venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


Roma anche sul Danubio: AquincumLa grandezza di Roma non è da attribuire solo all’arte. Almeno non solo a quella. La fastosità sacro-architettonica, l’immenso patrimonio artistico, le bellezze storiche non sono l’unica cosa che rende l’Urbe unica nel mondo.
Roma è stata Musa ispiratrice di poeti e cantori. Le sue strade, come gli uomini che l’hanno fatta grande sono protagonisti di libri famosi e letti in tutto il mondo. Le gesta dei Cesari sono studiate ancora oggi nelle scuole e negli atenei. Molti i proverbi, i latinismi, i motti celebri a Lei dedicati, sia seri che faceti, sono la testimonianza tangibile di una gloria che cavalca e attraversa i secoli. Nei modi di dire comuni, molte frasi si riferiscono alla capitale per indicare grandezza o comunque un concetto di maestosità ed imperio e, molto spesso, di vittoria e sentenze definitive, non più discutibili.
Questo ha motivazioni che affondano radici profonde nel tempo e nella storia, motivazioni forgiate da molte battaglie e dal sangue di uomini valorosi, famosi, ma anche non famosi che inseguivano un sogno, una “visione” chiamata Roma.
PompeiInvitiamo, come dire, alla rassegnazione più totale: Roma è ancestralmente Regina e avvolge tra le sue materne braccia un po’ tutta l’Italia: basta guardarsi intorno, per ammirare ancora costruzioni di epoca e fattura romana e basta rileggere i libri di storia per rinfrescare il fatto che c’è un po’ dell’Urbe anche in altre Città italiane, come per esempio in Napoli che, nel 326 a.c, divenne Colonia Romana ad opera di Quinto Publilio Silone. Il Console lasciò alla città ampi spazi di espressione della propria cultura e, già da allora, lo spirito di rispetto veniva fuori, lasciando ad un popolo (i futuri napoletani) i suoi usi ed i suoi costumi. E cosa dire di Pompei? Deve ogni suo fascino a Roma, che la plasmò come sua “figlia adottiva”, la abbellì e la rese al mondo. Oggi è Patrimonio dell’Unesco, è nel territorio campano, eppure è Roma che l’ha donata a Noi. Vogliamo parlare anche del nord? L’antica Ticinum, l’attuale Pavia, fu fondata dai romani, ed in tutto il settentrione abbiamo segni del passaggio dei Cesari. Non esiste in Italia, e nel mondo, un’ altra stirpe che abbia dato origine a cose simili a quelle generate dalla progenie di Rea Silvia. E questo, mi si permetta la riflessione, da sempre sembra quasi “dar fastidio a qualcuno”.
Cesare e VercingetorigeUltimamente leggevo un libro di uno “scrittorino” (mi permetto di definire così chi esprime giudizi qualunquisti), che nelle pagine centrali del suo libro (?) critica Roma in modo feroce, definendola un bordello di dissolutezza e apostrofandola come una Babilonia, sede di ogni perversione. Credo che, ammettendo a se stessi determinate realtà, si viva meglio. Vercingetorige, “il Grandissimo Re dei Guerrieri”, alla fine della Battaglia di Alesia si inginocchiò arreso davanti a Cesare e gli disse “Hai vinto un uomo valoroso, tu che sei un uomo valorosissimo!”. Penso che questo stralcio di storia dovrebbe far riflettere i tanti detrattori, pochi, ma rumorosi a volte. Ormai, per alcuni, Roma è patria di ogni male di ogni dissolutezza, Roma è “ladrona” e, se vince (nel senso calcistico), è solo fortuna e non bravura. Sembra il problema figlio di ogni “grandezza”; l’estrema ipocrisia che veste l’invidia con l’abito della Dea Fortuna e ne rapisce il merito, imprigionandolo nel balletto mediatico delle ovvietà.
Cui Prodest?
VirgilioI figli di questa Italia leggono Virgilio, poeta che visse da romano, e traducono Il De Bello Gallico, grande opera di Cesare.
Si dice Roma Caput Mundi in ogni parte di questa terra, non mi pare che sia citata altra città. Ergo ammiriamo e preserviamo questo tesoro che è di tutti; quando vai a casa di un romano, ti offre accoglienza e ti apre le braccia. Roma è questa, ha fatto per il mondo e continua a deliziarci con la sua immortale bellezza e con i suoi doni.
A Noi tocca rispettare questo patrimonio dato all’Italia ed al mondo.
Roma Locuta, Causa Finita.