sabato, Settembre 28, 2024 Anno XXI


Napoleone Bonaparte, che della scelta degli uomini se ne intendeva, amava ripetere che preferiva i generali fortunati a quelli bravi. Non ci è concesso sapere cosa ne pensasse dei generali scarsi, ci saranno stati anche quelli, ma probabilmente non li considerava proprio. Ci scusi LE, grazie del curricula, le faremo sapere.

La nuova Roma, nata sulle ceneri  finanziarie ma non certo sportive della precedente, ha deciso di affidare le proprie sorti non ad un generale ma ad Sergente di Ferro, una sorta di Bersellini in sedicesimi,   determinato e cocciuto come pochi se ne sono visti da queste parti.

Le ragioni di questa scelta le ignoriamo. Abbiamo qualche ipotesi, conoscendo poi le gesta passate di chi l’ha operata, ma si tratta di illazioni che lasciano il tempo che trovano. I risultati di questa scelta invece li vediamo sul campo. Tre partite, due sveglie e mezzo. Siamo nelle già nella condizione di pensare, e non esageriamo, di salvare il salvabile.

LE ancora non è passato e già ha folte schiere di vedove, sulla base di cosa non ci è dato sapere, come ne hanno, con qualche ragione in più, Spalletti e Zeman. I primi si affrettano ad affermare il principio che anche in quei casi non si carburò subito e si perse terreno. Ci saranno poi coloro i quali puntuali ricorderanno che:”se non la buttano dentro i giocatori che ce po’ fa l’allenatore?”.

Ai Templari dell’ovvio, ai Cavalieri del Tavolino Rotondo der Bar, agli strateghi più lungimiranti di Luciano Moggi senza telefono, ci duole ricordare che è l’allenatore che ha la responsabilità di disporre i cristiani in posizione acconcia e quindi, di conseguenza, anche in condizioni di buttarla dentro. Se non lo fa determina una precondizione che annulla la validità di qualsiasi osservazione.

E per giustificare ciò ci sono motivazioni di scelta e motivazioni di schieramento. Bojan, da quello che abbiamo visto finora: il fratello pippa di Montella, e Osvaldo, il gemello pippa di Borriello, non sono esterni da 433. Perlomeno non ora e perlomeno non in queste condizioni. Qualcuno sta soffiata l’ha fatta arrivare a chi conta?

Ma questo è un progetto. Non è importante che lo siano ora. Vedrete che lo saranno e lo diventeranno? Certo? Certissimo! Anzi….probabile.

E Totti, che è sempre un signor fuoriclasse, non può giocare a trenta metri dalla porta perché distribuisce gioco e assist secondo la sua meravigliosa mercanzia, ma non è in grado di finalizzare con quella lucidità che avrebbe potuto avere qualche anno fa quando partiva dalla metà campo, se marcava tutti, e la buttava pure dentro (vedi Roma-Sampdoria).

Viceversa abbiamo appreso dal Nostro che è prassi comune che le prime cinque le perda, è accaduto così sia nel primo che nel secondo anno del Barcellona B. E che poi, come per incanto, si divelino i misteriosi disegni celesti e misteriosi prodotti da quella po’ po’ di capoccia e che tutto diventi chiaro per i giocatori che improvvisamente cominciano a girare come ingranaggi di un planetario alla grafite.

Ieri la folla tifosa ha avallato la seconda cambiale di questa stagione. Sappiamo per dimestichezza diciamo così…familiare, che però le cambiali prima o poi scadono e in quel caso non pagheranno ne LE ne il DS ne il DG che nel frattempo saranno andati altrove ad insegnare come se campa.

Pagheremo noi. Pagherà l’AS Roma, pagheranno quelli che restano.

Noi di CdR abbiamo il timore, e non ci interessa che in questo momento le fette di prosciutto del progetto lo rendano forse scarsamente condiviso, che la strada sia lastricata di buone intenzioni che si declinano in pericolose tendenze alla B. Non potremmo negare che ci sarebbe il vantaggio di ricondurre l’allenatore in una categoria dove ha già potuto sperimentare con successo il suo credo calcistico, ma se fosse possibile vorremmo evitare.

Questo sarà paradossalmente tanto più vero quanto più saranno i vecchi da rottamare a salvare la baracca in luogo delle giovani promesse da picchetto. Si vuole tenere fuori Borriello per Osvaldo o per Bojan? Si vuole insistere in uno schema a dispetto dei Santi e delle evidenze?

Se po’ fa tutto nella vita. Noi amiamo solo ricordare che siamo l’AS Roma, che non c’hanno preso in tribunale o in serie C e che il termine “fenomeno” dalle parti nostre non viene speso spesso in termini ammirativi.

Se alberga qualche intelligenza nella perfida Albione il momento per il vaticinio è questo. Dopo potrebbe essere troppo tardi.

Ad maiora