venerdì, Ottobre 18, 2024 Anno XXI


da romanews.eu

Oggi è il giorno della conferenza stampa di presentazione di Simon Kjaer. Il difensore danese, a causa degli impegni con la propria Nazionale, è arrivato a Roma soltanto ieri pomeriggio, ma si è messo subito a disposizione di Luis Enrique. Dopo la seduta di allenamento mattutina, Kjaer risponde alle domande dei cronisti presenti al ‘Fulvio Bernardini’. Ecco le sue dichiarazioni integrali (parola per parola):

Simon KjaerCosa ti ha spinto a tornare in Italia e nella Roma?
Sono tornato qui perché c’è un grande progetto. La Roma ha preso un sacco di nuovi giocatori e sono molto contento di essere qui.
Che idea ti stai facendo del progetto? Tanti giovani talenti…
Certo l’età di tutti i giocatori forse è bassa. Ma qui ci sono Totti e De Rossi con grande esperienza. Qui c’è l’esperienza, poi hanno preso tanti giovani e secondo me possiamo fare un bel campionato.
Che tipo di campionato? Quali sono gli obiettivi tuoi e della squadra?
Io penso che i titolari siano Juan e Burdisso. Io devo lavorare tantissimo per poi sperare di andare in campo. Con la squadra dobbiamo andare in Europa: Milan, Inter e Juve sono grandi squadre, ma secondo me possiamo arrivare al top con questa squadra.
Hai avuto timore che la trattativa potesse saltare?
Certo, quando sono tornato in Germania non ero felice. Ma ogni giorno parlavo con Walter e mi diceva che avremmo trovato una soluzione. Per questo mi sono convinto di potere arrivare qui.
Cosa non ha funzionato al Wolfsburg?
Per me è stata una grande esperienza, ma non è andata bene né per me né per la squadra. C’era un grande progetto che non ha funzionato, quando ho sentito della possibilità di tornare in Italia in una squadra come la Roma l’ho colta subito.
La tua voglia di riscatto può darti una marcia in più per insidiare Juan e Burdisso, guadagnandoti una maglia da titolare?
Penso di si, io sono ancora giovane e so che devo lavorare. Conosco la mia posizione in questa squadra adesso, ma credo in me stesso. Con un po’ di tempo anche io potrò aiutare con la mia qualità. Ma prima devo farlo vedere in allenamento.
Se Luis Enrique ti facesse giocare già domenica ti sentiresti pronto?
Certo, ho giocato in Nazionale e quasi ogni partita col Wolfsburg. Se serve sono pronto e in forma al 100%.
Sabatini quanto e come ha influito nel tuo arrivo a Roma? Ti ha convinto in modo speciale?
No quando abbiamo parlato mi ha chiesto se volevo venire qui a Roma. C’è un grande rapporto con lui. Ci fidiamo l’uno dell’altro. Non ho ci ho pensato molto, sono stato convinto sin da subito.
Si sta parlando molto della situazione del capitano, che ora si è definita e chiarita. Cosa rappresenta per te Totti nel progetto Roma? Un capitano che può prendervi per mano?
Totti è Totti. Ci ho giocato contro un paio di volte, ha qualità enormi e fa sempre la differenza, anche in questo progetto. E’ il capitano e secondo me deve giocare sempre, perché apre spazi agli altri giocatori, fa la differenza sempre.
La Roma deve puntare ai primi 3 posti? Fino a dove può spingersi?
Secondo me è possibile arrivare anche al primo posto, ma ci vorrà tempo per la squadra che ha un sacco di nuovi giocatori. Dopo 5-10 partite potremo vedere come va e valutare la qualità del team, la nostra reale forza.
L’inizio anomalo, eliminazione con lo Slovan e ritardi del campionato, può condizionare la vostra stagione? Ha influito sulla preparazione?
Certo per me è stato perfetto l’annullamento della prima partita, ora ho un paio di giorni per allenarmi con la squadra e conoscerla.
Cosa ricordi di quando affrontavi la Roma col Palermo? Sei rimasto impressionato dalla tifoseria?
Era sempre difficile venire qui a giocare. Abbiamo vinto contro la Roma. Quella giallorossa è una grande tifoseria.
Il tuo calo di rendimento al Wolfsburg è anche legato agli allenamenti, dal punto di vista tattico molto più blandi rispetto a quelli italiani? Quali sono i tuoi rapporti con il tecnico Magath?
In Germania si dice che giochiamo correndo avanti e vedendo che succede. In Italia il lavoro è diverso, qui si lavora con la squadra e questo fa più per me. Il mio rapporto con Magath? Preferisco non parlarne…
Perché il numero 44? Quali sono le differenze tra campionato tedesco e italiano?
Ho scelto il 44 perché Juan ha il 4, il 24 non era libero e il 34 non andava bene (ride).. Qui il calcio è un po’ più tattico, si lavora come squadra, fidandosi dei propri compagni. In Germania è sempre e solo uno contro uno, devi fidarti solo di te. Non è il mio tipo di calcio.
Hai dimostrato spiccate doti nel gioco aereo. Ci sveli alcuni aspetti in cui invece devi migliorare?
Posso e devo migliorare in tutto. Sono ancora giovane e ho un sacco di voglia di imparare. In Germania non ho giocato molto di anticipo e qui dovrò farlo, anche per il tipo di calcio che vuole fare Luis Enrique.
Che idea ti sei fatto del nuovo allenatore?
Lui ha il suo modo di fare calcio e sta lavorando molto con la squadra per questo. Per me è perfetto perché giochiamo a calcio. Vuole che anche in difesa si tenga la palla e mi piace non dover soltanto difendere, ma dovere anche essere attivo anche nella fase offensiva e propositiva. E’ perfetto.
E’ possibile un’idea di difesa a 3 con te, Juan e Burdisso?
Tutto è possibile, io però non ho ancora visto allenamenti a 3 e quindi per me giocheremo con la difesa a 4.
A Palermo giocavi con una difesa a 4 piuttosto in linea. Luis Enrique invece predilige gli esterni molto alti…
Si ci vorrà tempo, serviranno allenamenti e partite per abituarsi a questo tipo di calcio. Però come persona e come giocatore lui preferisce giocare così, lui vuole sempre pressione sulla palla e così dietro è un po’ più facile giocare in anticipo. Mi piace questo tipo di calcio.