domenica, Settembre 29, 2024 Anno XXI


Una domenica da sbadigli, fotografia ideale di un campionato che a circa un mese e mezzo dal via ancora fatichiamo ad inquadrare.
Si è parlato di livellamento verso l’alto, di incertezza, di equilibrio mai così totale in Italia. Lo scorso weekend invita a guardare la realtà con occhi diversi, da una prospettiva più critica, ma non per questo immotivata: e se questo campionato fosse semplicemnte brutto? Sì, brutto. Noioso, scadente, tecnicamente povero di spunti interessanti. C’è un dato che fa riflettere in questo senso: i club italiani sono quelli che segnano meno. Per la precisione 1.18 goal a partita, la media più bassa tra i tornei europei più competitivi.

LA MEDIA GOAL A PARTITA PER OGNI SQUADRA
Serie A: 1,18 Premier league 1,40 Liga 1,25 Bundesliga 1,43

E’ questa la statistica che conferma la detronizzazione – avvenuta già qualche stagione fa – dell’ex campionato più bello del mondo. Il concetto di ‘bello’ ha sicuramente mille sfumature, ma nel calcio il goal è gran parte dello spettacolo, e senza quelli diventa dura parlare di bellezza.
Il fenomeno diventa ancor più interessante se esaminato su un campione diverso, prendendo in considerazione solo i tre club più blasonati di ogni torneo. Qui il divario si fa abissale, e la differenza tra il nostro e gli altri campionati balza all’occhio impietosa.

LA MEDIA GOAL A PARTITA PER I TRE CLUB PIU’ BLASONATI
Serie A: 1,38 Premier league 3,00 Liga 2,85 Bundesliga 2,15

Il verdetto è semplice da individuare: alla Serie A mancano i goal delle squadre più attrezzate. Quelli che i due Manchester assicurano alla Premier, che Barcellona e Real regalano a profusione nella Liga, che il Bayern Monaco dona generosamente alla Bundesliga. Scarseggiano le emozioni perchè scarseggiano i fuoriclasse, o semplicemente i giocatori di una certa caratura. Quelli che dribblano, che tirano, che fanno la differenza. Che portano i goal. E’ calato il livello tecnico del campionato e di pari passo quello dello spettacolo. E poi c’è un’atavica questione di filosofia, di visione del calcio: le nostre squadre vengono preparate più a difendersi che ad attaccare. Si dedica maggior attenzione alla fase passiva che a quell’attiva, sia durante la settimana che in partita. Con risultati evidenti.

Attaccare senza avere un’idea precisa su cosa fare è già impresa ardua, provarci contro difese folte ed organizzate lo è ancora di più. Si abusa del contropiede, al punto da farne la propria strategia offensiva, e quello che dovrebbe essere uno strumento di supporto diventa l’unico copione possibile. Con conseguenze inevitabili, appena si mette il naso oltreconfine. Bisogna riprendere a giocare a calcio, lasciando da parte pedine e scacchiera. Lo 0-0 sarà anche il risultato perfetto, ma a noi interessa lo spettacolo. E se tornare ad essere il campionato più bello del mondo è impossibile, che almeno si provi a diventare il più divertente.

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Per Corederoma
Paolo Nasuto