giovedì, Ottobre 03, 2024 Anno XXI


da La Roma – romanews.eu

JuanL’intervista rilasciata da Juan alla rivista “La Roma”.

Roma-Juan, insieme fino al 2013: a dispetto di chi associava ogni giorno il tuo nome a un club diverso da quello giallorosso… «Una scelta assolutamente facile per me: amo il club e la città, la mia famiglia qui si trova benissimo. Non potevo avere altre idee per la testa: a Trigoria sono felice e ho un bel rapporto con la tifoseria. Mi sembra difficile chiedere di più…».
Cosa chiedi invece alla Roma del futuro? «Io sono convinto che siamo una squadra importante e che possiamo tornare da subito a lottare per le posizioni che ci competono…».
De Rossi ha recentemente detto che il club può tornare in corsa per il quarto posto: tu che ne pensi? «Non voglio fare pronostici. Ripeto, dico che abbiamo le potenzialità per essere competitivi… poi sarà il campo a dire fino a dove possiamo arrivare. Abbiamo grandi calciatori in squadra e con gli innesti giusti possiamo fare grandi cose. Io voglio vincere qualcosa di importante con questa maglia».
Il progetto riparte sempre da Spalletti: anche il Mister ha confermato la sua permanenza a Roma… «È molto importante la sua presenza sulla panchina giallorossa. Lui conosce bene l’ambiente e noi giocatori: in questi anni abbiamo iniziato un discorso tecnico e tattico comune. Continuare quest’ultimo nella prossima stagione è quindi fondamentale, anche perché così potremmo mostrare a tutti il nostro vero valore, riscattandoci insieme come gruppo».
In effetti la passata stagione non è stata di certo esaltante: torniamoci brevemente sopra per poi guardare di nuovo al futuro. «Hai ragione, quello finito a maggio è stato un anno “particolare”: sicuramente sull’andamento generale degli eventi hanno pesato molto gli infortuni, ma non possiamo certo essere ingenui e dire che è dipeso solo da questo fattore. Qualche volta abbiamo sbagliato pure noi, io incluso. Ma la stagione un po’ così così ci è servita: ora siamo carichi per ripartire meglio alla prossima e dare tutti di più».
A proposito di infortuni, tu sei stato uno dei più bersagliati dai problemi fisici… «Sono molto arrabbiato perché avrei voluto giocare di più per dare una mano ai miei compagni in campionato e in Champions: ho dovuto saltare tante partite importanti e in altre sono sceso in campo non al meglio, come con l’Arsenal… peccato!».
Ma torniamo all’anno che verrà: niente più Champions, ci sarà l’Europa League. Cosa cambia negli stimoli? «Sarebbe ipocrita dire che la CL non ci mancherà: è il torneo più spettacolare, con i club più forti d’Europa. Ma dal punto di vista degli stimoli non cambia nulla: davanti a noi abbiamo una competizione internazionale a cui teniamo molto, sia noi che la società, e quindi vogliamo arrivare in fondo, questo è poco ma sicuro».
In fondo significa HSH Nordbank Arena, lo stadio di Amburgo dove si disputerà la finale il 12 maggio 2010… «Ovviamente noi puntiamo lì, ma la strada è davvero lunga: noi per prima cosa abbiamo i preliminari a fine luglio. Partiamo da lì, poi ogni cosa a suo tempo».
In ogni caso i bookmakers danno la Roma favorita: quali saranno le vostre rivali principali? «Le quote trovano il tempo che trovano e anche gli avversari: è chiaro che le squadre che scenderanno dalla Champions ai sedicesimi saranno delle avversarie ostiche, ma ci sono anche altri club difficili da affrontare che vengono da Spagna, Inghilterra e Francia. Noi siamo la Roma e ce la giocheremo con tutti, questo è ovvio».
In Europa League si giocherà spesso il giovedì: è questo uno svantaggio per il vostro cammino in campionato? «Penso sia un problema non da poco, nel senso che si ha poco tempo per recuperare, soprattutto quando si gioca fuori e si ritorna praticamente a casa il venerdì mattina. Comunque sia, abbiamo una rosa importante che cercherà di sopperire anche a questo inconveniente».
Rosa giallorossa che ha dei leader “storici” come Totti o De Rossi, ma anche “silenziosi” come puoi essere tu, soprattutto in prospettiva futura: ti vedi in questo ruolo? «Beh, su questo io non ti posso rispondere, perché devono essere gli altri a pensare che sei un leader. Ovviamente non sono uno che è paragonabile a Totti e De Rossi perché loro sono bandiere inamovibili del club. Il discorso è diverso con la maglia del Brasile, dove invece sono io a essere quello con maggiori presenze. Ma in ogni caso in una squadra sono i compagni che eleggono un leader, è lo spogliatoio a saperlo. Comunque, sia che vesta la maglia del Brasile o della Roma, viste le aspettative che si hanno sul mio conto, cerco di dare sempre un qualcosa in più. Poi, per il discorso del “silenzioso” io di certo non sono uno che assume comportamenti sopra le righe in campo: è una questione di carattere, non è da me».
A proposito di Brasile: della Seleçao sei stato un riferimento anche nella recente Confederation Cup, almeno prima dell’infortunio… «Problemi fisici a parte, la manifestazione disputata in Sudafrica è davvero affascinante. So che i tifosi della Roma, una volta uscita l’Italia hanno tifato per me e hanno gioito al mio gol contro l’Egitto all’esordio: li ringrazio e questo è un motivo in più per ripagarli al meglio nella prossima stagione. Voglio fare vedere ai tifosi giallorossi chi è il vero Juan e cosa può fare veramente».