lunedì, Settembre 30, 2024 Anno XXI


Per noi che il primo pelo è caduto da un pezzo, una vittoria a Torino contro la juve è motivo di grande, grandissima gioia.
Troppe ne abbiamo viste, troppe ne abbiamo subite per avere anche un minimo di razionalità e di capacità di analisi.
Gli abbiamo fatto del male, questo conta, un popolo che parla la stessa lingua con la stessa cadenza, che ha le stesse emozioni, all’unisono si è alzato in piedi per vedere la traiettoria del cross di pizarro che portava la palla all’estrema periferia dello schermo tv, e all’improvviso si è materializzato dall’angolo in basso una locomotiva roscia a maniche corte che con una capocciata asfaltava i resti della juve e ci consegnava un week-end di gioia collettiva. I ragazzi viravano dalle rotte abituali del sabato sera, discoteche e pub, per riversarsi nel piazzale degli arrivi nazionali di Fiumicino; -che ne sanno a Torino – avrebbe poi detto il Mister di Testaccio mentre veniva portato in trionfo a spalla !!

Non lo sanno Mister, non lo sanno a Torino (quei pochi) e non lo sanno al sud, in Veneto, in Emila, in Sicilia e Calabria, non lo sanno fuori da Napoli e da Firenze, non lo sanno nelle Marche e in Puglia, invece lo sanno gli ascari di fuori raccordo e gli infiltrati dell’urbe che tutti accoglie, sanno che vuol dire vivere a Roma e di Roma, sanno la passione e l’identificazione che il romano ha con la sua squadra, sanno e girano alla larga.

Oggi in Italia si parlerà della Kostner e della Ferrari, di Nadal e delle ripercussioni nei mercati mondiali del tracollo dei bond argentini, di Dan Brown e dell’esoterismo nell’Europa rinascimentale.

A Roma invece cari tifosi delle vittorie viviamo di pane e magica, per lei soffriamo e con lei gioiamo, abbiamo sulla pelle le stimmate delle infami partite rubate e delle sconfitte cocenti ma meritate, i tatuaggi indelebili di quei pochi momenti di immenso che consegniamo attraverso le immagini della nostra gioia al mondo, e abbiamo la certezza ora, di avere una squadra con le palle, che lotterà su ogni pallone fino alla fine, guidata con razionalità da quel mister che avete ripudiato e bollato di incompetenza e che per fortuna è ripartito dalla base, casa sua, per tornare da Cesare a spargere sale sulle rovine di quello che un tempo fu il regno della triade, basato su giocatori forti, arbitri comprati e armadietto dei farmaci straboccante di merda.

Hanno riversato ogni sorta di insulto sul nostro grande capitano, e lui da grande condottiero ha risposto da par suo, è entrato, ha visto e poi vinto.

Dormi tranquillo Candreva e sogna quel gol, – se segno esulto –
A Roma si racconta dalla notte dei tempi di uno scassone di macchina con un annuncio di vendita sopra che diceva …vendesi bla bla … telefonare ore pasti . ci trovarono scritto sopra …. MAGNA TRANQUILLO !!
Vale pure per te Candrè, dormi tranquillo e sogna, c’eri anche tu nella cavalcata dei lupi sotto il settore a festeggiare gol e vittoria !

Ave Roma, la tua gente ti acclama.