lunedì, Settembre 30, 2024 Anno XXI


Dopo il secondo posto e lo scudo sfiorato (sfilato) di un soffio ci siamo trovati in una situazione difficile lo scorso anno.
Un’involuzione del gioco, oppure una mancanza di acquisti idonei a quel tipo di gioco (perché i soldi furono spesi), oppure una sorta di appagamento da parte dei giocatori, e anche una mancanza di stimoli ulteriori da parte del Mister;
forse la somma di tutto questo hanno fatto si’ che la Roma non rendesse e non giocasse come Spalletti ci aveva abituato a vedere: abbiamo cominciato a prendere una carrettata di gol che nemmeno ai tempi di Ferrario e Comi libero, culminati nella quaterna che i cugini di campagna ci rifilarono a fine stagione scorsa.

La scomparsa, per certi versi purtroppo attesa ma pur sempre pesante del presidente, che ha lasciato un vuoto non tanto nei quadri societari (che oramai sapevano dello stato di salute critica e si erano ridisegnati), quanto nelle azioni dei successori (per certe persone, è sufficiente la presenza non è importante se e cosa facciano, e franco sensi era una di quelle persone) ai quali sarebbe bastato un cenno del capo per avere la certezza di operare al meglio e invece si sono trovati autonomi con tante decisioni da prendere, anche difficili.

Non è facile ripartire e nel farlo abbiamo sprecato qualche mese di troppo:
se il rapporto tra il tecnico e la società si era irrimediabilmente logorato avrebbe dovuto essere interrotto prima, a fine stagione scorsa, per permettere di gettare le basi per un nuovo corso.
Questo rimandare non ha giovato a nessuno. Piuttosto del limbo è meglio l’inferno, perché forse per rialzarti devi cadere e non stare sempre sul punto di farlo, sprecando tempo e occasioni.

Comunque da una situazione difficile, per usare una metafora non si esce tirando di fioretto ma affondando di spada. Non ci vuole un effeminato francese ma un cavaliere teutonico, servono persone serie che lavorano seriamente e non guardano in faccia a nessuno. Serve serietà (e tre…) e competenza ognuno nel proprio ruolo.

Noi pensiamo che spandendo sangue e sudore anche oltre il dovuto la strada intrapresa sia quella, Ranieri è una persona che sa quello che fa e quello che vuole, senza fronzoli; tolte le prime due giornate la Roma ora sarebbe addirittura in lotta per il titolo, ma non è tanto questo il punto.
La roma di ranieri ora gioca così e così, a volte bene come nella prima mezz’ora del secondo tempo di ieri, a volte male, ma lotta con i denti su ogni palla e dà l’idea di essere squadra compatta e decisa, molto più di prima, sicuramente meno bella ma più quadrata. Nel secondo tempo di ieri la Samp non ha fatto un tiro in porta, nel secondo tempo del derby a parte il nostro retropassaggio che ha portato al palo la lazio non ha fatto un’azione che sia un’azione, e così il napoli dopo essere andata in svantaggio, e via dicendo.

Il pragmatismo può essere la strada buona, ci auguriamo lo sia.

Nei quadri societari poi emerge la figura nuova di Montali con compiti di coordinamento e di direzione dell’azienda, un ruolo vacante e che tanti problemi ha provocato nel passato recente.
Di volta in volta di fronte a pressioni e domande, momenti critici o felici, la faccia per conto della società l’hanno dovuta mettere Totti e De Rossi, Spalletti e Bruno Conti; ora anche in questo c’è un punto di riferimento che prende lo stipendio per fare esattamente quello e non è prestato a causa della credibilità.

La difficile strada per risalire la china ci sembra sia intrapresa, noi di CdR siamo da sempre critici quando c’è da criticare e vicini alla bisogna, senza sconti per nessuno.
CI piacerebbe una società più forte con una squadra pronta a migliorarsi di anno in anno, ma se così non dovesse essere staremo attenti a far si che chiunque sia il proprietario, si occupi di dare sempre il massimo possibile evitando il gioco al massacro.
Sarà la senilità, ma stavolta leggere che Stinchelli (Fulvio) dopo averci guidato verbalmente per anni contro gli ascari peninsulari e i nemici di roma, si augurava la sconfitta contro il Bari e il declassamento della Roma per liquidare la famiglia Sensi, non ci è piaciuto proprio.
Noi vogliamo vedere la Roma vincere, sempre, senza dietrologia.
Dai Sensi quindi pretendiamo impegno massimo e apertura all’esterno per valutare eventuali proposte di acquisto serie e reali, per una Roma che deve stare dove la storia insegna: sopra tutti.
Associazione Core de Roma

P.s.– Sabato scorso nella cena di fine anno abbiamo festeggiato il decennale di Core de Roma.
E’ stata una bella serata piena di gente, come ospite abbiamo invitato Alberto Ginulfi romano e romanista, bravo difensore della porta sangueOro per tanti anni, alle cui manone anche Pelè dovette inchinarsi e vedersi respingere il calcio di rigore.
Ce l’ha raccontato ed è sempre emozionante ascoltare i ricordi del calcio che fu.
Grazie a tutti (e snon stati proprio tanti) i partecipanti, a breve pubblicheremo uno speciale con foto e ricordi della serata.