mercoledì, Ottobre 02, 2024 Anno XXI


da Rivista Romanista – romanews.eu

Daniele Pradè“Il mancato acquisto di Milito è il mio più grande rimpianto. Lo avevamo in mano, poi decidemmo che come centravanti sarebbe stato sufficiente Totti e cambiammo strategia. E l’argentino finì al Genoa”. E’ questa una delle diverse confidenze rese dal direttore sportivo della Roma Daniele Pradè in una lunga intervista concessa a Rivista Romanista, il mensile dedicato ai tifosi della Roma in edicola da domani, venerdì 12 marzo. “Alla Roma – ha ricordato Pradè – mi portò Lucchesi. Mi presentò Franco Sensi e la mia vita cambiò per sempre. Rosella è molto simile al padre. E’ esigente, grintosa, determinata, sempre presente. Le devo moltissimo. Lavorare con Capello mi ha fatto crescere subito. Da lui ho imparato molto, anche ad archiviare ogni informazione sui giocatori visionati. Ora vedo almeno due dvd al giorno di calciatori. E’ una specie di scaramanzia, non lo faccio solo a natale e a capodanno. Tutti gli altri giorni dell’anno sì. Lavorare per la Roma è stato il coronamento di un sogno. Momenti brutti ce ne sono stati. Con Cassano arrivammo allo scontro fisico, Chivu, Mexes e Panucci si schierarono subito dalla mia parte. Totti per le cinque giornate di squalifica e Panucci per l’insubordinazione di Reggio Calabria sono stati quelli che hanno pagato le multe più salate. La mia prima scelta da dirigente è stata Spalletti: in ballo c’era anche Zeman, ma tutti abbiamo scelto Spalletti. Ogni scelta alla Roma è condivisa. Non c’è stato un solo calciatore acquistato senza il parere favorevole dell’allenatore. Con Spalletti il rapporto è finito come finisce un amore. Certo, il suo colloquio con Abramovich ci diede fastidio. L’unico rimpianto è che forse il rapporto andava interrotto prima. Il mercato? Mourinho ci ha fatto un bel complimento. Stiamo molto attenti alle spese e sappiamo giocarci i nostri jolly. La bellezza della città funziona sempre. Solo con la moglie di Zè Roberto non funzionò”. All’interno di Rivista Romanista anche il racconto delle partite dell’ultimo mese, il poster della curva sud e una inedita testimonianza in un’anticipazione di un libro presto in vendita: uno dei tifosi romanisti arrestati per gli assalti alle caserme dell’11 novembre 2007 racconta il suo punto di vista sui fatti.