mercoledì, Ottobre 02, 2024 Anno XXI


Le vacanze sono finite. I bambini tornano a scuola, il traffico è di nuovo quello che, fino a quando non ti ricordi di essere nell’ombelico del mondo, ti fa desiderare di vivere in vallate alpine o isole tropicali.Le stagioni si susseguono, una dopo l’altra, cominciano in un modo e con delle vicende che sono poi il preludio poi di ciò che sarà.
Noi veniamo da tre entusiasmanti stagioni, consecutive, senza nessun affanno, con momenti di gioia e tanta tranquillità sull’operato dell’allenatore, il gioco della squadra, i valori dei singoli.
Non è sempre così.
Questa stagione è iniziata con la morte del presidente che più di tutti nella storia di Roma calcistica ha profuso impegno e denaro (suo) per la causa comune, un dolore atteso ma intenso ugualmente.
E’ proseguita con la Supercoppa che in se e per sé non significa nulla ma dovendo scegliere tra alzarla e vederla alzare noi opteremmo sempre per la prima ipotesi.
Stavamo a 9 mt. e 15 cm dalla conquista della terza coppa consecutiva a San Siro è invece la bomba di rabbia del capitano si è infranta sulla traversa.
Comincia il campionato, e incontriamo una squadra in salute che in 10 ci fa ballare la samba e che alla fin fine ad oggi risulterà l’unico risultato positivo conseguito dalla Roma: un pareggio.
Questo è il preludio, il resto è storia d’oggi.
Il campionato è iniziato male, la Champions peggio, le altre squadre sembrano volare e quelle preparate per una lunga stagione, eccezion fatta per il Milan, stentano ma almeno lottano.
Noi no. Non giochiamo bene, non ci mettiamo rabbia, è una involuzione che fa paura per la roboanza (se non esiste sul vocabolario allora è un neologismo appena creato da CdR) con la quale si è manifestata.
E’ imbarazzante commentare, scrivere qualcosa, che vuoi scrivere.
Napoli, Palermo e quelli de ieri sera (che prima de ieri sera nun sapevamo manco che colori sociali avessero) ci hanno gigioneggiato con noi, senza mezzi termini.
Noi il nostro apporto sotto forma di abbonamento, presenza allo stadio, incitamento nel momento difficile lo diamo sempre e lo daremo ora più che mai, ma come disse Guglielmo d’oltremanica…
“c’è del marcio in Danimarca” e pure dalle parti de Trigoria annesse Laurentina e il bivio di Pratica di Mare dove Paoletto Zappavigna andò ad aspettare il presidente e lascià la Sud a immagine e figura della squadra di ieri: una lo specchio dell’altra.
C’è del marcio, speriamo che si trovi presto, la stagione è perlopiù compromessa e avressimo (come si dice dalle parti di Gugliemo d’oltremanica) un appuntamento con la storia, ma il nostro Karma collettivo è perderli questi appuntamenti: ce la stiamo mettendo tutta, anche stavolta ci riusciremo.
Vaffanculo a tutto, sempre forza Roma e un ricordo caro a chi non c’è più:il presidente, Paoletto e Stefano Rosso che ci ha lasciato appena prima di vedere sto scempio.

Che bello, du’ amici una chitarra e lo spinello, e la ragazza giusta che ce sta…. tempus fugit ! mala tempora currunt !
Redazione CdR