giovedì, Ottobre 03, 2024 Anno XXI


C’erano una volta i nostri affezionati amici reggini che amavamo sempre incontrare al pensiero che, tosti come noi, forse c’erano solo loro. Ci è molto dispiaciuto oggi avere di nuovo la riconferma che, ahinoi, si sono persi in un turbine rancoroso che non gli fa molto onore. E’ un grande peccato anche perché, se si dice che New York sia la terza città cinese al mondo, per analogia, possiamo dire che Roma è sicuramente la prima calabrese.Ma andiamo avanti col pallone. Chi, come noi, è cresciuto nei miti e nelle saghe prodotte dalla Marvel-Corno e in particolare in quelli creati dalla fervida immaginazione di Stan Lee e Jack Kirby, avrà pensato per un attimo che il Granillo si fosse improvvisamente trasformato in Asgard, con i vari Tullberg, Hallfredsson e Stadsgaard nel ruolo degli emuli del mitico Thor e con la buonanima del povero Valdez nel ruolo del perfido Loki. Rimane un mistero glorioso del perché una delle compagini più meridionali d’Italia ricorra al fior fiore della gioventù nordica e speriamo che un giorno Foti, senza nascondersi dietro al bilancio, lo spieghi al colto e all’inclita.
Così per fortuna non è stato perché il martello per terra l’hanno sbattuto prima Giovanni e poi Francesco dopo che il buon Simone s’era improvvisamente ricordato che non sempre quantità e qualità vanno d’accordo.
A questo proposito vorremmo ricordare che anche un altro grande brasiliano, che chiese e ottenne il numero cinque, si presentò a Brescia con un colpo di tacco che solo per un caso non finì in gol. Juan, con il quattro, alla prima botta c’è riuscito. Non ci sembra un cattivo viatico.
Per il resto la partita ha mostrato, soprattutto nel secondo tempo, un disequilibrio a favore della Roma imbarazzante. L’arbitro ha fischiato per lungo periodo in compensazione, con un fuorisincrono di un paio di falli e solo chi non ha mai visto all’opera Chiarugi avrebbe potuto pensare che quello di Ceravolo fosse rigore.
C’è comunque, e questo lo diciamo solo per amore della cronaca, una cosa che continua a rovinare le domeniche, finanche radiose come questa: l’esistenza di Sconcerti.
Grande maestro giornalista con l’hobby per i numeri ed esagerata propensione per gioco delle tre tavolette. Se non ci fosse sarebbe meglio, ma non si può chiedere tutto alla vita.
Quando la frontiera dell’interazione ci metterà nella condizione di far scomparire dallo schermo quello che non ci piace, saremo tutti più tranquilli.
Lo strumento che abbiamo a dispostone oggi, il telecomando, è ancora troppo poco sofisticato per questa missione.
Mo tocca alla Juve alla quale ci avvicineremo con circospezione e sospetto e, scrupolosamente, ancora a fari spenti.
In chiusura vorremmo inviare un caro saluto a Colin McRae che abbiamo avuto occasione di conoscere nella sua terra natia prima che diventasse un fenomeno mondiale.
Ciao Colin ci mancherai.
Ad maiora