martedì, Ottobre 01, 2024 Anno XXI


Tutti alla ricerca dei motivi di una Nazionale brutta e perdente, incapace di prendere in mano un partita se non quando l’avversario si chiama Francia, squadra allo sbando e in inferiorità numerica.
Senza troppi ghirigori mentali il motivo è uno solo: la mancanza di un fuoriclasse. Hanno provato ad attribuire questa qualità a diversi giocatori azzurri, ma chi veramente lo era? A parte Danielino nostro, partito come panchinaro è bene ricordarlo, nessuno poteva stare sul gradino più alto della scala. L’Andrea nazionale, incensato a ripetizione e rimpianto nella partita con la Spagna, ha bisogno di una gabbia costruita intorno a lui per giocare bene. Quindi uno che si appoggia alla squadra non quello che da quel qualcosa in più al gruppo. Inoltre, è bene ribadirlo, con lui in campo abbiamo preso quattro gol e abbiamo realizzato zero gol su azione.
Alessandro arrivato a furor di popolo in questi europei è stato determinante come sempre quando si tratta di nazionale. Il suo apporto a livello di gioco, nella partita fatta da titolare, e quella a livello di carisma è pressoché nullo.
Di Natale, non chiamato per nome perché non accende le fantasie dei cronisti, è stato risucchiato da una competizione più grande di lui.
In ultimo c’è Antonio, il figliol prodigo. Le sue prestazioni da sei gli hanno permesso di incassare enormi complimenti. Se Francesco Totti avesse avuto lo stesso rendimento del barese sarebbe finito fucilato in piazza. Cassano si è limitato a fare il compitino. Le sue azioni finiva tutte con un passaggio ai compagni. Invenzioni nessuna, tiri in porta di rilievo nessuno.
In Germani il fuoriclasse c’era, in Svizzera-Austria no, dalle stelle alle stalle.

petraur@corederoma.net