lunedì, Settembre 30, 2024 Anno XXI


Sul volo Alitalia l’altro giorno ho letto Ulisse, la rivista che trovi li nel sedile davanti a te.

La sfoglia distratto finchè una pagina mi attrae: si parla di calcio inglese e di come li gli allenatori italiani e il calcio italiano siano amati-odiati. Più odiati che amati, come tutti gli italiani delo resto…..

E a un certo punto leggo di questo Brian Clough. O meglio di un libro di David Peace che ne racconta le gesta che è diventato anche un film: il maledetto United. Dove per united si intende il Leeds United. Sul giornale c’è un passo del libro che parla di juventus e di itaGlia…. ne parla come ne parlerei io. Allora non potevo esimermi dal documentarmi meglio.

Ecco la trama, poi il passo in cui l’autore fa commentare al mourinho degli anni 70 la partita con la juve e infine il trailer del film:

Dopo la mancata qualificazione ai Mondiali del 1974, l’allenatore della nazionale inglese Alf Ramsey viene licenziato e sostituito con l’allenatore Don Revie, che lascia vuota la panchina dei Leeds dopo anni di successi. Al posto di Revie viene ingaggiato Brian Clough, ex calciatore di Middlesbrough e Sunderland ed ex allenatore del Derby County. Nonostante abbia accettato l’incarico, Clough odia profondamente il Leeds e il modo di giocare impostato dall’altrettanto odiato Don Revie.

Clough si ritrova ad affrontare questa nuova avventura da solo, senza il suo fidato assistente Peter Thomas Taylor, in 44 giorni dovrà trasformare gli arroganti calciatori del Leeds, noti per la scorrettezza in campo e per essere delle primedonne fuori dal campo, in onesti e sportivi calciatori. Nonostante il suo odio verso la maglia e la dirigenza del club, verrà spinto dal suo orgoglio e dalla sua smania di vittorie. Inoltre viene raccontato il lato umano di Clough con le sue paure verso il fallimento che lo porteranno ad essere tabagista e assiduo bevitore.

…Mezz’ora prima del calcio d’inizio Peter (il fidato collaboratore di Clough, ndr) irrompe nello spogliatoio rosso in faccia gridando: “Haller, la loro riserva, è di nuovo nello spogliatoio di quel cazzo di arbitro. L’ho appena visto entrare. E’ già la seconda volta, e parlano in fottuto crucco”.

“Lascia perdere” – gli dico – potrebbe essere qualsiasi cosa”.

“Col cazzo – grida Pete – Haller è un tedesco di merda e lo è anche quel cazzo di arbitro, Schulenberg. Non è giusto. Te lo dico lo, stanno tramando qualcosa”.

“Lascia perdere – gli dico un’altra volta – pensiamo alla partita e al gioco”.

Semifinale di andata della Coppa dei campioni, 11 aprile 1973.

Lo stadio Comunale, le bandiere bianconere di 72.000 tifosi della Juventus, la Vecchia Signora in persona, in bianco e nero: Zoff, Spinosi, Marchetti, Furino, Morini, Salvadore, Causio, Cuccureddu, Anastasi, Capello e Altafini.

“Sporchi, sporchi bastardi” sta dicendo Pete. Lo sta dicendo prima ancora che vi sediate in panchina, prima ancora che si sia giocato un solo pallone.

Per i primi 20 minuti incassate le entrate in ritardo, le magliette tirate, le astuzie di ogni genere.

Non fanno che buttarsi a terra sotto gli occhi dell’arbitro, cazzo.

Le ostruzioni, gli sgambetti, le trattenute.

“Sporchi simulatori, truffatori, bastardi italiani del cazzo”.

Poi Furino mette un gomito in faccia a Gemmil. Archie reagisce, appena leggermente, ed ecco che Gemmil finisce sul taccuino dell’arbitro.

“Vaffanculo, arbitro! – urla Pete – e quello stronzo di Furino?”.

Roy Mc Farland salta per contendere un pallone alto a Cuccureddu. Le teste di Mc Farland e Cuccureddu si scontrano. Mc Farland, il nostro capitano, viene ammonito.

“Per cosa? Per cosa, cazzo? Per un cazzo di niente. Niente!”.

Gemmil ammonito. Per niente. Mc Farland ammonito. Per niente.

Da quel culo rotto del loro amico arbitro crucco del cazzo.

Con Gemmil e Mc Farland diffidati nel turno precedente, questa è proprio la cosa che volevi evitare. Adesso i due nostri uomini più importanti saranno squalificati per il ritorno, proprio la cosa che volevi evitare.

“E loro lo sapevano, lo sapevano eccome, cazzo!”. Pete aveva visto giusto.

Altafini porta la Juve in vantaggio, ma poi pareggia Hector. 1 a 1 !!!!!!

Salvadore e Morini battuti, Zoff con il culo per terra, e lo stadio Comunale ammutolito, le bandiere bianconere afflosciate.

Si va all’intervallo.

Haller, la riserva, si alza dalla loro panchina e scende nel tunnel assieme a Schulenberg, l’arbitro.

“Guarda là – dice Pete – si può essere sfacciati così?”.

E poi corre giù dal tunnel dietro di loro.

“Scusatemi signori – grida – io parlo tedesco. Vi dispiace se ascolto?”.

Ma Haller inizia a colpire Pete nelle costole, chiamando a gran voce gli addetti alla sicurezza, che spingono Pete contro il muro del tunnel e lo tengono fermo lì.

Io non posso intervenire, cerco di fare in modo che la squadra non sia coinvolta nel parapiglia, entro con i giocatori nello spogliatoio, è qui che mi guadagno da vivere.

“Questa è gente da terza divisione – dico alla squadra – basta che manteniate la calma”.

Ma è qui che le cose vanno storte, pensando a Pete contro il muro.

Pete immobilizzato, Pete che ha perso la calma.

Difendersi sull’ 1 a 1? Attaccare sull’ 1 a 1?

Ma il Derby County non si difende ne attacca. Hanno tutti perso la calma.

Fino a quando Roger Davies esplode e dà una testata a Morini. Espulso.

Segnano Causio e Altafini, finisce 3 a 1 per loro, ed ecco le loro bandiere sventolare.

Bianconere. Fottutamente bianconere.

I truffatori non dovrebbero vincere mai.

“Maledetti bastardi truffatori” – grido ai loro giornalisti – non parlo con dei bastardi truffatori!”.

Ma ormai è tardi (ora Clough parla a se stesso) sei fuori dalla coppa.

Odi la Juventus.

Odi la Vecchia Fottuta Signora di Torino.

La Puttana d’Europa.

Ricorderai il suo fetore, il suo tanfo, lo ricorderai per il resto dei tuoi giorni.

Il fetore della corruzione, il tanfo del marciume.

La fine di ogni bene, l’inizio di ogni male.

Non ti consola che la Juve venga poi battuta 1 a 0 dall’Ajax nella finale di Belgrado.

Non ti consola che l’arbitro portoghese, Francisco Lobo, racconti all’Uefa del tentativo di corromperlo, dell’offerta di 5000 dollari e una Fiat che ha ricevuto per farli vincere la partita di ritorno. Non ti consola che cinque anni fa perdevate in casa contro l’Hull City davanti a 15.000 persone, sedicesimi in seconda divisione.

Non ti consola un cazzo di niente.

Non può esserci consolazione.

La Juventus vi ha steso e derubato, la Vecchia Puttana vi ha sottratto con l’imbroglio al vostro destino, la Coppa dei campioni.

Questi episodi saranno sempre con te, non ti lasceranno mai. Ancora ti perseguitano e ti braccano, e ti braccheranno per sempre.

La fine di ogni bene, l’inizio di ogni male.

Torino, Italia, aprile 1973

http://www.youtube.com/watch?v=d7Wn-irnWY0

Peppe Rigillo