lunedì, Settembre 30, 2024 Anno XXI


..che poi era fiato alle trombe, ma il giocare con le parole, voltarle, storcerle, creare nonsense ci dà lo stesso piacere che si legge negli occhi di Jeremy Menez quando punta l’avversario.
In quel momento non c’è patria, Roma, maglia, risultato o qualunque altro pensiero, che lo possa distogliere dal motivo per cui lui è venuto al mondo: girare intorno all’avversario e saltarlo come un birillo; talvolta per la gioia del pubblico e della propria squadra, altre volte inutilmente, e per la gioia dell’avversario.

Ci ha fatto piacere vedere un centrocampo inventato e tre giocatori di talento davanti combattere, portarsi avanti, farsi riavvicinare (grazie all’ennesimo ridicolo rigore assegnato contro), raggiungere, e poi perentoriamente portare a casa i tre punti.
Grandi tutti, ma la vittoria porta la firma di quei tre: jeremy, Mirko e numero 1.

La scorsa stagione 4 acquisti pagati fiori di euris (se pensiamo che Loria ci è costato mezzo Curci, l’altra metà di Galloppa e conguaglio sopra, tanto per citare un esempio) non hanno coinciso con un salto di qualità della squadra, anzi; quest’anno due prestiti dell’ultima ora hanno ridisegnato e dato nerbo invece ad una formazione che sembrava essersi smarrita.

Provate a pensare ad una partita degli anni passati nella quale c’era il forfait certo di totti, ddr, mexes e pizarro: “una camboggia” si sarebbe detto alla sorbona … e invece ieri questo testaccino che siede sulla sua -e pure de Mazzone – panca ha messo titolare Faty, inserito sul 4-2 Pettinari per l’esordio con il calcio che conta, messo nel ruolo di Taddei – che insegue tutti– Menez – che non insegue nessuno, tutt’al più gli ammolla un calcione quando partono – inserito quel centravanti chiesto a gran voce perché nonostante le grandi cose che abbiamo visto nel recente passato, non è facile per nessuna squadra giocare senza punta e senza portiere.
Questo allenatore vituperato dai geni con la erre moscia di torino (lunga vita a loro …e a lotito), nella sua praticità ci ha dimostrato che si può giocare a 3 e a 4 dietro, con il rombo o la linea a centrocampo, con una due o tre punte, a seconda della necessità, dell’avversario e dello stato di forma della squadra.
Che si può correre come saette o trotterellare facendo girare la sfera e rifiatare, che si può anche dire “questi hanno picchiato come fabbri” in conferenza stampa pur avendo fatto la prima comunione ma sottolineando che l’arbitraggio ha permesso un certo tipo di calcio (in soldoni se a inter-roma se ci fosse stato tagliavento la partita la finivano in 7 e non in 11 e col pareggio).

Comunque il discorso trukke trukke ci sembra fuori portata, e, come abbiamo detto nello scorso redazionale a meno di catastrofi a milano non ci sarà possibilità…
…a meno di catastrofi…
…oddio a Milano per il momento non c’è l’allarme tsunami però di scricchiolii se ne sentono, e anche crepe nei muri se ne vedono… sapremo approfittarne ?

Lo sapremo domenica mattina… bologna-roma / inter-livorno poi roma /inter.
Da qui passano i sogni, le conferme, la collocazione nell’esatta dimensione e le prospettive future.

Daje mister scegli la ricetta giusta, fatte sentì te che nun volemo Pierpaoli o artri concessori di rigori a sbafo, se ce battono è perchè se lo saranno meritato e non rubato, e se dovessimo fà filotto allora sì che il titolo sarà …
fiato alle trombe Turchetti !!

Redazione CdR

ps – Daniele Conti è daa lazio, nun ce credo che è romanista. a Bruno daje un nocchino in testa !