Categorie Articoli by Gens Romana Scritto da Marforio sabato, 12 Luglio alle ore 08:59
Era la fine degli anni ’50 e Renato Rascel cantava: “dove andranno a finire i palloncini, quando sfuggono di mano ai bambini, dove andranno, dove andranno, vanno a spasso per l’azzurrità”. Sarà la mia adorazione per Rascel, il piccoletto della commedia musicale italiana, romanista verace e appassionato (è lui che coniò la frase “la Roma non si discute, si ama. Sempre”). Sarà che quando un calciatore della Roma ci lascia perché crede di trovare gloria e soldi altrove non provo rimpianto, ma commiserazione. Sarà che, come disse Sacha Guitry, “se uno ti porta via la moglie, non c’è peggior vendetta che lasciargliela”. Sarà un insieme di queste cose, ma quando ho saputo che Alessandro Faiolhe Amantino, detto “Mansini”, è stato ceduto all’Inter, non mi ha sfiorato il dubbio di aver rafforzato la nostra maggior concorrente nazionale, e invece mi è venuta in mente questa filastrocca della mia infanzia. Ormai sembra diventata una costante del calciomercato, questo accasarsi in nerazzurro degli ex giocatori della Roma. E’ accaduto con Dacourt, poi con Chivu, ora con Mansini e, pare, con Ferrari. Samuel, che pure pare si aggiri anche lui da quelle parti, non lo conto perché se ne andò, da gran signore, al Real facendo incassare alla Roma un bel po’ di bigliettoni e all’Inter è arrivato dopo. Quanti rimpianti hanno lasciato questi signori? A parer mio nessuno. L’unico giocatore che avrebbe potuto sovvertire gli equilibri è Chivu, la cui capacità di impostazione dalla linea difensiva ci è mancata un po’ nella stagione appena conclusa. E’ pur vero però che, numeri alla mano, il divario con l’Inter non è cresciuto con le cessioni, ma si è drasticamente ridotto, per non dire azzerato, se si considerano i valori al netto degli aiutini. E allora, viene da chiedersi, perché il signor Moratti, che non ha problemi di soldi e all’apparenza potrebbe comprare chiunque e dovunque, continua a fare incetta a casa nostra? La risposta che mi sono dato è irrazionale e infantile. Come irrazionale e infantile sa essere il gioco del calcio e quel gioco nel gioco che è il calciomercato. Perché il signor Moratti, uno che da piccolo andava al parco giochi con la Rolls e con l’autista e al posto del palloncino si faceva comprare tutto il carretto compreso l’omino e la bombola, è rimasto un bimbo infelice, convinto che la felicità si compri al mercato dei sogni. Illuso che prendere il palloncino all’unico bambino di tutto il parco che si ostina a non voler ammettere che lui è più bello, più ricco e più forte, e continua a giocare felice coi suoi palloncini, voglia dire rubargli la felicità e la magia che è la fonte di quella felicità. Rascel era capace di prendere a prestito i tormentoni della sua epoca e di trasformarli in satira feroce. Forse oggi la filastrocca dei palloncini la concluderebbe in modo diverso. E’ il riccone Moratti dal suo elicotteron Divertiti pure Moratti a fare collezione dei nostri palloncini usati. Dove andranno a finire i palloncini |