venerdì, Settembre 20, 2024 Anno XXI


Chi va in trasferta, chi non ci va, chi decide una cosa e chi un’altra… Sotto il cielo italiano la confusione è totale, e sinceramente sarebbe ora che si pretendesse chiarezza a tutti i livelli. I politicanti ed i loro servi debbono capire che il popolo dei tifosi sono composti da gente che lavora e che non ha tempo da perdere con le loro cazzate… E molti tifosi dovrebbero capire che sottoscrivere i loro ricatti per “andare liberamente allo stadio” (qualche tesserato mi spieghi il significato di quel “liberamente” secondo lui, perchè abbiamo concetti di libertà molto diversi evidentemente…) non è il sistema migliore per uscirne fuori, nè garantisce il “culo parato” (attività questa che piace da morire agli italioti…).

E’ successo per esempio che a Pisa una ricevitoria si sia messa a fare inavvertitamente i biglietti per la trasferta di Vercelli ad alcuni tifosi nerazzurri senza tessera. Dopo una ventina di tagliandi emessi arriva il Questore in persona (ma non aveva mica altro da fare questa figura istituzionale inutile?) che blocca le vendite ed impedisce agli altri tifosi presenti (una trentina) di farsi il biglietto. Richiede i documenti a tutti, ma la gente si rifiuta di consegnarglieli. Alla fine la cosa si risolve con una maximulta alla ricevitoria (che vive vendendo sigarette e gratta & vinci e che sui biglietti normalmente ci guadagna molto poco rimanendo li spesso anche in pausa pranzo per emetterli, quando basterebbe demandarne la vendita alle società come avveniva anni fa… ma questo non lo dice mai nessun giornalista. Vero, cari i miei pavidi?), e con la minaccia a tutti i presenti di non recarsi a Vercelli, pena denuncia e diffida. Leggendo queste cose mi chiedo se Savina è stato trasferito a Cagliari o a Pisa: non esiste nessuna legge che impedisce a nessun cittadino di recarsi in un’altra città; ergo il signor Questore può giusto giusto attaccarsi al cazzo (o, per dirla come i pisani, “Puppare la fava a tutti”), e fare anche attenzione: un atteggiamento del genere potrebbe costare a lui stesso una citazione in tribunale. Gli auguro di cuore che i pisani a Vercelli ci siano andati, sbeffeggiandolo…

I doriani per esempio a Bergamo con l’Albinoleffe ci sono andati: consci di non poter entrare allo stadio, si sono presentati all’esterno “armati” di griglie, attrezzi da barbecue e tanta carne. E cosa succede? Succede che le biglietterie per loro si aprono “magicamente”, ed i tifosi blucerchiati possono farsi regolarmente il biglietto ed entrare. In faccia al Questore di Pisa.

I viola tesserati a Napoli, invece, ricevono proprio un bel trattamento da tifosi “fidelizzati”: niente aste nemmeno per le bandiere di mezzo metro, e divieto di introdurre i bandieroni precedentemente autorizzati. L’unica nota “di colore” consentito erano gli striscioni, posizionati sui seggiolini del settore ospiti del San Paolo. Mi verrebbe da dirgli che ben gli sta: vale la pena tesserarsi per piegarsi a questo schifo? Libertà è farsi infilare una mano su per il culo e farsi muovere come una marionetta? Attendo sempre risposte da qualche tifoso tesserato…

E’ andata bene ai triestini, partiti per Andria senza biglietto e senza tessera del tifoso, che sono riusciti ad entrare nell’impianto. Molto meno bene è andata agli udinesi, partiti per Cagliari senza tessera del tifoso ma col biglietto regolarmente acquistato: a loro è stato impedito l’ingresso allo stadio. Mi auguro che ora adiscano per vie legali.

A L’Aquila l’Osservatorio ha vietato la trasferta ai tifosi chietini (gemellati con quelli aquilani) e per protesta anche gli aquilani sono rimasti fuori dallo stadio tutti i novanta minuti.  Un derby privo di colore e di calore. In questo senso si è espresso l’allenatore rossoblù che ha dichiarato: “Sono perfettamente consapevole che vietare la trasferta ai supporters neroverdi è un’assurdità, ma se anche i nostri decidessero di non entrare sarebbero solo i giocatori a pagarne le conseguenze. Per abolire questo tipo di legge bisognerebbe alzare la voce tutte le domeniche in ogni campo di Italia, protestare sporadicamente non servirà a cambiare il sistema”. Ed io penso che una bella protesta nazionale, lasciando gli stadi silenziosi per più di una domenica, potrebbe pesare definitivamente sul piatto della bilancia. Sarei disposto anche a fottermene della corsa alla serie A pur di riacquistare un minimo di libertà… Che è molto più importante a casa mia!

Proprio sulla situazione della serie C, segnalo questo paragrafo di un articolo ripreso da AsRomaUltras.org:

Oggi in C, abbiamo stadi semivuoti, quando solo qualche anno fa erano frequentati da qualche migliaio di persone (per non parlare degli anni Ottanta), perché troppe sono le complicazioni per mettere le mani sul biglietto: prevendita (non sempre si può acquistare il giorno stesso), code chilometriche alle biglietterie, costi ulteriori per gli steward in capo alle società, concorrenza sleale della A sotto forma di partite trasmesse a pochi euro in contemporanea in televisione.
Purtroppo quel che sta accadendo, senza che nessuno dica niente, è che si sta uccidendo il calcio come fenomeno sociale, con la A che mangia come un pescecane il bacino di cui si nutre lo sport locale.
Per questo vorrei tanto che non si parlasse del 67enne che non può andare a vedere la Roma a Milano, ma del 40enne che non può portare il figlio a vedere la squadra della sua città, se non acquistando il biglietto (nominativo) almeno 24 ore prima, facendo la tessera del tifoso e resistendo alla tentazione di vedere il Milan in tv a un prezzo che nessuna società di C potrà mai fare.
Postilla sugli effetti anti-violenza della tessera (solo per ignoranza o malafede si può sostenere che ci sia un nesso di causa-effetto tra tessera e riduzione delle violenze).
Molti ultras, come è noto, hanno deciso di non fare la tessera. Il risultato è stato che a Pavia, l’anno scorso e abbiamo visto anche quest’anno, veniva riservato loro un pezzo dei distinti, a diretto contatto con gli spettatori locali per l’uso dei bagni e del bar. Nel settore ospiti, infatti, non potevano andare perché non avevano la tessera del tifoso. Se non è demenziale questo…

E’ ora che i Cestaro di turno, invece di dire “fatevi la tessera” comincino a premere perchè venga tolta; è ora che i Barsotti di turno scendano sulla terra e comincino a rendersi conto di tutte queste assurdità, dandoci un taglio alla loro demagogia assurda. Non ci sono compromessi da accettare, c’è solo da darci un taglio. Definitivamente ed una volta per tutte.

Dallapartedeltorto.wordpress

Per Corederoma

Paolo Nasuto