venerdì, Ottobre 18, 2024 Anno XXI


Dopo la fine dell’estate arriva sempre il tempo dei bilanci. L’Italia si avvia verso la stagione autunnale stretta tra l’ultima manovra economica e nuove promesse di povertà. Tra le mille voci della protesta, per qualcuno sembra uno scherzo di cattivo gusto, appaiono per la prima volta anche i calciatori. Non solo quelli delle categorie più basse, ma anche i cosiddetti milionari.

Il calcio non si ferma. Non c’è nessuno sciopero: la serie B e quelle minori hanno iniziato a giocare regolarmente, la Nazionale pure, e la settimana prossima arriverà il turno della serie A. La bagarre mediatica-politica che si è venuta a creare, è nata da un semplice rinvio della prima giornata del campionato. La firma è stata solo una sfumatura dietro l’angolo di una scrivania presidenziale.

Più che scontro di classe, abbiamo assistito ad uno scontro di caste. I proclami di sciopero dei sindacalisti del pallone, Tommasi e Buffon e dall’altra le pronte risposte dei vari sciacalli-dirigenti, che hanno i volti tristi dei Galliani e Zamparini.

La fine del calcio pre-moderno era stata segnata dalla guerra dei diritti televisivi, dalle estenuanti moviole, dal totoscommesse legalizzato e dei calciatori-mercenari. Finita così l’epoche delle maglie sudate senza sponsor, degli eroi impressi sulle figurine Panini, dalle vite complesse e fuori-schema ma nello stesso tempo vite popolari come Gigi Meroni o Diego Maradona

L’unico “boatos indignato” è arrivato dalla Spagna, degli eroi-moderni donchisciottiani, dove Javi Poves, giocatore dello Sportin Gjon, ha dato il suo “contributo di solidarietà” denunciando la corruzione nel mondo-calcio e scagliandosi contro le banche, tenendo così una posizione ben più dignitosa rispetto a quella dei suoi colleghi italiani.

Crisi e conflitti nel sistema-calcio

Il posticipo del campionato ci permette il tempo di tracciare un analisi sull’universo calcistico.

La messa in opera del decreto Maroni ha segnato una svolta del mondo-calcio. Ha cambiato, con un vero e proprio golpe, le regole più importanti del gioco, quelle economiche. L’entrata massiccia di nuovi gruppi privati (Banca Intesa, Lottomatica, Poste Italiane, Erg, Autogrill) e l’introduzione della carta di credito del tifoso, hanno mutato finanche il vocabolario sportivo inserendo termini prettamente economici come come fidelizzazione. Gli effetti del decreto sono stati immediati: crollo degli abbonamenti e malcontento diffuso dentro tutti settori degli stadi, partendo dalle curve e salendo nelle scala piramidale calcistica fino ad arrivare ai palazzi presidenziali di molte società di serie A.

L’altra parte del restauro maroniano ha toccato la facciata più sporca: gli ultras. Etichettati da giornalisti e sociologi con il termine barbari. Toccava dare ragione ai vari professionisti dei salotti. Il termine barbaro designava chi nell’antichità non parlava il latino o il greco. Così gli ultras non parlano la lingua del calcio moderno, quella del profitto. I nuovi barbari in aperto scontro con le società-stato e le logiche di business (che spesso avevano pervaso l’interno di molte curve) sono stati reclusi nelle periferie dell’Impero-calcio, come succede a tutte le “dangerous class” sono stati i primi a subire i meccanismi repressivi sulle propria pelle.

Poggiandosi sulle solide basi del precedente decreto Amato, il decreto è riuscito a realizzare quello che apparati statali, mediatici ed economici prospettavano da anni: eliminare ogni forma di passione legata al tifo, mettendo in atto la canonica divisione tra “buoni e cattivi”, tra no-tessera e pro-tessera. In linea con questo progetto in un settore dello stadio di Trieste gli ultras sono stati sostituiti da un grande riquadro raffigurante tifosi, striscioni e bandiere. E’ forse il caso più emblematico di questa nuova fase del calcio moderno: dalle passioni vive verso passioni tristi (o addirittura finte).

Lo stadio, come il caso di Trieste conferma, diventa così laboratorio pubblico-politico del controllo. Sulla pelle degli ultras, come succede a tutte le “dangerous class” sono state sono sperimentate le peggiori torture moderne e nuovi meccanismi repressivi, per poi successivamente applicarle ad altri pezzi di società.

infoaut.org

Per Corederoma
Paolo Nasuto