domenica, Settembre 29, 2024 Anno XXI


L’ultimo tuffo della campagna acquisti ci restituisce uno sprazzo di gloria inusitato. Pur in una situazione di transizione siamo riusciti a prendere due giocatori sotto al naso di una rivale storica (Juventus) e a rilanciare una rosa che qualche perplessità, inutile negarlo, ce l’aveva regalata. BuBi, Burdisso e Borriello, sono due grandi che faranno ancora più grande la Roma che verrà.

E se da una parte registriamo un successo pieno, erano anni che la campagna acquisti non si dispiegava a questo livello, dall’altra dobbiamo tener conto di alcuni sabotaggi che hanno impedito di realizzare un progetto ancora più ambizioso. Alcuni giocatori, con salari da top player, preferiscono svernare in tribuna nella Capitale che andare a trovar fortuna da qualche altra parte. E’ l’altra faccia del professionismo e c’è da sperare che possano cambiare le regole del gioco con contratti a prestazione in grado di modulare l’ingaggio a secondo del rendimento in campo. Certo si tratta di un terreno accidentato perché potrebbe accadere che un professionista possa essere danneggiato da una società in nome di una politica industriale in cerca di plusvalenze facili, come già accaduto in passato, ma se da una parte era intollerabile, ed è stato superato, il mercato delle vacche, dall’altra non può capitare che procuratori e giocatori possano tenere in scacco un’intera società, se si tratta poi, come nel nostro caso, di una società per azioni.

E con il botto finale di campagna acquisti che metterà la sordina, in queste due settimane, ai mugugni di questa partenza con le polveri bagnate, vogliamo affrontare un tema che è stato al centro del dibattito di questi giorni in seno a CdR.

Si tratta della questione della pezza in Sud.

Chi ha seguito il Sacro Muro dopo la pubblicazione del Redazionale di lunedì, avrà potuto osservare una separazione netta tra favorevoli e contrari. Il redattore di questa nota, d’impulso, si è schierato tra i secondi ma, riflettendo ha cambiato idea. Nella liturgia dello stadio lo striscione e la dislocazione territoriale assumono ben presto un valore assoluto. L’esserci e l’essere diventano due realtà inscindibili che mal si conciliano con una presenza multipla e indistinta. Ma questo è retro pensiero di quell’ultras che sonnecchia dentro la testa di ciascuno di noi. La casa quindi di CdR è la balconata e rimarrà per sempre quella, fino a che, come gli highlanders, ne resterà solo uno.

Ma CdR ha la missione di andare oltre agli schematismi che rischiano di sterilizzare tutto il lavoro di apertura a tutti i settori del tifo che è stato fatto in questi anni. La proposta fatta da alcuni di noi, che si sono riconosciuti in CdR, ma che per ragioni storiche, personali e sentimentali, sono assidui frequentatori della Sud di testimoniare con una pezza di CdR appunto in Sud, la loro presenza, vista in un ottica diversa, non è una diminutio, bensi un grande onore che ci viene fatto.

Senza tentazioni cerchiobottiste comprendo anche chi ha espresso perplessità o addirittura contrarietà verso questa opportunità. C’è infatti in CoredeRoma un aspetto affettivo di tipo familistico, che probabilmente trova la sua giustificazione nell’evoluzione di rapporti che sono evoluti oltre l’amicizia e sono diventati veri rapporti di affetto. E l’affetto, si sa, chiede automaticamente esclusività e genera esclusione.

Non dobbiamo farci ingabbiare da questa visione distorta. Mi sento quindi dal redazionale di invitare tutti coloro i quali si riconoscono in CoredeRoma, indistintamente facebookkari e non, aderenti della prima e/o della seconda, ora di spersonalizzate la situazioni. CdR non è Romatto o Pasquino o 3G o il Kaiser o Paoletta o Rudy o Emanuele o Fila (Alta o Bassa). Non è Orco, il Lappone, Elvis, Lucky Luke o Miss Roma (e mi fermo qua ma ne dovrei citare almeno un’altra ventina). CoredeRoma è un modo di stare insieme di gioire, di divertirsi, di emozionarsi, assieme.

Se amate quel sentimento è a quello che dovete voler bene perché quella è la nostra essenza e lo sarà sempre. Ovunque sarà la Roma e ovunque sventolerà il nostro glorioso vessillo.

Ad maiora

Per la Redazione BL