domenica, Settembre 29, 2024 Anno XXI


da laroma24.it

Alla vigilia del match della trentasettesima giornata di Serie A contro il Catania, in programma domani alle 15 allo stadio Massimino, ecco le parole di mister Vincenzo Montella nella consueta conferenza stampa: questo l’intervento INTEGRALE del tecnico giallorosso

Vincenzo Montella

Una replica a Reja dopo le parole di ieri su Chievo e Catania?
“No, non intendo sprecare energie, preferisco concentrarmi a richiedere il massimo impegno ai giocatori e nel preparare le partite e gli allenamenti al meglio e mettere in condione i giocatori di vincere le partite. La storia del calcio recente e meno recente la conosciamo tutti, la consocete anche meglio di me”

Pizarro ha saltato la rifinitura e anche Vucinic. Per domani saranno in campo?
“Non lo so, vediamo domani. Pizarro ha fatto un po’ di corsa e differenziato, è andata abbastanza bene. Mirko ha questa cisti, di Becker si chiama, credo… è nfiammata, vediam odomani come reagisce. Juan ha avuto un problemino, un indurimento muscolare, vediamo domani”

Il tuo modulo ha dato soddisfazione alla classifica. E’ più importante il modulo o la volonta dei giocatori? E’ giusto tenere fuori uno come Borriello?
Il modulo non presclude la volontà dei singoli, e al contempo credo che le caratterisitiche dei giocatori siano importantissime. So anche che se uno gioca 10 metri più avanti o indietro o laterale non cambia poi il risulato generale della partita. Ci sta che può giocare Borriello insieme a Totti, ci sta che non giochi uno dei due

Il Corriere dello Sport, a firma di Luigi Ferrajolo, ha sollevato una questione interessante: Il fattore esperienza. Montella non avrebbe l’esperienza giusta per sostenere il rilancio della Roma. La questione dei giovani è ancora un valore negativo
“Sinceramente e’ un discorso più ampio che prescinde anche dal calcio. Si punta sempre molto poco sui giovani. Però, l’ho detto anche la scorsa settimana la mia non vuole essere un autocandidatura, io rispetto i pareri degli altri anche quando sono negativi, in questo caso. Anche se poi mi sembrava costruttiva, sinceramente. Ce ne sono altri, invece, che lasciano critiche distuttive. Dal canto mio, accetto il suo pensiero. Tanti altri mi sono sembrati volutamente più mirati, ma fa parte del gioco e ci sta tutto. Un’allenatore deve essere bravo a gestire anche queste situazioni”

Menez?
“Faccio fatica ogni volta a parlare dei singoli, anche se non mi posso esimere. La mia spiegazione l’avevo data contro il Milan, perchè c’erano pochi minuti a disposizione. Mi è sembrato che rispetto a come siamo abituati a vederlo si sia impegnato abbastanza, con risultati non eccellenti sul piano della qualità. Se non ci fosse stata la sua storia precedente, la sua prova probabilmente non sarebbe stata cosi dannosa. Probabilmente, dico”

Perrotta ha detto che c’è incertezza per il futuro. Ha influito sui risultati?
“Ne abbiamo parlato altre volte. Non mi va di continuare e impostare un discorso che non tratti il campo, mi piacerebbe parlare di più di campo del Catania. E’ un parere personale e basta, non voglio approfondire, per lo meno non pubblicamente”

Menez, indispensabile con Ranieri e adesso in odore di cessione…
“Non lo so, io e il mio staff abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità per farlo rendere al meglio. Con un po’ di presunzione dico che il rapporto è andato anche al di là dell’aspetto tecnico.  Abbiamo usato tutte le armi per farlo rendere al meglio. Tatticamente e’ sempre stato sempre messo in ruoli a lui congeniali, ha giocato tantissimo a differenza di quello che si pensa. Ci può stare che un giocatore abbia un calo fisico, psicologico ed emotivo, a prescindere dall’allenatore. Siceramente è l’ultimo dei pensieri, sia per Menez che per altri giocatori, se cederli o meno. Dobbiamo pensare a queste due partite e fare il meglio in base alle mie idee e al mio modo di fare per ottenre il meglio da questa squadra. Tante domande sul futuro dei giocatori non me le sono poste e non me le pongo ora che siamo agli sgoccioli”

Che ambiente si aspetta?
“Mi aspetto un ambiente di festa, uno stadio pieno e una partita che può essere condizionata anche dal caldo. Penso che il Catania vorrà finire bene il campionato, hanno avuto dei problemi all’inizio ma hanno finito in crescendo, al di là della salvezza anticipata. Però, più da giocatore che da allenatore, mi è sempre piaciuto giocare in uno stadio pieno e caldo, anche in trasferta, anzi a volte è anche meglio. Quindi in questo senso sono molto più contento che lo stadio sia pieno, rispetto a Bari che era semivuoto, e mi auguro che questo aiuti i giocatori ad esprimersi al meglio, laddove ce ne sia bisogno”

Pensa a Caprari dal primo minuto?
“Non lo so, ci pensero domani ma non credo. Il ragazzo ha dimostrato di non farsi condizionare da un’Olimpico pieno e da un San Siro quasi pieno. Sicuramente, vista anche la giovane età, non lo sto aiutando a farlo giocare, mi auguro che non si perda perchè lo scompenso sarebbe enorme. Vediamo domani se può essere importante in una partita decisiva”

Psicologicamente sul campo quanto influisce il cambio di proprietà?
“Ho risposto prima, sono argomenti che abbiamo già trattato, discusso e detto, non mi va di darvi altri elementi su cui discutere. Ci sono già abbastanza elementi. Vedremo che succederà tra un paio di settimane”

Cosa servirebbe per riportare i tifosi allo stadio? E’ un discorso solo di squadra o c’è qualcosa da migliare?
“Ci sarebbero tante cose da migliorare. Sicuramente il modello più recente è quello della Germania, dove avevano i nostri stessi problemi dieci anni fa, ora hanno invertito la tendenza portando le famiglie allo stadio e facendo giocare molti giovani. Ci sono tanti giovani tedeschi di primissimo livello. Il modello tedesco va studiato a fondo”

Vincenzo Montella si sente pronto ad affrontare la riconferma?
“E’ una domanda di cui già conosce la risposta. Non è questo che mi preoccupa, parliamo di cose attuali, concrete e vere”

Roma a trazione anteriore
“Ci sta l’una o l’altra, si può essere aggressivi e offensivi con due attaccanti e viceversa si può essere meno offensivi e aggressivi con quattro attaccanti. Si può essere più pericolosi con due attaccanti e a volte con uno, a volte si può essere meno pericolosi con tanti attaccanti. Ne abbiamo testimonianze continue e recenti, anche personali e di squadra. Ci sta l’una e l’altra. Non è detto che se si parte in un modo non si finisca in un altro, anche per il numero degli attaccanti”

Un bilancio della tua avventura sulla panchina della Roma? Positivo?
“Non mi va di fare un bilancio in uqesto momento. Lo faremo, se ci andrà, ma lo faremo valutando tutto, in questo momento non spreco energie per valutare il mio operato, anche nei miei confronti.Mi valuto solo per vedere come migliorare e aiutare la squadra, le mie energie vanno tutte li”

Proseguirai a fare l’allenatore “dei grandi”?
“Non vorrei essere antipatico proprio oggi, siamo a otto giorni alla fine del campionato e ci giochiamo il possibile ingresso in Champions. Nulla di personale ma non mi va di parlare di questo, vorrei si parlasse della partita. Passa tutto dalla partita di domani, ci giochiamo l’ingresso eventuale in Champions, l’Udinese ha la nostra stessa partita: il Chievo ha 43 punti ed è salvo, come il Catania. Passa tutto da quello, anche perchè poi c’è l’ultima giornata, loro avranno il Milan, noi la Sampdoria. Le nostre energie vanno destinate alla preparazione, anche mentale,  della partita di domani. Domani parlate di futuro, ma cercate di parlare anche di presente”

Contro l’Inter la Roma ha chiuso in crescendo. Aver giocato mercoledì può essere uno svantaggio?
“No, credo di no, anche perchè non dovremmo trovare già degli eventuali abili. Dobbiamo vincere e la partita in campo domenica la vincerà chi avrà più motivazioni. Intendo non sulla carta, e’ naturale ed evidente che dobbiamo essere noi. E’ importante chi riuscirà, tra giocatori e allenatori, a dimostrare più stimoli e motivazioni.  La differenza è li: uno può essere anche cosciente della situazione, ma poi magari non è in grado di trasformare le intenzioni nella realtà delle cose”

Hai ereditato la squadra dopo il ko di Genoa. Ti avessero detto che potevi giocarti il quarto posto firmavi?
“Secondo me avrebbero firmato tutti, tutti i tifosi della Roma. La storia precedente e le aspettative erano altre, naturalmente, ma in quel momento avrebbero firmato chiunque. Questo non toglie che potevamo fare qualcosa in più, ma potevamo fare anche qualcosa in meno viste le circostanze del momento”

Alcuni giocatori, dopo la partita con l’Inter avrebbero fatto presente a Menez di impegnarsi di più. Una leggenda metropolitana?
“Sarebbe grave se fosse successo mercoledi, se lo pensavano avrebbero dovuto dirlo molto prima, ma non mi risulta”

Quanta gavetta ci vuole perchè far sì che un tiro che prende due pali ne prenda uno solo e vada dentro?
“E’ il calcio, tante volte è andata dentro anche senza spingerla. Cosi come ci sta che un arbitro sbagli anche un giocatore può sbagliare un gol e condizionare una stagione. Credo che una squadra deve essere brava durante la partita anche in queste situazioni; non trovare alibi con l’arbitro ma reagire; non dire di essere stati sfortunati; in campo dobbiamo avere la forza d’invertire una tendenza che al momento può sembrare avversa”

Ti dà fastidio essere valutato perché troppo amico di alcuni giocatori?
“Non lo so, anche quello ci può stare. Bisogna vedere anche se sono amico di qualcuno, perchè quando giocavo ero nemico di tutti, per vostro pugno, la storia la conosciamo. Da quando sono arrivato, lo dico con molta sincerità, non c’è stato nessun giocatore, compreso Totti, che mi ha richiesto di giocare in una posizione piuttosto che in un’altra. Nessuno mai, a livello tecnico-tattico, mi ha fatto nemmeno capire le sue intenzioni. Le mie scelte sono tutte state fatte da me, al di là di quello che si possa pensare. Totti, nella mia prima partita, stava in panchina a Bologna, se non sbaglio. A Donetsk, partita decisiva, mi sembra che stava in panchina. Poi con le prestazioni si è conquistato il posto, all’inzio era partito Borriello. Si può parlare di tutto e del contrario di tutto, ma la realtà è un altra”

Non credi che puoi essere valutato per le amicizie nello spogliatoio?
“Non penso che chi fa calcio valuti questo. Questo non toglie che qualcuno sia libero di pensarlo”

Il tuo lavoro da tecnico è serivito alla Roma ma anche a te stesso, per dimostrare che sei un allenatore da Serie A?
“Lo devono valutare gli altri. Il mio unico pensiero è sempre stato quello di fare il meglio e il possibile, senza avere pregiudizi, per finire al meglio il campionato. Non è detto i miei pensieri siano stati tutti espressi, sia per formazione, modulo e allenamento. Ho fatto tutto ciò che pensavo essere pertinente alla situazione del momento, valutando tutto. Esclusivamente questo “

Soddisfatto?
“Per quello che ho portato avanti si, poi probabilmente le mie idee sono anche distanti o diverse da quelle che magari posso aver espresso, sia negli allenamenti che nelle partite. Quindi alla fine siamo riusciti a parlare di quello che volevate parlare, in parte; è stata una trattativa lunga ma alla fine qualcosa ve l’ho concessa (ride, ndr)”