martedì, Ottobre 01, 2024 Anno XXI


da romagiallorossa.com

Carlo TaorminaL’avvocato Carlo Taormina ha concesso una lunga intervista in esclusiva a Romagiallorossa.com

Avvocato Taormina, qual è il suo pensiero su quello che sta accadendo in questo momento intorno alla Roma? “Sulla questione Fioranelli io vedo troppe ragioni di perplessità. Non so con precisione come possano essere andate le cose ma mi pare di capire che non ci siano le garanzie per mandare avanti l’operazione. Mi è apparso anche di riscontrare una certa approssimazione nello svolgimento delle trattative e un esibizionismo non professionale. Quindi si avvicinerebbe alla Roma una gestione non all’altezza della storia di questa società che è vero, ha vissuto momenti non esaltanti, ma per chi la conosce bene da almeno cinquant’anni si ricorderà sicuramente di Sacerdoti, di Dino Viola e recentemente della famiglia Sensi. Mi sembra, dunque, qualcosa di molto approssimativo il modo con cui la cordata Fioranelli abbia operato. Tra l’altro mi pare di capire che Fioranelli entri a far parte ma che non abbia la prevalenza come accade per il Milan o per la Juventus. Francamente, che la società della capitale del mondo debba andare in mano ad uno straniero è una cosa che io non condivido. A questo si aggiunga che dietro il nome di Fioranelli si fanno altri nomi, per cui lui sarebbe solamente una copertura… In conclusione ci sono molte situazioni che dimostrano una carenza di serietà e soprattutto una mancanza di solidità imprenditoriale che è la prima garanzia, al di là di quelle formali, affinchè la società possa avere un rilancio”.

Avvocato, ci aiuti a capire meglio chi ci potrebbe essere dietro la cordata Fioranelli. Lo stesso agente Fifa ha smentito le voci riguardanti Cragnotti, Pica e altri imprenditori. Lei sa qualcosa in più? “Non voglio fare nomi. Naturalmente conosco le persone che stanno dietro a Fioranelli, ma non mi sembra bello ora, in questo momento, fare nomi. Posso solo dire che sono nomi non illustri anche se notissimi e non hanno il tasso di correttezza e limpidezza morale che la Roma ha sempre mostrato. La mia opinione è che si sia creato un accerchiamento intorno alla famiglia Sensi che non se lo merita. Ho fatto parte anche del CdA della Roma quando Franco Sensi comprò la società insieme a Mezzaroma e so qual è il rigore morale, amministrativo e di gestione che ha la famiglia Sensi e tutti quanti sappiamo quello che hanno dato. Mi pare che ci sia stata quasi una sorta di ressa per far crollare la famiglia Sensi ma, ovviamente, non per fare il bene della Roma, ma per tutelare altri interessi che, secondo me, potrebbero essere meglio tutelati puntando ad un rilancio della società che con il suo pubblico, rientrando in Europa a grandissimi livelli, sarebbe in grado nel giro di 3-4 anni di azzerare tutte le posizioni passive”.

Che ne pensa del sit-in che c’è stato ieri sotto la sede di Unicredit? “Penso che la tifoseria romanista sia stata ieri tra le più sconsiderate, fermo restando che rimane la più bella tifoseria come è ovvio facendone parte. Io adesso chiedo alla tifoseria di muoversi e di mobilitarsi. Ma di muoversi e di mobilitarsi per reclamare che la Roma resti alla famiglia Sensi. Io farei una manifestazione al centro di Roma, per esempio al Campidoglio, per chiedere che la Roma rimanga ai romanisti perchè più romani della famiglia Sensi non ci sono. Bisogna reagire per far finire questo stillicidio, una volta di Fioranelli, un’altra volta di qualcun altro, per far capire a questi grandi “soloni” dell’economia che ci sono delle dinamiche imprenditoriali che devono prevalere rispetto ai conti fatti al tavolino”.

Si parla, ultimamente, che i poteri forti delle banche non vogliano far prendere la Roma a Fioranelli. Da qui le parole dell’avvocato Nicola Irti qualche giorno fa. Il suo pensiero? “L’avvocato Irti è stato frainteso. In questi frangenti una piccola parola fuori posto può essere strumentalizzata. Nicola Irti si è messo in testa ad un’operazione che solo lui conosce nei minimi dettagli che nell’osservazione esterna, ma non solo, è un’operazione in cui manca qualche cosa. E’ inutile ora cercare delle giustificazioni per dire “non abbiamo chiuso la trattativa per altri motivi…”. Sta di fatto che le garanzie che occorrevano non sono venute fuori e, ripeto, il tasso di professionalità e di imprenditorialità non è emerso dal modo in cui Fioranelli, i suoi avvocati e tutti gli altri hanno portato avanti l’operazione. Quando succedono queste cose, vuol dire che c’è qualcosa di poco chiaro”.