venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


Quando qualche giorno fa ci siamo azzardati a proporre come ipotesi che fosse in atto una liquidazione più o meno silente del Capitano siamo stati accusati di travisare la realtà in nome di qualche non chiara strategia. Si lavorava per i nemici della Roma, quelli del tanto peggio tanto meglio.

Ora non si capisce onestamente chi siano questi Nemici della Roma visto che le trattative con gli Amici della Roma sono durate circa un anno e mezzo e ancora oggi, closing o non closing, c’è una situazione dirigenziale che definire pletorica sarebbe eufemistico.E in questa situazione si inserisce la necessità, è ovviamente una nostra ipotesi che si basa su ciò che si può osservare dall’esterno, di rottamare il Capitano (e vedrete che tra un po’ toccherà anche a Capitan Futuro, tembo ar tembo). Infatti, al di la delle chiacchiere e dell’amore dichiarato a voce, è del tutto evidente che ci sia una strategia societaria per ridimensionare fortemente il ruolo di Totti nella Roma colpendolo, e qua sta la vera e propria idiozia, su un dato che è invece fortemente oggettivo e cioè quello della prestazione sportiva.

Avrebbero potuto cominciare con qualsiasi scusa. L’allenamento alla dietrologia non ci fa difetto e quindi si potuto parlare di divergenze sugli sponsor telefonici per arrivare a più o meno dimostrabili influenze nella precedente gestione. Posizioni pro Sensiane del Capitano nella querelle che si sviluppo, e molti fanno finta oggi di non ricordarlo, quando le strade di Baldini e della AS Roma cominciarono a divergere ben prima che l’attuale DG contumace uscisse dal libro paga di Trigoria.

Come in tutti i gialli che si rispettano il sospettato numero uno è il maggiordomo, in questo caso il Don Chicote delle Asturie. Causa il suo sussiego o la sua supponenza ieri sera si è fatto di nuovo trovare con le mani nella marmellata e davanti a qualche centinaio di migliaia di tifosi romanisti, senza plausibili ragioni, ha sparato un altro strale alimentando però una contestazione da parte dei tifosi che non hanno capito e non hanno gradito, rimettendo in discussione la presunta grandezza e bellezza del Presepio.

Sulle ragioni di ipotesi ne sono state fatte molte. Un paio le abbiamo dette sopra ma più in generale pensiamo che si voglia arrivare ad una gestione squadrata, con un livello medio, priva di punti di identificazione, e quindi di influenze e perturbazioni, con la piazza locale.

E in questo i grandi strateghi del marketing statunitense stanno pienamente toppando. Per un progetto di questo genere avrebbero dovuto comprare la Juventus e non la Roma. Il Milan, non la Roma.

La AS Roma è sempre stata e sempre sarà espressione e catena di trascinamento degli umori e delle passioni della città. Non esiste la Roma senza i Romani e senza i Romanisti. Per lo meno non esiste e non può esistere la Roma così come la conosciamo noi.

Ma evidentemente si pensa a qualche altra cosa. Ad un prodotto iconico, gommoso ma insapore come le pizzette che vendono allo stadio (che notoriamente fanno in Cina).

Vediamo se ci riescono, ma se le cose continuano così per LE il panettone è un miraggio.

Ad maiora.