mercoledì, Ottobre 02, 2024 Anno XXI


…e per mille motivi.
Se è vero (come è vero) che il calcio attuale è una forma molto remunerativa di business più che uno sport, è altrettanto vero che la componente meno calcolata di questo business, ovvero i milioni di

 appassionati che permettono tutto questo hanno dei punti fermi assolutamente certi:
la bandiera, la squadra cittadina, i calciatori fedeli alla stessa maglia.
Fa rumore il NO di Ancelotti al Chelsea e gli fa pure onore. Lo stesso si può dire per Spalletti.
Noi romanisti a dire il vero siamo abituati bene in questo, molto meglio di tutti.
Se pensate che abbiamo come presidente il figlio di uno dei fondatori della società, come direttore sportivo uno dei maggiori talenti italiani degli anni 80 e soprattutto romanista nel sangue, con capitano un figlio nostro che non ha mai abbandonato la Roma, che per essa ha sempre lottato e non gli è mai stato perdonato, che De Rossi è l’altra faccia della stessa medaglia, che Mexes è più romano che francese (anzi franzose) possiamo ben dire che tradizione, compattezza, senso di appartenenza fanno bella mostra di se in casa Roma e ne fanno un esempio.
Esempio forse anche anacronistico se vogliamo, non sufficiente per primeggiare in Europa e neanche in Italia, ma fonte infinita di fierezza.
Soros. E’ una vicenda strana e ingarbugliata. Ha fatto un’offerta di 280 milioni di euro scrivevano i giornali, ma come l’ha fatta st’offerta ?? Via e-mail ?? a voce ??
Così a naso ci pare difficile che una trattativa di un’azienda quotata in Borsa possa avvenire in siffatta maniera. Manco un negozio si compra così, manco un appartamento.
Esiste un modo di trattare affari, con incontri tra gli emissari e poi tra gli attori principali, proposte e incontri formali, qui non c’è stato mai niente, solo chiacchiere (e distintivo !!)
Ci sarebbe piaciuto a tutti vedere Torres duettare con il capitano, che sò Gerrard fare la diagonale con DDR chiudendo ermeticamente il centrocampo, Robben partire a tutta velocità laddove Rocca e Cafù bruciarono l’erba, certo che ci sarebbe piaciuto.
Ma al di là del legittimo desiderio nostro di vedere la Roma sul tetto d’Europa, di concreto ci sembra ci sia sempre stato poco e niente.
Ripartiamo dai Sensi quindi e non è poco. Attaccamento e capacità ci sembra non siano in discussione, possibilità economiche magari si. Ma esiste un budget e gente sapiente che deve gestirlo, oltre 20 milioni di euro ci sono sul piatto anche quest’anno e devono essere impiegati tutti e al meglio. Non crediamo servano 5 giocatori a due soldi, ma probabilmente due giocatori veri potrebbero fare la differenza. Ci sono quei 20 milioni e più, ci saranno i proventi della cessione di elementi scontenti di stare a Roma (arrivederci e stateve bene, non meritate manco i fischi, quelli sono per le merde tipo Chivu e l’innominabile) .
Due grandi giocatori, motivati e carichi siamo sicuri che darebbero lo sprint a questa Roma, quello sprint che diede Batigol bombardando per una quindicina di partite consecutive le porte avversarie e creando il vuoto.
Noi abbiamo un’identita certa e riconosciuta universalmente, essere di proprietà testaccina anziché a “stars and stripes”sicuramente ci inorgoglisce ma non deve essere un alibi.

Forza Rosè, t’è piaciuto gioire al gol di Mexes e ti sei sentita una di curva quando hai saputo del gol di Ibra, sono sensazioni che non avevi mai provato. Adesso che sai che vuol dire essere de noantri metticela tutta, pure qualcosa di più del ragionato, il ritorno che ne riceverai non ha eguali al mondo.
Non “arrivare in punto di morte senza accorgerti di non esser mai vissuto” (aò è Thoreau mica famo i gufi lazziali :-)) )
Sempre forza Roma, e forza DDR, Perrotta, Panucci e Aquilani, siamo fieri di voi, se Tonetto e il capitano avessero 3-4 anni di meno gli europei l’Italia li avrebbe giocati direttamente in maglia sangueOro.

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