venerdì, Ottobre 04, 2024 Anno XXI


E’ inutile nascondere che il titolo, con relativo calambour, sia stato in qualche modo influenzato dallo splendido “Lettere da Iwo Jima” del grande Clint Eastwood.
Cosa si prova infatti a guardare la realtà dalla parte dei perdenti? Che cosa va considerato del loro mondo, della loro mentalità, dei loro costumi?

Perché amici cari, fratelli nel romanismo, è uno sforzo che qualcuno dei nostri eroi deve pure aver fatto ieri, perché ad un certo punto, e non esiste al mondo, stavamo sotto di due con il Chievo…
La partita di ieri a qualcosa è sicuramente servita. Nessuno potrà denunciarci per aver drogato il campionato. Le piccole le abbiamo beneficiate quasi tutte, tranne il Catania che infatti era assai incazzato, e nessuno ci potrà accusare di essere infingardi.
Ci siamo mostrati coerentemente forti con i forti e deboli con i deboli.
Ne siamo usciti con le ossa sane grazie ad una doppia celebrazione. Oltre a San Totti, che onoriamo e santifichiamo quasi diuturnamente, abbiamo celebrato anche il minore San Doni.
Entrambi ci hanno aiutato a portare a casa un pareggiuccio che smuove la classifica, come dicono quelli che hanno studiato.
Ritrovato quindi il nostro usuale spirito caritatevole, non volendo fare torti ai veronesi dopo che avevamo graziato Messina, Livorno e Empoli, ci siamo esibiti anche con il Chievo di baffi di sego Delneri che ci è parso ieri avvelenato assai. Forse troppo per uno che ha testimoniato di non possedere mai opinioni.
Noi siamo convinti che, fino a prova del contrario, per quanto possa essere scarsa o stanca la Roma, tra l’organico della magica e quello dei mussi gialli, ci sono tre gol di scarto in qualsiasi condizone e invece….pareggiotto.
Chivu ha pensato bene che la strada per portare a casa qualche frutto avrebbe potuta essere quella di appoggiarsi al baobab Bogdani mentre siamo rimasti con il Cassetti aperto per farci rubare i pochi averi di famiglia dall’abile Semioli.
E allora c’ha pensato ancora una volta il Capitano a caricarsi sulle spalle tutta la baracca e a rimettere le cose a posto, visto che gli altri attori schierati ieri accanto a lui in attacco altro non erano che sbiadite repliche dei loro cloni dell’anno passato.
Non vogliamo accanirci con nessuno, ma spesso si dice che all’attaccante serva il gol per sbloccarsi. I nostri due, Vucinic e Tavano, il gol l’hanno pure trovato, ma per sbloccarsi avranno bisogno di qualcosa di ben più ponderoso. Svitol?
Andiamo sabato nella patria del “romanista” Mazzone a giocarcela con l’Ascoli che già l’anno scorso c’ha mezzo purgato. Poi ci sarà il Lione con il redde rationem annuale.
Una mano di giorni da passare in apnea.
Speriamo che qualcuno abbia nel frattempo imparato anche a respirare dalle orecchie.
Stavolta più che mai ne abbiamo tanto bisogno.

Ad maiora

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