giovedì, Ottobre 03, 2024 Anno XXI


da repubblica.it

Tessera del tifosoSe ne parla da tre anni e l’Osservatorio, adesso, è intenzionato a rompere gli indugi. I possessori avranno vantaggi anche economici, ma saranno identificabili

“La linea delle fermezza e la tessera del tifoso”: questa la strada che hanno intenzione di percorre il ministro degli Interni, Roberto Maroni, e il capo della polizia, Antonio Manganelli. Nessun passo indietro, nessuna tolleranza nei confronti dei violenti da stadio, ma si cercherà sempre più, accelerando il processo della “carta del tifoso”, di dare il giusto spazio a “rispetta le regole e crede nei valori della legalità”.

Da tre anni ormai si parla della carta del tifoso. Un progetto portato avanti dall’ora capo dell’Osservatorio, Francesco Tagliente, ora questore di Firenze, e frenato più volte dai club di calcio. “Se ci fosse già stata – ricorda Tagliente – forse avrebbe risolto qualche problema, soprattutto per le trasferte”. Ed è vero. Per questo sia Maroni che Manganelli, in piena sintonia, adesso vogliono che i club si “sveglino” da un certo torpore e possano iniziare almeno la fase della sperimentazione, per passare, come stabilito già mesi fa dall’Osservatorio, alla fase 2, quella che partirà a regime da gennaio.

Ma a cosa serve la carta del tifoso? E’ un sistema, spiegano dal Viminale, per fidelizzare sempre più i tifosi ai loro club e, nello stesso tempo, per emarginare le frange più violente del tifo. Una specie di telepass che consente l’ingresso agevolato negli stadi. Basterà dare i nominativi ad inizio stagione per evitare code e lungaggini burocratiche. Ovviamente, per converso, chi non avrà il telepass incontrerà maggiori problemi. Nello stesso tempo, i tifosi con la carta dovranno comportarsi bene perché facilmente identificabili in qualunque momento. Anche per questo, i gruppi più violenti, non hanno nessuna intenzione di aderire a iniziative di questo tipo.

La tesserina magnetica, con microchip, tipo appunto carta di credito o telepass, servirà anche per i negozi o supermercati convenzionati con il club del cuore ma sarà utile (praticamente indispensabile in futuro) soprattutto per chi vorrà seguire la squadra in trasferta.

Un documento che sarebbe particolarmente importante quindi per le tifoserie sane. In futuro, nei piani di chi si occupa della sicurezza nel calcio, dovrebbe anche diventare l’unico modo di seguire la squadra in trasferta. Ma sinora, come detto, i club sono molto tiepidi: si sono mossi solo Inter, Milan, Fiorentina e Chievo. Altri stanno studiando la materia. Ma da parte delle istituzioni calcistiche c’è ancora troppo scetticismo: né Giancarlo Abete e tantomeno Antonio Matarrese (che ha parlato di celle negli stadi…) hanno fatto un minimo accenno a questo progetto nei giorni scorsi davanti a Maroni e Manganelli. Ma al Viminale ci credono, e ora stanno cercando, giustamente, di accelerare il progetto. Perché la carta del tifoso, la tessera del tifoso, servirà ad emarginare sempre i violenti come quelli che al Napoli il 31 agosto hanno creato non pochi guai (ma si aspetta ancora qualche Daspo o qualche arresto).

Inoltre i club italiani sono stati invitati dall’Osservatorio a creare, come già succede all’estero, dei dipartimenti che si occupino dei loro tifosi, i loro primi clienti. Clienti che vanno seguiti in casa e in trasferta, in piena sinergia con le forze dell’ordine. La strada è ancora molto lunga, e nessuno se lo nasconde, ma c’è la volontà di andare avanti, restituendo un giorno gli stadi alle famiglie.