domenica, Settembre 29, 2024 Anno XXI


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La vittoria di Udine ha una sola firma. Da una partita a tratti molto brutta emerge l’unica sicurezza che non ha mai tradito. Il capitano ci tiene a galla per cercare di acciuffare l’ultimo, maledetto posto per la champions.

L’Udinese rimaneggiata e con la sconfitta di Lecce sulle spalle è apparsa impacciata e macchinosa. L’assenza di Sanchez ha graziato la Roma, sempre pronta ad offrire il fianco agli attacchi avversari.

Succede davvero poco ma nella ripresa non mancano i colpi di scena. Pinzi, visto che questa volta non è stato espulso contro i giallorossi, regala un rigore commettendo il fallo più sciocco della storia su Pizarro. Totti risfodera il cucchiaio e rimette la squadra a tavola per il pranzo di chiampions.

Girandola di cambi e la difesa con Juan disastroso prende gol nell’unico modo in cui poteva subirlo in quel momento: spizzata di Corradi per la corsa di Di Natale. Subisce ance il secondo ma il fallo di mano è troppo evidente anche rispetto alla minima opposizione di Perrotta.

Si sarebbe chiusa così l’ignobile stagione giallorossa se da un cross lentissimo di Taddei Andanovic non avesse messo maldestramente rinviato con i pugni in fallo laterale. Dormita dei padroni di casa, ne approfitta Riise (forse per Reja c’era fuorigioco del norvegese) che trova in area un prontissimo Francesco Totti.

Ancora una doppietta, ancora decisivo, ancora solo lui. Come si fa a non credere in lui? Come si può lontanamente pensare che si può rimanere nelle prime posizione senza il suo apporto? Senza il numero dieci la Roma vale la metà.

Ora che siamo di nuovo a tavola il gioco si fa duro ed è questo che è preoccupante. La squadra continua a lanciare segnali poco incoraggianti. Due punti recuperati al quarto posto ma con la Juve di nuovo in ballo. Ammucchiata finale dove la spunterà chi sarà più affamato.

La nostra speranza ha un numero, il dieci.

petra@corederoma.it