domenica, Settembre 29, 2024 Anno XXI


da ilmessaggero.it

I giudici: omicidio volontario. Applausi fuori dall’aula
I genitori: giustizia dovuta. La madre: pietà per l’agente

Gabriele SandriLuigi Spaccarotella è stato condannato a 9 anni e 4 mesi di reclusione dalla Corte d’appello di Firenze per l’omicidio del tifoso laziale Gabriele Sandri, avvenuto l’11 novembre 2007 nell’area di servizio dell’A1 di Badia al Pino, vicino ad Arezzo. In primo grado la Corte d’Assise di Arezzo avevano inflitto a Spaccarotella una pena di sei anni di reclusione per omicidio colposo. La Corte ha condannato l’agente Spaccarotella per omicidio volontario con dolo eventuale: la corte gli ha riconosciuto una riduzione della pena legata al rito abbreviato e alle attenuanti generiche.

Il pg Aldo Giubilaro aveva chiesto la condanna a 14 anni. Il giovane tifoso laziale era stato ucciso da un colpo di pistola parito dall’arma dell’agente. In corte d’assise ad affiancare nel ruolo di accusa Aldo Giubilaro c’è anche il pm che ha coordinato l’inchiesta, Giuseppe Ledda. In primo grado Ledda chiese, come oggi, una condanna a 14 anni per omicidio volontario. In aula presenti i familiari di Sandri, mentre era assente l’imputato.

I genitori di Gabriele Sandri, Giorgio e Daniela, sono scoppiati in lacrime alla lettura della sentenza di condanna del poliziotto. «È una giustizia – ha commentato Giorgio – che era dovuta. A differenza di quanto ho detto dopo il primo grado, la decisione dei giudici di oggi mi fa sentire orgoglioso di essere italiano».

«Alla lettura della sentenza ho provato pietà per Spaccarotella, anche se verso di noi non ha mai avuto gesti di comprensione», ha detto la mamma di Sandri. «Sono tre anni che soffro – ha aggiunto Daniela in lacrime – ora questa sentenza ci restituisce serenità».

«Sono affranto ma le speranze non sono finite», ha detto Spaccarotella parlando con il proprio avvocato Federico Bagattini dopo la sentenza. Bagattini ha annunciato che proporrà ricorso in Cassazione.

Un lungo applauso ha accolto l’uscita dei genitori di Sandri dall’aula in cui si è svolto il processo di appello nel quale il poliziotto Luigi Spaccarotella è stato condannato a nove anni e 4 mesi per omicidio volontario. Alla lettura della sentenza in aula il pubblico, composto soprattutto da tifosi laziali e amici di Sandri, ha accolto la sentenza in silenzio. La gioia è scoppiata all’uscita dall’aula, dove molti amici di Sandri erano in lacrime, così come i genitori Giorgio e Daniela, che si sono abbracciati a lungo; Daniela ha avuto anche un piccolo malore. Felicità è stata espressa anche dal fratello di Gabriele, Cristiano.

Argomentando le loro richieste, Giubilaro e Ledda hanno spiegato che al momento dello sparo l’agente non poteva vedere la parte bassa dell’auto e che pur non mirando l’abitacolo la direzione della pistola era quella. Lo sparo – hanno sostenuto – fu volontario e con l’intenzione di fermare la macchina. «Si può dire – ha chiesto retoricamente Giubilaro – che Spaccarotella abbia agito nella ragionevole convinzione di non colpire nessuno?». Fra l’altro, il pg ha ricordato la distanza fra Spaccarotella e l’auto su cui viaggiava Sandri, il fatto che la pistola non fosse di precisione. Infine, secondo l’accusa, se anche il proiettile fosse stato deviato dalla rete che divide le due carreggiate autostradali, tale deviazione fu del tutto irrilevante.

Gli avvocati della difesa, Bagattini e Giampiero Molino, avevano chiesto una riduzione della pena per Spaccarotella e la conferma del reato di omicidio colposo. In base alla ricostruzione della difesa infatti il colpo partì accidentalmente e il proiettile venne deviato in maniera determinante dalla rete che separa le due carreggiate autostradali.

«È una sentenza forte, ciò che ci aspettavamo. Non credo che riscatti dal dolore la famiglia ma è un segnale che va nella direzione che tutti avevamo auspicato», ha detto la presidente della Regione Lazio Renata Polverini.