lunedì, Settembre 30, 2024 Anno XXI


Riprendo le mie notarelle da dove le avevo lasciate in virtù di un gesto scaramantico in favore della Magica che, da quando avevo smesso di raccontare frescacce aveva inanellato successi su successi.
Già la Roma… Ve la ricordate? Vi ricordate quei giocatori?
Aspetta chi c’era?
Totti, a quei tempi Capitan Presente e poi De Rossi, Capitan futuro. E quel piccoletto? Pi..Pi…Pizzarro. Come dici? Co na z sola? Sta a guardà er Capello (che nel frattempo scaja).
E poi quel fiandulone biondo con le tre stelle sul collo come i cavalli da tiro della Normandia? Mexes. Eh! Mexes.
Una star acclamata o una sega mesciata? Chi può dirlo con esattezza.
Sembra passato un secolo e sono invece solo poche settimane.
Certo abbiamo avuto bisogno di rimuovere in fretta.
Lippo Lippi ci ha promesso un’altra coppa e in fin dei conti, anche se della Nazionale ce frega poco, fa casino ce piace.
Ma ce piace più la Roma o fa casino?
A pensarci bene forse la seconda che hai detto, perché molti se lamentano che nun se vince mai. E’ questione de gusti. A chi je piacciono le farfalle nella panza e chi le farfalle je dicono poco e preferisce l’adunata ar Circo Massimo.
Poco importa se co cinque giocatori e sei figure te l’anno dovuto rubbà pe fatte perde.
Tutta corpa der manico.
Ma no quello del macellaretto de Testaccio. Quello che c’entra? A quello ce semo arrivati per caso. Non lo voleva nessuno e se lo semo accattato noi.
Culo, solo culo.
La corpa è della Presidenza. Si sa.
Rossellì caccia li sordi.
Poi noi venimo. Piano, ma venimo.
Siamo come i diesel vecchi: candellette, preriscaldamento e poi si parte.
Intanto tu caccia li sordi che finora hai fatto poco.
Certo tutt’altra stoffa da quello champagnone de tu padre, pace all’anima sua.
Lui, buffo su buffo, s’è magnato pe la Roma sessanta chilometri di costa, dipendenze demaniali escluse: da Villa Pacelli a Civitavecchia.
Beau Geste al femminile stavolta non ci poteva entrare.
Nessuno si sacrifica più per la patria e per l’onore. Almeno non tutte e tre.
Rimarremo quindi qui, ancora un po’, ai confini di questo Nord ladrone e corruttore che ci vomita addosso ma che cerca casa tra il Colosseo e il Quirinale.
L’avete mai sentito un romano di’:”State tranquilli che mo ce penso io?”
I più gli avrebbero ricordato che la moglie di Tranquillo era sempre indaffarata e che Cepensoio era morto tra atroci sofferenze con un imprecisato numero di punti di sutura nel deretano.
Mo ce penserà chi, unico nel paese, s’è comprato i bond della Leman Brothers.
Alla folla prefestiva, vista la confusione, rimarrà il sogno di un Soros che con il paracetamolo destabilizza la Banca d’Inghilterra e a qualcun altro la speranza di una marchetta sul giornale del Capo.
A noi rimarrà il compito di non farci intercettare, i principi sono sacri e condivisi, perché una semispecie di bancomat è più pericoloso della Kriptonite.
Continueremo a annà in giro con un par de cellulari a testa, tre o quattro carte de credito, cinque o sei tessere sconti, dar fruttarolo al videonoleggio, lasciando la scia come le lumache.
Ma non tracciabili.
Duri e puri. Come na vorta.
Me viè da ride ma nun se vede.
Nel frattempo la Roma vive uno dei momenti più critici della sua storia.
Alla fine ne rimarrà solo uno. O forse non ne rimarrà nessuno.
Basta che Rossella se va.
E il resto?
Manca.

Ad maiora