martedì, Ottobre 01, 2024 Anno XXI


Marco AurelioParlare del concetto di giustizia a Roma, in tempi antichi o in tempi moderni, non è cosa facile. Nella formazione di un popolo o di un Impero come fu l’Urbe il concetto di giustizia, eguaglianza, equità, è pressoché difficile da inquadrare. Le storie di chi si è alternato al potere sono varie e quasi tutte segnate da rigidità,”dittatura”, spesso corruzione ed egoismo personale.
Ma ci fu un Imperatore nella storia di Roma che viene ricordato non solo come il detentore del potere, ma anche come un uomo giusto che, la maggior parte delle volte, combatte con se stesso, diviso tra il naturale estro egoico dell’uomo e il senso etico, forgiato in lui dallo stoicismo.
Marco AurelioStiamo parlando di Marco Aurelio, che dal 121 al 180 fece parte di una fetta molto importante della storia di Roma. Venne considerato, anche da molti storici, uno dei pochi regnanti giusti ed equi, sebbene lo scenario che accompagnò il suo regno fu comunque teatro di battaglie, carestie, ed aspri confronti. Ciò che lo caratterizza e ciò per cui è anche ricordato è, oltre all’uomo di stato, anche il filosofo. Allievo di Apollonio di Calcide filosofo stoico, nella sua gioventù è segnato da una apparente, solo apparente, mancanza di carattere, che tentò paradossalmente di colmare con gli insegnamenti dello stoicismo; l’autocontrollo, il coraggio, il diniego dei fasti e dei divertimenti il disprezzo per la pura gloria personale e la ricerca continua verso l’integrità morale. La sua vita fu una lotta continua nel cercare di rendere quasi genetico il suo stoicismo, un tentativo che aveva lo scopo di farlo arrivare alla adiaforia*, ma i naturali istinti di uomo entrarono sempre in conflitto con lui fino alla fine. Molti storici infatti asseriscono che la “visione” stoica fu solo prestata, ma assolutamente non “naturale” in questo sovrano illuminato.Marco Aurelio A conferma di questa teoria c’era il continuo confronto con la morte: un argomento amato e ricorrente in lui, tanto da essere riportata anche in uno dei suoi aforismi più famosi “La morte sorride a tutti; un uomo non può far altro che sorriderle di rimando”. I suoi fasti e le sue battaglie sono note a tutti. Di Marco Aurelio affascina più che la cronologia di guerra, il modus pensanti. Un uomo che amava la malinconia sfumata in dramma, la solitudine come compagna silente nella luce fioca dell’accampamento, l’annotare i pensieri… le sue filosofie… Un uomo che amava l’amplesso con l’oblio e che danzava ogni notte insieme ai suoi dubbi, attanagliandosi nel chiedere a se stesso se aveva fatto o no la cosa giusta. Verso il suo popolo, verso i nemici, verso i figli, verso se stesso. Traccia di questo rimane anche nel rapporto conflittuale con il figlio Commodo (opposto a lui in ogni senso), alleviato solo dall’affetto verso l’amata figlia Lvcilla.
Marco AurelioChi fu davvero?
Il Filosofo? Il condottiero? Il Sovrano? Oppure un despota? Ciò che sappiamo è che la storia lo porta a noi come uno degli Imperatori Romani più ricordati per saggezza e rettitudine. Ciò che fu davvero non spetta a noi dirlo. Non possiamo leggere l’animo di un grande uomo. Né giudicare un imperatore le cui scelte, a volte, prescindevano anche dai valori morali.
Non possiamo leggere nell’animo di un grande uomo.
Neanche Lui stesso, forse, ci riuscì fino in fondo.

*Adiaforia: indifferenza verso i beni insignificanti

Aforismi famosi di Marco Aurelio

  • Le conseguenze della collera sono molto più gravi delle sue cause.
  • Devi sempre agire, parlare e pensare come se quell’istante fosse l’ultimo della tua vita.
  • Guarda sotto la superficie: non lasciarti sfuggire la qualità o il valore intrinseco delle cose.
  • Il modo migliore di difendersi da qualcuno è comportarsi come lui.
  • L’arte di vivere assomiglia più alla lotta che alla danza.