sabato, Settembre 28, 2024 Anno XXI


da romanews.eu

La conferenza stampa integrale (parola per parola) di Claudio Ranieri alla vigilia di Roma-Fiorentina

Claudio RanieriPartiamo dalle parole di Totti. Il mister ci chiede cose semplici e non riusciamo a farle. È così complicata la situazione? “Complicata è complicata sennò Spalletti non si sarebbe dimesso, conosceva benissimo la squadra, i ragazzi non rispondevano più al suo gioco spumeggiante, non so i motivi, arriva un nuovo allenatore che chiede cose nuove e semplici, di non prendere gol, carattere determinazione, voglia di lottare si ogni palla. Mi sembra semplice. Oppure non ce le hai, e allora il problema è caratteriale e bisogna stare attenti, perché il quadro si complica molto di più. Non chiedo molto, solo l’abc del calcio, non voglio portarli a pensare troppo. Chiedo le cose più semplici. Nient’altro”.

Pensa che il limite sia caratteriale? “Io non lo so, sono arrivato da due settimane. Mi auguro di no. La squadra deve avere carattere deve essere squadra maschia di carattere. Se sono qui sono grandi calciatori, hanno tecnica, tutto e lo hanno dimostrato. Il meccanismo si è rotto, come in tutte le cose che un inizio fatto di formazione, di ascesa, apoteosi e discesa. Spalletti avrà visto che un anno di discesa, che c’è stata e che non entrava nella testa dei giocatori. Spalletti non c’è più, c’è un nuovo tecnico che quel gioco non lo può fare sennò sarebbe rimasto Spalletti, i ragazzi devono impegnarsi a fare ciò che chiede il nuovo, che sono cose che tutti possono fare”.

Ha qualche timore? “Non ho timori. Sono convinto che i ragazzi con la partecipazione, con la volontà di tirarsi fuori da questa situazione… Non è una situazione ne brutta né bella. Ma bisogna dare risposte a noi stessi e ai nostri tifosi. Non ci sono altre parole ”.

È pronto a scelte forti? “Non ci sono titolari e riserve. Scelgo undici giocatori. Chi vedo con le caratteristiche di determinazione lo metto in campo. C’è chi è in ritardo, chi non mi capisce. Io devo fare punti e mettere in campo dei gladiatori. Siamo a Roma, la gente vuole gladiatori, io chiedo questo”

Mexes lo vede in difficoltà? “Non lo conosco molto, due anni fa era stupefacente. Magari anche l’uscita dalla nazionale lo ha un po’…sono convinto voglia tornare in nazionale, per cui questo gioca a favore della Roma”.

Baptista ha un problema fisico o… “Problema fisico, ci sarà un bollettino medico. Oggi? Lo spero”.

Perrotta sta bene? Giocherà? “Se l’ho convocato rientra nelle possibilità. Non convoco chi non può giocare. I convocati stanno bene e sono pronti per scendere in campo”.

Si è affidato a qualcuno in particolare per far filtrare la propria idea? “A tutti, mi affido ai giocatori di buona volontà, che vogliono uscir fuori da questa situazione. Chi riesce a capire il mio messaggio deve metterlo in pratica e aiutare chi non lo capisce. È semplice: lottare su ogni palla. Tutti riescono a capire questo messaggio”.

È possibile risolvere la situazione in pochissimo tempo? “In pochissimo tempo non è semplice, nessun allenatore ha la bacchetta magica. Per far andare bene le cose tutti devono capire cosa va fatto. Poi si vedranno altre cose. Della gara di Basilea salvo il cercare di stare corti con la difesa alta. Determinati movimenti ci sono. Bisogna che tutti si mettano a disposizione per questo gioco”.

La Fiorentina è l’avversario giusto in questo momento? “Lo sapremo dopo la partita. Sono in salute, hanno chiuso il campionato davanti a noi, sono un’ottima squadra, ha perso 1-0 in Champions giocando in dieci e meritava di più. Sono sempre su ottimi livelli. Un bel banco di prova per noi”.

Lei ha parlato di carattere. Vede la voglia di sacrificarsi? La squadra è tornata mortificata da Basilea? “Mi auguro siano imbufaliti quanto i tifosi, sono loro che vanno in campo e lì si è fatta brutta figura. Il parlare non mi è mai piaciuto, aspetto sempre la risposta del campo, possiamo dire mille cose, non capisco questo, non capisco quest’altro, ma poi si parla sul campo”.

Questa vogli la vede? “Sì, la vedo, ognuno ha il suo grado, il tecnico spinge su questo spirito. Certo se tu hai un dieci per cento di questo spirito io ti posso portare al diciannove, al venti. Magari con l’aiuto dei compagni arriverai al ventuno. Ma mai al cento per cento. Perché non ce l’hai”.

Parla di qualcuno in particolare? “Di te”.

Qualcuno ha giudicato Spalletti come un valore aggiunto. Abbiamo sopravvalutato i giocatori? Quanto vale in termini di classifica? “Vale quello che ha raggiunto in classifica. Né più né meno. Le altre sono chiacchiere da bar. Spalletti ha fatto un lavoro eccezionale. La società in un momento di grossa difficoltà ha fatto un capolavoro a trovare giocatori di qualità non ad altissimo prezzo, nel fare quello che ha fatto. È stato un valore di tutti, di società, tecnico, giocatori e tifosi. Adesso va voltata pagina. Quando sono arrivato a Cagliari ancora parlavano di Gigi Riva. E stavano in C1”.

E il valore attuale? “Quello che dice la classifica. Né più né meno”.

Se lo aspettava così difficoltoso il compito alla Roma? “Me lo aspettavo difficoltoso, altrimenti non c’è un cambio in panchina”.

Ha parlato con Spalletti da quando è arrivato? Su Totti ha qualche idea particolare? “Ho parlato con Spalletti il giorno in cui ha salutato la squadra, ci siamo incontrati e salutati. Spalletti ha trovato al soluzione di Totti punta che non è una punta quando gli si sono fatti male tutti gli attaccanti. Voi ve lo ricordate bene, ha inserito tutti quei cursori che andavano senza palla ed è stata novità del calcio europeo. Quello non c’è più. Totti è un giocatore atipico, un campione che può risolverti la partita in qualsiasi frangente, è un giocatore che ha quella qualità in più che ogni squadra di vertice deve avere. Deve cambiare un po’ il suo modo di giocare tutti sanno che viene incontro, anche i sassi. Deve cercare di fare altri movimenti. Che ora non gli sto chiedendo tanto, proprio perché voglio che faccia quello che sa fare, cercando di saper leggere la partita. Io gli dico alcune cose durante, prima e dopo la partita. Ma sempre rispettando la sua qualità di grandissimo giocatore e campione”.

Nel disastro di Basilea mi sembra di aver visto che avete fatto nove volte il fuorigioco, contro una media che con Spalletti era di due, tre a partita. Segno che sta cambiando qualcosa? “Lo hanno fatto subito molto bene, le cose che stiamo allenando le stanno facendo bene. Hi chiesto a tutti che come perdano palla inizino a pressare perché sono i primi difensori in qualsiasi parte del campo. E tutti gli altri devono capire come muoversi. Loro erano abituati a restare aperti nelle loro posizioni e questo non lo chiedo. Per quattro anni hanno pensato in un modo e adesso devono farlo in un altro. Ma pur nel disastro la squadra ha fatto bene. Perché nel primo tempo abbiamo subito un tiro in porta e ci hanno fatto gol. Ma soprattutto nel primo tempo la squadra meritava di più. Loro hanno fatto quello e il colpo di testa. Noi abbiamo avuto quattro palle per fare gol. Nel secondo tempo doveva esserci una grandissima reazione che non c’è stata. La squadra doveva fare molto di più e proprio all’87’ abbiamo preso il gol in contropiede. Ci può stare, perché negli ultimi minuti cercando di pareggiare prendi go ci sta. Quello che non va bene è che non abbiamo creato neanche la metà di quello che avevamo creato nel primo tempo”.

Che significa sperare in un bollettino medico su Baptista oggi? “C’è un diritto alla privacy e io non parlo di queste cose. Ci sono i dottori, parlano loro”.

Posso chiedere se è vero che il giocatore ha chiesto di stare fermo due settimane? “A me no”.

Ritiro pregara per la squadra: verrà applicato sempre? “Lo applicheremo sempre. In Inghilterra ero abituato a non farlo perché lì si usa così. In Italia siamo abituati a farlo, accettiamo la legge italiana, siamo italiani, per cui…”

Ma è anche una scelta sua? “In Italia si usa così e lo facciamo. Quando si gioca ogni tre giorni stare a casa può anche far bene, ma insomma, per il momento non vedo questa necessità”.