domenica, Settembre 29, 2024 Anno XXI


da repubblica.it

Lega Nord e Pd alleati. “No agli stadi dei furbetti”

stadio ipoteticoLa legge sugli stadi rischia di affondare, forse definitivamente: dopo alcuni anni, il mondo politico non è riuscito ancora a trovare un accordo. Oggi si è riunita la commissione cultura della Camera: il governo ha fatto una modifica sostanziale al testo, modifica che non sta assolutamente bene alla Lega Nord e al Pd (ma anche l’Idv potrebbe essere sulla stessa posizione). Di cosa si tratta? Viene data la possibilità di costruire uno stadio di calcio, con varie infrastrutture, in deroga alle leggi che riguardano i vincoli idrogeologici e archeologici. In pratica, si farebbe uno stadio dove non può essere costruito un ospedale e nemmeno una scuola. Una cosa semplicemente allucinante. Si cerca di fare rientrare in corsa gli speculatori: chi vuole fare stadi ovunque, su qualsiasi terreno (e poco importa se sotto c’è una necropoli romana o etrusca…), possibilmente con supermercati, appartamenti, alberghi, eccetera. Chi con la scusa degli stadi vuole fare quartieri senza alcun vincolo. Lega Nord e Pd sono compatti: non mollano (giustamente). Hanno chiesto anche un parere all’Anci e aspettano altri alleati. Ora bisognerà vedere se il governo ritira questa modifica, chissà da chi voluta: altrimenti, addio legge. Nessun accordo bipartisan. “Così sicuramente non può passare”, ci ha detto l’onorevole Giovanni Lolli (Pd) che molto si è impegnato in questi anni. Il relatore Barbaro (Fli) era ottimista nei giorni scorsi, sperava di chiudere in primavera: ma tutto adesso è fermo. Inoltre l’onorevole Giorgetti
(Lega Nord) vuole una norma per i diritti tv mentre la Lega Pro ha chiesto di poter essere ascoltata dalla VII commissione non solo sul tema dei diritti tv (Macalli, come noto, chiede il 3%) ma anche sulla questione degli stadi. E’ da anni ormai che si parla e si litiga sugli stadi privatizzati, fra i pasticci del Senato e i tentativi (inutili) della Camera di trovare un accordo bipartisan. I presidenti dei club aspettano la legge ma bisogna stare attenti ai furbetti dei quartierino che sono sempre in agguato. Come si è visto…

Guerra nel calcio: Abete contro Beretta. Tutti contro Macalli
Guerra su tutti i fronti nel mondo del calcio, con il coinvolgimento anche del Coni: Gianni Petrucci (vedi Spy Calcio dell’8 febbraio) ha attaccato duramente Mario Macalli, presidente della Lega Pro per quella pubblicità sui quotidiani, non certo perché Macalli si è rivolto ad un organo del Coni, il Tnas, per avere chiarezza sui diritti tv. Anche il presidente della Lega di Serie B, Andrea Abodi, è contro Macalli: “Condividiamo ogni singola parola e il senso profondo delle autorevoli dichiarazioni del presidente Petrucci. Restiamo sorpresi e amareggiati dalla forma e dalla sostanza delle rivendicazioni economiche della Lega Pro”. Viene messa in discussione anche la posizione di Macalli come vicepresidente della Figc mentre Abodi ripropone il ‘patto per il calcio’. Proposta più che saggia ma le parti sono lontanissime. Fra il presidente Giancarlo Abete e la Lega di serie A, ad esempio, lo scontro è durissimo. Dall’estate scorsa i tre rappresentanti della Lega maggiore (Maurizio Beretta, il presidente, più i due consiglieri Massimo Cellino e Claudio Lotito) non partecipano più ai consigli federali dopo la norma sugli extracomunitari, ma non partecipano nemmeno alle riunioni delle commissioni statuto e riforma campionati. Carlo Tavecchio ha cercato di riavvicinare le parti, ma due cene romane non sono state sufficienti. Ora siamo alla rottura totale. Abete ha già detto che non accetta ricatti da parte di nessuno: il 22 o 23 febbraio si riunisce il consiglio federale che dovrà discutere sullo stop ai ripescaggi (voluto soprattutto dalla Lega Pro) e sulla radiazione di Moggi e c. (ma è probabile che prenda tempo). Come se ne esce da questa situazione di stallo? Dopo un 2010 terribile, Abete aveva riavviato la macchina della Federcalcio: vedi la scelta dei ct, il rilancio del Club Italia, l’arrivo di Baggio, Sacchi e Rivera, eccetera. Ma sul fronte delle riforme è ancora tutto fermo, l’opposizione della Lega di A pesa, eccome. Forse sarà necessario convocare un tavolo con tutte le componenti, senza aspettare l’assemblea straordinaria di giugno dove, a forza di veti incrociati, c’è il rischio che sia un (mezzo) fallimento. E’ arrivato il momento che Abete si faccia sentire, così come era successo in occasione del contratto dei calciatori.

Fulvio Bianchi