venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


È arrivata la prima vittoria ufficiale per la Roma di Luis Enrique. Sofferta, sudata, anche brutta, ma di importanza vitale per tenere accesa la piccola fiamma per illuminare questa stagione. Tre punti per riprendere fiato, tre punti per provarci.

Il primo tempo è stato uguale alle precedenti prestazioni, tanta noia e un tiro in porta degno di nota, quello del capitano. Per il resto qualche rischio in difesa e niente ritmo. Il grosso lavoro dei difensori mantiene la Roma a galla, i pochi gol presi ne sono una dimostrazione.

Il bel gol di Osvaldo, su cross di Rosi, cambia il match e sveglia i giallorossi. I successivi quindici minuti sono i migliori di tutta la gestione dell’asturiano. Lo stesso Osvaldo sfiora il raddoppio con un’azione personale mentre il capitano inventa poesia per tutto il campo.

Si rischia e si soffre nel finale. Tra calo fisico e paura di vincere la difesa viene stressata al massimo. Ma i due argentini la guidano alla grande, con grinta, cattiveria e tanta esperienza.

Non a caso la prima vittoria è venuta in trasferta, a prescindere dall’avversario. Per il segno uno ci sarà da lavorare molto e da cambiare ancora.

La cosa importante è vedere dei segnali di cambiamento nell’atteggiamento del mister. A inizio stagione Totti era come gli altri, cosi giustificò il cambio con lo Slovan. Adesso è stato giudicato diverso da tutti. Capire che mettere i giocatori al posto dove possono rendere di più è un altro passo in avanti. Avvicinare le punte all’area di rigore permette passaggi in verticale, cosa fondamentale nel calcio.

Piccoli segnali ai quali aggrapparsi, perché solo questo possiamo fare. Rimanere fermi sulle proprie convinzioni, senza smussare minimamente quanto visto fin’ora non porta da nessuna parte.

Bisogna alleggerire il ‘progetto’ per rendere più spensierato il gioco. E forse qualche altro risultato arriverà.

petra@corederoma.it