sabato, Settembre 28, 2024 Anno XXI


Ci sarà Franco Baldini ad aspettare Giorgio Sandri oggi pomeriggio a Trigoria. Il direttore generale della Roma vuole conoscere il papà di Gabriele, il ragazzo assassinato l’11 novembre del 2007 dall’agente di polizia Luigi Spaccarotella, per parlare non soltanto della possibilità di mettere il logo della Fondazione dedicata a Gabbo sulle maglie della Roma almeno un volta.

E’ stata un’idea espressa da Giorgio qualche giorno fa a Radio Ies («Sarebbe bello vedere il nome di Gabriele anche sulle maglie della Roma») e immediatamente raccolta dalla società giallorossa già il giorno seguente quelle parole, contattando direttamente la famiglia Sandri per fissare l’appuntamento di oggi. La Roma – questa Roma qua soprattutto – ha intenzione di verificare se con la Fondazione Gabriele Sandri sarà possibile mettere in opera iniziative di più ampio spettro, tutte volte all’esaltazione dei valori dello sport e contro ogni forma di violenza. E’ l’idea del calcio secondo Baldini. E’ quello che fa la Fondazione Gabriele Sandri. E’ nata per questo. In nome di Gabriele per rendere – se possibile – ancora più bello, più pulito, più grande il suo ricordo e il suo sacrificio. Per la famiglia, per papà Giorgio e per il fratello Cristiano, per la tenerissima mamma Daniela, l’assassinio di Gabriele è stato quello. Da quel giorno infame, da qui colpi di pistola, su quegli occhi chiusi per sempre sono nate tante iniziative che hanno onorato la vita. Le sciarpe e un monumento di commozione per anni a Badia al Pino, prima della stele – finalmente! – apposta lo scorso 11 novembre nell’autogrill dell’omicidio, le tante manifestazioni fatte in tutte le città non solo d’Italia scandendo il nome di Gabbo, una nuova sensibilità – più forte di qualsiasi tentativo di normalizzazione – nelle curve di tutti gli stadi verso semplicemente un valore più alto di quello dei differenti colori.

«La bellezza del gesto della Roma ci racconta proprio questo, come si possa andare oltre certi steccati verso la condivisione di qualcosa di immensamente più grande pur mantenendo inalterata la propria identità». Sono parole di Maurizio Martucci, uno dei padri della Fondazione, autore di un libro importante sull’assassionio di Gabriele, e sempre al fianco della famiglia Sandri in questi anni. Ci sarà anche lui oggi. Cristiano, invece, sarà sabato a Padova e domenica a Trieste – per le rispettive partite del Padova e della Triestina – visto che queste società porteranno sul petto il logo della Fondazione. La Roma vedrà di fare altrettanto e se per qualche motivo non sarà possibile, ha comunque intenzione di creare un rapporto con la Fondazione per far sì che qualsiasi occasione sia quella giusta per dire anche con il linguaggio del calcio qualcosa di importante sulla vita. Un grande romanista lo ha fatto proprio l’11 novembre. E’ un bellissimo gesto, una bella storia di una persona ancora più bella che deve essere conosciuta: Eusebio Di Francesco si è recato, senza dire niente a nessuno, a donare il sangue cinque giorni fa all’ospedale di Lecce dove c’erano i ragazzi volontari della Fondazione Sandri. «Abbiamo raccolto il sangue in sette città diverse nel giorno dell’anniversario della sua morte, è l’iniziativa nata in nome di Gabbo che ho più a cuore». E’ quando dal sangue nasce la vita. E’ un po’ tutta la storia di Gabriele.

[Fonte: Sportpeople]

Per Corederoma
Paolo Nasuto