lunedì, Settembre 30, 2024 Anno XXI


da Il Romanista – romatiamo.net

USAOggi a New York gli inviati di Unicredit incontrano gli emissari dei misteriosi americani che hanno fatto un’offerta per acquistare la Roma. Con ogni probabilità sarà fumata nera. Lo scriviamo sperando ardentemente di essere smentiti, ma l’unica possibilità che l’esito possa essere diverso è che gli americani rilancino con un’offerta molto superiore a quella fatta finora. Ieri l’ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha dichiarato che la banca sta lavorando “molto duramente” per la Roma.

[…] A quanto risulta – l’ha sostenuto ieri Mario Corsi conduttore radiofonico solitamente bene informato sulle vicende della Roma – a frenare lo slancio degli americani sarebbero state considerazioni che riguardano il sistema Italia più che il dossier Roma: una fiscalità troppo alta, la farraginosità delle procedure burocratiche, comprese quelle per arrivare al tanto agognato stadio di proprietà della squadra, il modo non sempre trasparente (ci si passi l’eufemismo) con cui si vincono i campionati in Italia . Insomma, la Roma come affare è un bel bocconcino, è il contesto che non va.

[…] Dunque, se le cose stanno così, rimangono in campo due sole altre ipotesi: gli Angelucci e la Cordata. Quanto ai primi, dovrebbero quasi raddoppiare l’offerta fatta, e non fare un semplice ritocco. Quanto alla seconda, la Cordata, lanciata dalle colonne de Il Romanista, il momento di farsi avanti è ora.


da Il Romanista – laroma24.it

Gli americani, Angelucci e la cordata italiana di cui lo scorso dicembre ha parlato il patron di Kappa, Marco Boglione. Ecco chi sono gli attuali protagonisti di questa saga a puntate che per tema ha l’As Roma. Attuali, perché in questi ultimi anni si sono sprecati i nomi accostati al club: i fondi arabi Aabar (che per qualcuno è ancora in gioco) e Mubadala, il tycoon egiziano delle telecomunicazioni Sawiris, l’albanese Rezart Taci, gli oligarchi russi come Fedun, banche libiche, sirene cinesi e noti imprenditori italiani come il costruttore Caltagirone e il re della Geox Moretti Polegato. Tra gli investitori nostrani sarebbe dovuto esserci anche Francesco Angelini. In arte, Mister Tachipirina. Dopo avere dichiarato per mari e monti di essere pronto a prendere l’As Roma, e avere per questo bussato alla porta di Unicredit, è sparito.

GLI AMERICANI Da mesi sono solo questo: “gli americani”. Anzi, meglio: “i misteriosi americani”. Lo sono per tutti: tifosi e addetti ai lavori. Unicredit e Rothschild hanno fatto scendere una cortina fumogena sui nomi degli investitori a stelle e strisce interessati a rilevare l’As Roma. C’è chi ha ipotizzato che tra loro ci fosse Steve Tisch. Magari, ha risposto qualche fonte finanziaria, negando l’interessamento per l’As Roma di uno dei più grandi produttori cinematografici di Hollywood. Il nome di Tisch, però, viene fatto ai primi di gennaio anche da Il Manifesto. Il quotidiano parla di due offerte statunitensi. En- trambe depositate presso lo studio legale Tonucci & Partners. Una sarebbe legata a un soggetto definito «di assoluto rilievo», l’altra a una cordata di cui farebbero parte John Mara, coproprietario dei New York Giants, Steve Tisch e Woody Johnson, il numero uno dei New York Jets. Ma fonti vicine alla banca smentiscono: “i misteriosi americani” non sono loro. E non lo è nemmeno, dicono, John J. Fisher, leader negli Usa (e non solo negli Usa) dell’abbigliamento casual attraverso i marchi Gap e Banana Republic. Peccato, perché Forbes valutava l’anno scorso il suo patrimonio in oltre 700 milioni di euro.

ANGELUCCI Giampaolo Angelucci, figlio del senatore del Pdl Antonio Angelucci, è un nome sicuro. Nel senso che, nell’ultimo anno, è sempre rimasto nella partita per l’As Roma. Romano, 40 anni a maggio, un diploma in scienze umanistiche conseguito all’Augustinian Academy di New York, re delle cliniche private, Angelucci non è amato dalla curva romanista. Alla Tosinvest, la holding di famiglia fondata negli anni 80 dal papà Antonio, fanno capo anche i quotidiani “Libero” e “Il Riformista”. La sua proposta economica iniziale per l’As Roma sarebbe stata di 86 milioni di euro. Una cifra lontanissima dalle richieste di Unicredit, che pare valuti l’operazione intorno ai 150 milioni di euro.

LA CORDATA ITALIANA Marco Boglione è il presidente del gruppo Basic Net, la holding che controlla Kappa, lo sponsor tecnico giallorosso. Lo scorso 28 dicembre, in un’intervista concessa al Romanista, il patron annuncia: «So che si è in cerca di un assetto strategico importante per l’As Roma. E che quindi si stanno valutando una serie di ipotesi. Una di queste è la cordata di imprenditori». Boglione ritiene indispensabile la presenza della banca. «Se ci fosse un progetto di questo genere – dice – con una grande banca che ci sta dentro e altri imprenditori che ci credono e portano in alto il nome della Capitale io ci sarei». È il piano B di Unicredit. Chissà che adesso, qualora tramonti l’ipotesi americana e non venga presa in considerazione l’offerta di Angelucci, da piano B non venga promosso a piano A.