martedì, Ottobre 01, 2024 Anno XXI


da Corriere dello Sport

Stadio di CataniaFuori o dentro il campo, co­munque qualcosa a Catania succede. Sta­volta sembrava che tutto stesse procedendo come mai in passato, al punto che aveva­mo notato anche con un certo piacere che a bordo campo, in questa occasione, non c’era la ressa che al contra­rio si era vista nelle due pre­cedenti stagioni. E invece quando mancava una man­ciata di minuti al termine della partita, con la Roma che cercava di pareggiare e il Catania che le provava tut­te per evitarlo, la miccia si è accesa in campo. Burdisso che fa un’entrata onesta su Delvecchio, il giocatore del Catania che rimane a terra come colto da un colpo, l’ar­gentino che lo accusa di fare scena, i compagni di Delvec­chio che lo prendono di pet­to, i compagni di Burdisso che prendono di petto quelli che stanno prendendo di petto Burdisso, il tutto sotto gli occhi di una quaterna arbitra­le che, dopo una direzione tutto sommato buona e semplice, non riescono a tenere a freno il nervosismo, con l’arbitro Saccani, che pure è considerato uno dei migliori dei Collina boys, che certo non fa una bella fi­gura.

Il tutto in uno stadio che cominciava a innervosirsi anzichenò, De Rossi di nuo­vo al centro di fischi e pernacchie (niente cori stavolta), Totti in campo che si faceva un paio di duetti con Biagianti e Llama, in un clima di crescente elettricità che lascia­va spazio a quello che è poi successo. Quan­do, cioè, il guardalinee Petrella ha assegna­to un calcio d’angolo alla Roma che francamente ha visto soltanto lui. E siccome il cal­cio in certe circostanze è una scienza, da quel calcio d’angolo è venuto fuori il gol del pareggio giallorosso che ha fatto imbestia­lire tutta Catania, in campo e fuori. Senza che Saccani, nonostante il cartellino rosso a Delvecchio e i due gialli a Mascara e Andu­jar, riuscisse a riportare un clima di suffi­ciente serenità.

E a quel punto gli scontri in campo sono stati ripetuti e violenti, prota­gonisti soprattutto i giocato­ri del Catania che se la sono presa in particolare con Alessio Cerci colpevole forse di essere un giovane, prima colpito da una ginocchiata di Capuano, poi falciato da Lla­ma senza che Saccani fi­schiasse nulla, a conferma di come l’arbitro mantovano fosse ormai nel pallone più totale. C’è stato pure il ri­schio che la Roma in quei minuti finali vincesse addi­rittura la partita, rinvio di Andujar respinto da Totti con il pallone che non è ter­minato fuori di molto, se fos­se successo non sappiamo quello che sarebbe potuto accadere in uno stadio che ormai era sull’orlo, anzi oltre, di una crisi di nervi.

Per fortuna è arrivato, dopo due minuti supplementari di recupero concessi da Sac­cani, il fischio finale. Ma c’è voluto ancora un po’ di tempo prima che gli animi si calmassero, con i giocatori che se ne dicevano di tutti i colori, in particolare Motta e Mo­rimoto che sono stati divisi per evitare guai peggiori. Nulla da segnalare, invece, negli spogliatoi dove pure negli anni passati ne erano successe di tutti i colori.