mercoledì, Ottobre 02, 2024 Anno XXI


da Corriere dello Sport – laroma24.it

Lo scudetto del campionato 2005-2006 è stato tolto alla Juventus e as­segnato all’Inter, ma il procuratore fede­rale Palazzi ora ha fornito nuovi elemen­ti di giudizio: anche l’Inter ha avuto com­portamenti illeciti per interessi di classi­fica. Quel campionato, stravolto da Cal­ciopoli, ha visto ribaltare la graduatoria dalle sentenze della giustizia sportiva. La Roma, che concluse al quinto posto, si ri­trovò seconda dietro l’Inter. Ma oggi, con le conclusioni di Palazzi sull’Inter, quello scudetto poteva essere della Roma. Or­mai è tutto caduto in prescrizione, sono passati più di cinque anni e c’è il ricordo sbiadito della prima Roma di Luciano Spalletti, che collezionò il record di undi­ci vittorie consecutive, che fece commuovere Franco Sensi e conquistò i tifosi. Che perse a metà campio­nato Francesco Totti per un grave infortunio e che gio­cò quasi tutto il girone di ri­torno senza un centravanti. Una Roma fiera, che non aveva potuto operare sul mercato per il divieto im­posto dall’affare Mexes, ma che cominciava a farsi ap­prezzare per la qualità del gioco, che diventò poi il marchio di fabbrica della gestione di Spalletti.

Bruno ContiUN SALTO INDIETRO – Tornare indietro di cin­que anni e pensare a uno scudetto comun­que assegnato a tavolino in seguito a una sentenza sportiva fa riflettere. L’ex presi­dente Rosella Sensi ieri non ha voluto affrontare l’argomento. All’epoca non era ancora il numero uno della società, ma di fatto la gestiva in prima persona con il pa­dre malato. Ha appreso la notizia dagli or­gani di informazione, cercherà di capirne di più anche parlando con i suoi avvocati. Oggi quella Roma non c’è più, spazzata via dagli ultimi accadimenti. Spalletti al­lena in Russia e da ieri la società giallo­rossa ha un nuovo presidente, l’avvocato Roberto Cappelli. Un po’ di rammarico resta a Bruno Conti, che di quella Roma è stato il direttore tecnico, fino alla scorsa settimana, mentre ora è tornato ad occu­parsi esclusivamente del settore giovani­le. Bruno Conti riflette e ripensa a quel gruppo, alla compattezza che aveva per­messo alla Roma di pensare in grande pur essendo già in pieno autofinanziamento. «Quello scudetto lo avremmo meritato. Non voglio dire altro. Ma i ragazzi lo avrebbero meritato per come si sono com­portati, per quello che hanno fatto vede­re sul campo. Per carità, si tratta di un argomento delicatissimo, si parla di una sentenza del procuratore federale e della questione si deve occupare chi di dovere. Ma per quello che la squa­dra ha fatto, per il messag­gio che ha dato in quella stagione così difficile, avrebbe meritato di vincere».

LA RINCORSA – Era stato pro­prio Bruno Conti a indicare Luciano Spalletti per la panchina della Roma. I pri­mi anni del tecnico toscano sono stati molto positivi. L’allenatore di Certaldo in un Sampdoria- Roma si in­ventò il 4- 2- 3- 1 con Totti centravanti e da allora non è più tornato indietro. La svolta arrivò dopo la cessio­ne di Cassano, passato a gennaio al Real Madrid. Il tecnico rilanciò Tommasi, re­duce da un gravissimo infortunio. Quan­do Totti si infortunò, il 19 febbraio del 2006, in uno scontro con Vanigli durante Roma-Empoli, la rincorsa alle prime po­sizioni sembrava tramontata. Ma dal quarto posto, conquistato con le ultime due delle undici vittorie consecutive, la squadra giallorossa scivolò al quinto, sca­valcata dalla Fiorentina di Prandelli. Cal­ciopoli scoppiò alla fine di maggio, pochi giorni prima di cominciare l’avventura in Germania, che culminò con la conquista del titolo di campioni del mondo. Ma que­sta è tutta un’altra storia.