lunedì, Settembre 30, 2024 Anno XXI


Sono stati “sequestrati” in aeroporto. Hanno spiegato: “Volevamo fare un normale weekend a Belgrado e anche vedere gli azzurri e invece, appena scesi dall’aereo, ci hanno trattato da criminali”. Tra le due federazioni c’è un acccordo che prevede particolari misure di sicurezza: accesso nel Paese consentito solo a chi munito di uno dei 130 biglietti Figc. Interviene il nostro rappresentante diplomatico. I rapporti tra i due Paesi sono difficili dopo gli incidenti nella gara di Genova dell’anno scorso Un momento della partita tra Italia e Serbia BELGRADO – Tre tifosi italiani, partiti ieri alle 15,30 da Linate per trascorrere un week end in Serbia e vedere la partita dell’Italia sono stati fermati dalla polizia aeroportuale, che li ha tenuti da ieri in aeroporto, sequestrati per 25 ore. I tre (Nunzio tragni, 40 anni, suo fratello Gerardo di 39, Soccorso De Angelis, 42, tutti di Milano) non hanno alcun precedente e non appartengono ad alcun gruppo di tifosi organizzati. I tre italiani sono stati costretti a bivaccare in aeroporto per tutta la notte, senza soldi. Il console italiano è riusciti a rifornirli di cibo. I tre torneranno oggi in Italia. Il volo, inizialmente previsto per domenica, è stato anticipato di 24 ore.   I rapporti tra le autorità italiane e quelle serbe sono tesi sul fronte dell’ordine pubblico per quanto riguarda i confronti tra le due nazionali dall’anno scorso, quando la gara tra Italia e Serbia al Ferraris di Genova fu sospesa a causa dei gravi incidenti causati dagli ultrà di Belgrado. L’episodio fu seguito da un lungo rimpallo di responsabilità che coinvolse anche i governi dei due paesi.   “Pensavamo di fare un normale weekendino a Belgrado come avevamo già fatto a giugno e a luglio – spiegano i tre – e volevamo, già che c’eravamo, andare a vedere anche gli azzurri. E invece appena siamo   scesi dall’aereo hanno cominciato a trattarci come criminali. Eppure non abbiamo precedenti penali né daspo né niente. Abbiamo solo un bar a Milano dove lavoriamo tutto l’anno per pagarci viaggetti come questi”. Il loro errore, a quanto pare di capire, è stato quello di aver dichiarato alla frontiera, tra gli obiettivi del viaggio, quello di “andare a vedere la partita”.   “Si è trattato di un respingimento doganale in piena regola – spiega il console italiano a Belgrado, Andrea Arnaldo – ci hanno contattato all’una di notte e subito sono andato io personalmente a vedere come stavano le cose. E le cose erano chiare: esiste un accordo tra i ministeri degli interni italiano e serbo che consente determinate misure di sicurezza. Ieri, in seguito a un preciso accordo tra le due Federcalcio, era stato stabilito che chiunque avesse tentato di entrare in Serbia per andare a vedere la partita sprovvisto di biglietto sarebbe stato respinto. E che gli unici italiani autorizzati ad entrare allo stadio sarebbero stati quelli con in mano uno dei 130 biglietti della Figc. E così è stato”. Resta da capire per quale motivo i tre uomini non sono stati lasciati entrare nel paese una volta svolta la partita: “Siamo stati abbandonati qui dentro l’aeroporto – dicono – senza cibo ne acqua per 26 ore. Il consolato? Ci ha portato tre sacchetti di patatine e due succhi di frutta e ci  ha lasciati qui”. fonte: la repubblica per corederoma Dany cdr