domenica, Settembre 29, 2024 Anno XXI


Caro amico ti scrivo, recitava il Dalla nazionale,
ma non per distrarmi un poco, tutt’altro, per focalizzare l’attenzione sul momento che si accinge a vivere la Roma nostra.

Edulcorando queste righe da elegie e complimenti, ringraziamenti e accidenti, rimane la situazione scarna che tutti i tifosi di calcio hanno letto nei comunicati del tardo pomeriggio di ieri:
l’As Roma è in vendita, e nelle more della transazione sarà gestita da Unicredit e Famiglia Sensi attraverso un consiglio d’Amministrazione a tre, 2 nominati dalle parti e uno “super partes” di comune gradimento.

Questo è quanto, la domanda del colto e dell’inclita ora è una sola: CHEVORDI’ ??

Lo scenario della tifoseria Romanista, in questi ultimi anni è stato abbastanza diviso nella posizione dei confronti della dirigenza: da una parte un gran numero di tifosi che hanno sempre riconosciuto ai Sensi la passione, il senso di appartenenza, i risultati ottenuti, e aver mantenuto la Roma in questi 17 anni circa stabilmente nelle alte posizioni di classifica, con uno scudetto, un paio sfiorati, uno rubato a suon di rigori, 4 coppe e tante finali di competizioni nazionali.

Dall’altra parte un altro agguerrito numero di tifosi che hanno invocato a gran voce le dimissioni e la dismissione della società, cavalcato le voci (purtroppo prive di qualsiasi fondamento) di acquisti da parte di magnate della finanza americana, di palazzinari e industriali romani, e sperato (insieme a noi) che la Gazprom riuscisse ad entrare nell’italica mafia pallonara con soldi a profusione per portare la nostra Roma sul tetto del mondo: progetto prontamente abortito dall’arrivo di esercito, aviazione e caschi blu dell’Onu nella sede della Roma il giorno dell’incontro tra i Sensi e russi.
Lo status quo non si tocca, 3 squadre ci sono in Italia sostenute dalla pletora nazionalpopolare che accomuna leghisti e isolani, montanari e contadini; le altre non possono e soprattutto non devono.

Comunque senza uscire fuori dal seminato, come sempre avviene le divisioni interne nei partiti, nelle tifoserie, nelle nazioni hanno sempre giovato principalmente al nemico.
La scissione del Commando Ultrà fu in un certo senso l’inizio del decadimento di un certo tipo di curva sud,
e l’attrito di posizione e di pensiero tra noi tifosi non ha certo creato un ambiente propositivo e sereno intorno alla squadra.

Il comunicato di ieri in un certo qual modo spazza via ogni possibile presa di posizione e schieramento: la Roma è in vendita, chi vuole si faccia avanti presenti pecunia e progetto e sarà sua. Non ci sarà ostruzione, non ci sarà preconcetto, sarà una transazione economica.
Le vedove di Soros, i Villapacellisti, la maggioranza silenziosa, ora possono ricompattarsi e fare tutti insieme una e solo una cosa:
Vigilare.
Vigilare che chi, da qui a breve, acquisirà il diritto di decidere le sorti del nome di Roma nel calcio mondiale, lo farà per portare la Roma ancora più in alto, vigilare che non arrivi un “lotito” anche nella sponda legittima del Tiber, che non sia un burattino del potere calcistico o di quello industriale: c’è da costruire uno stadio, gestire in modo più globale il merchandising, se il “core business” diventasse il mattone non crediamo che si possa ipotizzare un futuro roseo per la Roma calcio.

Vigilare dunque, anche e soprattutto che il lavoro dei consiglieri porti ad una valorizzazione anche in questa fase della società e della squadra, spesso un prodotto dal valore troppo alto è poco appetibile, e una sostanziale riduzione di esso può portare ad un maggior interesse da parte dei compratori….
..basterebbe poco: ottavo posto, fuori al primo turno dalla champions, via capitan futuro e nelle pupille dei palazzinari si accenderebbe la lampadina degli special e via al saccheggio.

Non vogliamo questo, vogliamo una proprietà che parli a questa gente appassionata e gli spieghi piani e progetti, e porti Roma nostra là dove la storia ci ha sempre collocato: uber alles.

Salutiamo con rispetto assoluto Rosella Sensi, molto giovane in un mondo di squali e serpenti a sonagli, che ha gestito con professionalità il difficile momento, ha tenuto duro, alzato un paio di nazional-trofei, mantenuto l’ossatura della squadra e riorganizzato la società permettendogli, con possibilità economiche autarchiche, di arrivare vicina due volte al titolo.

Salutiamo Rosella e manteniamo vivo il ricordo di papà Franco, figlio di padre fondatore, l’ultimo presidente tifoso, capace di mettere in gioco il suo futuro e quello della sua famiglia per la nostra Roma, fiero oppositore del regime calcistico, combattente insieme a noi di quel sistema che ha provato a stroncarlo in ogni modo, come accadde per Dino Viola, altro presidente e persona che insieme a Franco faranno parte per sempre del Pantheon degli dei della nostra religione.

Non li ringraziamo, perché hanno fatto quello che ogni tifoso farebbe per la propria squadra: dare il massimo e oltre, ma li stimiamo e li ricorderemo in eterno. Noi possiamo, l’eternità è un concetto che ci appartiene.

All’erta fratelli e sorelle nella Roma, c’è da scrivere una nuova pagina nella storia infinita, facciamo si che siano righe di gloria e di immenso.

Sempre forza Roma, da qui all’eternità.