lunedì, Settembre 30, 2024 Anno XXI


Questa nota riguarda una categoria di cittadini, i tifosi che vanno allo stadio, ma anche le libertà fondamentali di tutti. Da quest’anno coloro i quali vogliono abbonarsi alla propria squadra del cuore, ma anche alla squadra della città dove si risiede per amore del calcio ( ve ne sono ), o vuole andare in trasferta, deve obbligatoriamente fare la tessera del tifoso. Deve cioè sottoporsi a una schedatura. L’idea venne al Ministro Amato, ma il Ministro Maroni l’ha presa a cuore al punto di scagliarsi con inusitata veeemenza contro quei cittadini, vedi De Rossi, che l’hanno criticata. La tessera ha un costo, funziona come un bancomat ed è assai gradita alle banche. Ma non è questo il punto, perchè il taglieggiamento imposto ai tifosi è secondo me ignobile, ma è il problema minore. Il punto è che per la prima volta dal 1945 in Italia una categoria di cittadini è sottoposta a una schedatura di massa per il solo fatto di voler assistere a uno spettacolo. Si badi bene, già oggi chi acquista un biglietto deve dare i propri dati personali, cosa che non si era mai vista nemmeno nel Cile di Pinochet o nella Romania di Ceaucescu. La tessera non aggiunge nulla di nuovo a quanto le questure già sanno di chi va allo stadio. Nessuna legge impone la tessera, solo una circolare del Ministro Maroni ai Prefetti che ordina di non considerare a norma, e quindi di vietare le partite, gli stadi delle ( delle per modo di dire) società che non aderiscono all’iniziativa. Ecco tornare le sinistre circolari ai Prefetti. Il fascismo cancellò le liberta prima che con le leggi con questo strumento reso famigerato già ai tempi di Giolitti. Ad esempio la libertà di stampa fu cancellata con le circolari che ordinavano ai prefetti di sequestrare i giornali che turbavano l’ordine pubblico, ossia quelli dell’opposizione. E potrei citare migliaia di esempi. Le norme a garanzia delle libertà previste dallo Statuto Albertino non furono mai abrogate, bastarono le circolari ai prefetti e quelle amministrative. Poi vennero le lleggi speciali e quelle fascistissime. La tessera, ci viene detto, serve a contrastare la violenza negli stadi. Se non l’hanno scongiurata il decreto Pisanu e le norme di Amato, non si vede come ci possa riuscire la tessera. I gruppi di violenti e facinorosi non paiono così ramificati e potenti da non poter essere sbaragliati da normali operazioni di polizia come hanno fatto inglesi e tedeschi senza tessere e schedature, ma utilizzando normali strumenti d’indagine. Le dittature nascono sempre per proteggere i cittadini onesti dai criminali, e finiscono tutte con i cittadini onesti in galera e i criminali a fare i poliziotti. Non prevenire ma reprimire diceva Zanardelli, autore del codice penale più avanzato nell’Europa dei primi del novecento. Si dice che la tessera del tifoso da delle facilitazioni ai sottoscrittori, ammesso che sia vero, le tessere del PNF o del Pcus ne davano di ben altre. Non nego che questo Ministro abbia ottenuto dei successi nella lotta alla criminalità organizzata, ma ne ottenne anche il Prefetto Mori contro la mafia. Il punto è che in uno Stato di diritto il primo dovere è quello di garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini. Cosi la libertà viene calpestata. Quanto alla sicurezza, chi scrive è cresciuto nel culto delle forze dell’ordine, ma non può non fare a meno di consatare che i casi di abuso di forza e di potere sono in pericoloso aumento, dal caso Aldovrandi, al caso Sandri, a quello dei ragazzi ingiustamente picchiati e arrestati nei pressi dello stadio Olimpico, alla violenta repressione della pacifica manifestazione degli aquilani di ieri. Il Ministro dovrebbe abbandonare tessere e schedature, e occuparsi del fatto che i manganelli vengano usati correttamente. Se passasse la tessera del tifoso tutto diventa possibile. Ci sono pedofili e stupratori? Facciamo la tessera del sesso. Facciamo la tessera di chi vuole fare manifestazioni di protesta o magari quella di chi vuole andare a votare. Uno strumento che pare trascurabile, può essere il primo strumento per costruire un regima, da questo o da altri governi non importa, in fondo l’idea venne ad Amato.

Giorgio Ferrari