giovedì, Settembre 19, 2024 Anno XXI


Quelli li sono quelli che: non si sono omologati; che combattono per i loro ideali; che passano nottate a studiare nuovi cori ad organizzare coreografie ( non autorizzate ); quelli che ci saranno sempre; quelli che nella sconfitta trovano il modo di tirar fuori le unghie e che sono già in fibrillazione per la prossima partita; quelli che mettono a repentaglio la propria libertà per essere e non per apparire. Sono quelli che comunque sia andata trovano soddisfazione anche soltanto per aver cantato 90 minuti senza sosta. Nessuno e più bravo di un altro ma sono semplicemente due modi diversi di vivere la curva anzi di vivere una fede.. In casa o in trasferta… Hanno represso la nostra voglia di vivere spengendoci i fumogeni; hanno tarpato le ali alla nostra fantasia togliendoci gli striscioni; hanno voluto ministri poliziotti che colpissero i tifosi e parlamentari tifosi che gli indicassero chi colpire; Ma hanno fatto i conti senza di noi. Siamo tifosi e lo saremo sempre: non alzeremo mai le mani! Possono fare ciò che vogliono,ma noi non ci piegheremo mai, non scenderemo mai a compromessi con loro! Sopratutto combattiamo per i molti, che a causa di un sistema malato e bigotto, non possono essere fisicamente vicino a noi! Queste poche righe le voglio dedicare a tutti quelli che come noi hanno le palle piene di questo calcio moderno, apatico e malato. A tutti quelli che come noi, quotidianamente, lottano per i propri ideali. Noi nostalgici di un calcio che non c’è più, di un calcio che apparteneva ai tifosi e non ai potenti. Siamo contro questo calcio che non si gioca più all’interno di un rettangolo verde, bensì dentro buie aule di tribunale, contro questo calcio che è passato nel giro di pochi anni in mano ai potenti che lo hanno monopolizzato aumentando il costo dei biglietti per assistere a una partita di pallone dal vivo, e offrendo a prezzi “economici” le stramaledette pay-tv che stanno letteralmente uccidendo la passione che vive intorno al calcio. Tutto questo solo perché vogliono eliminare il nostro movimento, vogliono distruggere le curve e annientare ogni forma di tifo organizzato. Noi non cederemo senza lottare, non cederemo senza dire “NO” a questo scempio, non passerà giorno in cui non urleremo forte la nostra rabbia e il nostro disprezzo. Disprezzo e odio contro chi sta uccidendo quello in cui crediamo! Rivogliamo il NOSTRO calcio, quello che ci hanno tolto! Rivogliamo il nostro tifo, quello genuino e vero, fatto di fumogeni e torce! Questo calcio che si permette di infliggere una diffida per “accensione di oggetti pirotecnici” o per delle “coreografie non autorizzate”. Gli ultras per loro sono solo delinquenti, gente da schedare, gente da tenere sott’occhio, gente che ha bisogno del “biglietto nominale” per entrare dentro un impianto sportivo, gente che ha bisogno di “tessere”. . Di noi si parla solo in negativo. Nessuno parlerà delle collette per beneficenza che si fanno in tutte le curve italiane, nessuno parlerà mai dei nostri striscioni di solidarietà, nessuno parlerà di quale sia la gioia di una persona che vive la sua vita con valori ben saldi e con uno spirito sociale che non ha eguali. A noi piace vivere così e allo stesso tempo abbiamo l’obbligo di combattere per salvaguardare quello per cui viviamo. La lotta sarà dura ma non ci fa paura e quello che non abbiamo mai fatto è tirarci indentro. Un giorno racconterò a mio figlio, la storia di un calcio passato…un passato non troppo lontano nel tempo ma distante anni luce nei sentimenti… gli racconterò di domeniche passate in curva con gli amici, dell’effetto che facevano i fumogeni ad inizio gara impedendoci la visione per parecchi minuti, del suono dei tamburi che accompagnavano incessantemente i nostri cori. Gli racconterò che la vera sfida era tra le due curve e che il risultato della gara diventava secondario, se tu avevi fatto il tuo dovere nei novanta minuti. Gli racconterò di lunghe trasferte con treni fatiscenti, di biglietti acquistati la domenica mattina all’esterno dello stadio senza presentare nessun documento.. Gli racconterò che allo stadio entravano le bandiere e gli striscioni goliardici, che lo sfottò scritto e le coreografie erano un marchio di fabbrica. Gli racconterò che la domenica quando non si andava in trasferta, per scelta non per “divieto” stavamo attaccati ad una radiolina.. Ce ne sarebbero tante, troppe cose da raccontargli, cose che lui non potrà vivere e raccontare a sua volta. Sarà anche lui un figlio del calcio moderno. Vivrà il presente e sognerà un passato indelebile negli occhi di suo padre… Chiudo lasciandovi una riflessione; Bari, l’ennesima trasferta “vietata”, mentre lo scorso anno ci hanno permesso di invadere in 15.000 e più la città pugliese; questo è l’esempio lampante che il loro obiettivo siamo NOI!!! Ci stanno privando della libertà e questo non è sintomo di vittoria ma, al contrario, è sintomo di debolezza. Abbiamo un credo e non vogliamo piegarci a qualcosa che sta togliendo la voglia, ai più, di andare allo stadio… Non siamo diversi dagli altri, abbiamo solo deciso di dire NO!!! Nel paese dei balocchi il problema non siamo NOI ma è chi ha scritto queste leggi! RESISTIAMO E NON CI TESSERIAMO finché qualche ministro non ci impedirà anche di comprare i biglietti!! Avanti CSNT nessuna resa!
p.s. mentre scrivo arriva l’ennesimo divieto e la voglia di lottare; le “vostre” catene possono imprigionare i nostri corpi, non le nostre menti!!

Danilo Marchi