martedì, Ottobre 01, 2024 Anno XXI


da La Gazzetta dello Sport

RanieriSe una notte d’inverno un viaggiatore — ovviamente bloccato in questa Italia paralizzata dalla neve — si guardasse indietro, penserebbe: non è possibile. Flashback. 18 maggio 2008. Catania: ultima giornata di campionato. La Roma via etere capisce che il sogno scudetto è da archiviare. Rabbia? Tanta. Ma anche in quei momenti nessuno — neppure il più pessimista — avrebbe mai potuto immaginare che sarebbero dovuti passare 581 giorni prima di ritrovare la squadra giallorossa in zona Champions League. In questo frattempo la proprietà è stata sballottata da almeno tre tempeste (Soros, Fioranelli, Angelini), un allenatore-profeta ha preferito salutare (Spalletti) e qualche stellina è stata ceduta (Mancini e Aquilani). Ora la Roma è tornata, ma il d.s. Pradè ha detto parole chiare: «Siamo nel posto che ci spetta. Abbiamo solo fatto il nostro dovere». Facile? Non proprio. Ci è voluto un tecnico accolto con affetto (perché romano e romanista) e scetticismo (perché poco sponsorizzato). Ci è voluto Claudio Ranieri, che ha ricostruito il futuro con una serie di piccole e grandi mosse.

Preparazione & Infortuni
Stop ai carichi di lavoro esagerati, stop ai giocatori messi in campo ad ogni costo, col rischio di nuovi infortuni e lunghe soste. Il tutto condito con psicologia. Pizarro vuole giocare sempre e mugugna se viene gestito? Capirà. Il totem Mexes e il talento Menez finiscono ai margini? Nessun problema, torneranno utili più avanti. Con una premessa: «Io sono un martello». Cioè, non devo essere un amico dei calciatori, ma farli rendere al massimo. Non a caso nelle scorse settimane Perrotta aveva ricordato: «Dopo 4 anni con Spalletti, forse eravamo diventati troppo amici».

Esperienza & Turnover
In ogni caso, nei momenti difficili (i primi), il compito di tirare fuori la barca dalla secca è stato affidato ai «vecchi», non ai ragazzi. E così, prima di rivedere la linea verde, si è attesa la risalita. E adesso guardate la lista dei marcatori: 16. Nella cooperativa giallorossa si è iscritto anche il giovanissimo Scardina.

Moduli & Difesa
Altra mossa. Moduli come dogmi? Macché. Piace il 4-4-2, ma all’inizio il rombo dà più garanzie, così come le divagazioni col 4-1-4-1. Però col consolidato 4-2-3-1 arrivano le cose più belle, soprattutto con l’interpretazione più estrema del tridente (Totti, Vucinic, Menez), senza contare i passaggi intermedi a partita in corso. Problemi da affrontare? Diversi, ma tutti da metabolizzare con una certezza: la difesa deve tornare a non subire gol. Santificato lo sconosciuto Julio Sergio, ci è voluto lo stesso del tempo, però adesso il filotto di partite a reti inviolate è di 4 (Europa League compresa), e la classifica ha cambiato volto: solo l’Inter ha questo ritmo. Strano? Non proprio. Basta interpretare le parole di Ranieri. «Non sono ancora soddisfatto» dice. Ma il sorriso che le accompagna è quello giusto.