gli avvocati. Ma questa sarebbe acqua passata perchè da ieri sera le due banche avrebbero imboccato – il condizionale è d’obbligo in questa telenovela infinita – la dirittura d’arrivo.

Ci sarebbe il nome di un commercialista romano, individuato all’interno di una rosa ristretta predisposta dalle due banche e sul quale convergono entrambe. Mediobanca agisce per conto della famiglia Sensi, azionista al 51% di Italpetroli, in mora nel pagamento dei 400 milioni di debiti, 300 dei quali nei confronti di Unicredit. Ma pur rappresentando gli interessi dei proprietari della Roma, ora la decisione finale dovrà essere ratificata dai diretti interessati.

Visto che la nomina del commercialista al vertice di Roma 2000 dovrà passare da un consiglio di Italpetroli che dovrà designarlo nella subholding nel corso di un’assemblea ad hoc. Passaggi formali da realizzare in tempi stretti anche se, nomine a parte, si stanno riscrivendo – da parte dei legali, gli accordi affinchè al nuovo arrivato possano essere affidati poteri di straordinaria amministrazione che tagli fuori dalla decisione di vendere il club l’azionista di maggioranza.

da Il Tempo – forzaroma.info

Mentre la cordata Fioranelli-Flick mostra crepe al suo interno e rischia di farsi fuori da sola, le banche e i Sensi sono vicini all’intesa sul piano-b per la cessione della Roma.

L’intenzione delle parti è la nomina di un manager super-partes, indicato da Unicredit e avallato da Italpetroli, che entri nel club con il compito di guidarlo verso la vendita. Una sorta di garante che da una parte soddisfi le esigenze della banca (trasparenza e tempi rapidi) e allo stesso tempo tuteli gli interessi dei Sensi e della Roma.

Il manager non sarà Roberto Cappelli, l’uomo di Unicredit già inserito nel cda giallorosso, ma il suo nome potrebbe essere comunicato già oggi dopo un incontro previsto a Milano tra le parti. Che intanto hanno deciso di stracciare il mandato a vendere la Roma da assegnare a Mediobanca: era pronto da tempo e mancava solo la firma di Rosella per renderlo operativo. Unicredit ha scelto però di non proseguire su questa via perché i tempi della cessione si sarebbero allungati di almeno un mese rispetto alla trattativa condotta dal nuovo manager. Ma a chi sarà venduta la Roma? L’istituto di Profumo ha in mano una carta ancora segreta da scegliere tra le varie manifestazioni d’interesse per il club raccolte nei sondaggi condotti negli ultimi mesi. Per Unicredit l’ipotesi-Fioranelli è tramontata. Lo stop alle trattative di giovedì scorso ha mandato su tutte le furie uno degli avvocati dell’agente Fifa, finora rimasto silenzioso.

Nicola Irti, figlio del celebre professore di diritto Natalino, ha deciso di uscire allo scoperto. «Noi abbiamo dato dimostrazione dei fondi. Il dottor Fioranelli e la FIO Sports Group sono una società serissima. Allora perché si parla di diffidenze? Io – dice Irti a Sky – faccio solo una domanda: dove c’è una differenza tra Unicredit e Mediobanca? Per me si ripete ancora una volta,ciò che è stato tante volte sulla piazza di Roma. Avete presente quello che è successo con la Cirio e la Parmalat? Mediobanca ha dato l’asseveramento (il via libera, ndr)dei fondi, i soldi ci sono, ma la Roma non la vogliono far comprare da persone oneste che risolverebbero i problemi della famiglia Sensi». Il mittente delle accuse è la vecchia Capitalia, che comprende quindi l’attuale Unicredit e lo stesso Geronzi, chiamato in causa con i riferimenti a Cirio e Parmalat. Irti rincara la dose: «Spero non si ripeta l’era Ciarrapico, cosa che invece i banchieri si augurano. Il popolo romanista merita una grande squadra, quella che noi volevamo e vorremmo fare e che, fino all’ultimo, decideremo di fare».

Le parole dell’avvocato hanno sorpreso e irritato i due istituti di credito coinvolti nella vicenda. Fioranelli, finora sempre prudente al contrario di Irti, è stato costretto a correggere il legale con una nota redatta in inglese e inviata a Mediobanca nel tardo pomeriggio:la Fio Sports Group riafferma di avere «rapporti positivi e costruttivi con tutte le istituzioni bancarie collegate alle nostre iniziative e al dichiarato interesse per l’acquisizione di una partecipazione alla Roma. A dispetto di speculazioni fuorvianti, qualsiasi dichiarazione che suggerisca l’idea di eventuali conflitti o ostacoli non riflette l’opinione della Fio Sports Group». Ma il tempo di Fioranelli sembra ormai scaduto.