domenica, Settembre 29, 2024 Anno XXI


Pubblico questa interessante riflessione dell’amico Harken relativamente al futuro della Tessera del Tifoso, ora che c’è stato il cambio di governo:

SCENARI ATTUALI

Sparito Maroni e spariti i suoi mantra sulla tessera del rognoso ci si potrebbe aspettare un cambio di rotta da parte del nuovo esecutivo che dovrebbe mettere mano ai problemi del paese. Ma è proprio perché il governo è nato per la questione economica che trovo difficile che possa prendere decisioni “politiche” nel senso di scelta (anche perché formato dai c.d. tecnici) e che possa occuparsi di un aspetto oggettivamente secondario rispetto al marasma finanziario nel quale ci troviamo.
Ma se supponiamo una scelta di un ministro “illuminato” agli interni, lui potrebbe fare davvero qualcosa?

Possibile, ma più probabilmente improbabile. Non possiamo dimenticarci che il governo Monti è nato/sta nascendo anche grazie al sostegno del principale partito di maggioranza il quale è di proprietà (in senso aziendale del termine) della persona che al connubio banche-pay tv-tessera non può che dare il massimo sostegno possibile perché ne ha interessi economici diretti. Quando si spiegava sul perché Maroni avesse partorito un aborto come la tessera era evidenziato molto bene chi era presente dietro all’intero progetto assieme alle banche, anche tralasciando la cultura politica che ha formato l’ex ministro pregiudicato mordipoliziotto. E’ chiaro quindi che una proposta in tal senso è impossibile sempre se mai ci sarà.

E se ci fossero elezioni nel giro di qualche mese?

Dando per scontato che vinca la coalizione di centrosinistra (vedi i sondaggi, la tipica alternanza ciclica degli schieramenti e così via) anche qui trovo molto difficile che qualcuno possa, o meglio voglia, fare qualcosa; sia per motivi prettamente conoscitivi (dubito che nessuno si sia mai posto il problema della tessera nell’opposizione) sia perché da personaggi che hanno sempre sostenuto e appoggiato il Berlusca nelle nefandezze (vedi il termine “inciucio”) difficilmente prenderanno azioni di questo tipo, magari anche con la motivazione (per altro già richiamata in anni passati) di non voler colpire mediaset (premium) perché privi di intenti vendicativi. E poi sinceramente da chi ha prodotto il ministro Amato e la sua geniale responsabilità oggettiva non mi fido.
SCENARI FUTURI

Tralasciando l’aspetto prettamente politico, che non mi piace e che rischia di far travisare quello giuridico di cui a seguito dando preconcetti politici al lettore, vorrei fare una riflessione su ciò che potrebbe ragionevolmente accadere a livello meramente tecnico. Sono stato infelice profeta 2 anni fa della modifica del concetto della trasferta con la tessera per via amministrativa e in barba all’accordo sottoscritto dalle società: primo anno tutte le trasferte libere tranne quelle vietate a tutti o solo per i tesserati, quest’anno tutte le trasferte vietate tranne quelle espressamente dichiarate libere (che non ci sono per altro o se vi sono viene impedito comunque l’accesso ai non tesserati) e come sempre mi auguro di sbagliare, anche se vengo preso in giro dall’osservatorio (zona F.A.Q.):

“Se voglio seguire la mia squadra in trasferta fuori provincia, posso acquistare i biglietti per lo stadio anche se non ho la tessera?

Sì, la tessera non è un’imposizione. Gli spettatori che non vogliono aderire al programma «tessera del tifoso» possono continuare a frequentare gli stadi acquistando biglietto in settori diversi da quello riservato agli ospiti; naturalmente, in questo modo, non godranno dei privilegi derivanti della tessera.”

Dando per scontato che il lettore abbia a mente la problematica giuridica generale della tessera (per chi non la ricorda il link è questo: CLICCA QUI), vorrei concentrarmi su uno degli aspetti più delicati (forse il principale punto di criticità) della tessera del pecorone. Il divieto per 5 anni post DASPO.

Occorre una premessa perché mi rivolgo a tutti in modo che chiunque possa capirmi. Nel mondo del diritto esiste un principio secondo il quale non tutte le norme giuridiche (le leggi, i decreti legge, le leggi della regione ecc.) hanno lo stesso valore. Esiste una gerarchia ben precisa, tale che una legge di grado inferiore non può andare in contrasto con quella superiore; ad esempio una legge della regione non può essere contro la costituzione che è al vertice di questa gerarchia.

Detto questo bisogna ricordare come la tessera del pecorone e tutto ciò che ne discende nasce esclusivamente da una circolare amministrativa (se guardate lo schemino sopra non la troverete in quanto non è un atto idoneo a obbligare nessuno, ministero compreso). Teniamolo a mente.

La prima versione del progetto tessera prevedeva che chiunque fosse stato sottoposto a DASPO non poteva sottoscrivere una tessera se non fossero passati 5 anni dalla fine della misura (sulla questione DASPO vi rimando al link sopra). Nessuno parlava di assoluzioni, nessuno parlava dell’impossibilità da parte del giudice di cancellare un DASPO nella quasi totalità dei casi (essendo di 1-2 anni veniva scontato interamente prima che arrivasse la sentenza che ne impiega in genere 3) e fu uno dei punti più criticati dal mondo del tifo.

Come sappiamo la tessera e il progetto che ne consegue non è altro che una opinione espressa dal ministro Bobo alle questure (essendo una circolare è definita giuridicamente come parere od opinione) nel senso che lui voleva che fosse applicato tutto il progetto che aveva in mente. Non essendo obbligatoria la Roma americana ha fatto la cosa più ovvia di tutte: o mi fai fare una tessera come vogliamo noi facendo anche gli abbonamenti a tutti (modello inglese) oppure recediamo dal progetto della tessera. Il panico. Come ricordiamo l’osservatorio è passato da un rigetto iniziale sino ad un “vedremo” quando la Roma ha minacciato di recedere dalla tessera e dal suo progetto, sottoscritto con un accordo non vincolante ( ma anche se lo fosse scade a giugno). Maroni disse “io non ne so nulla della Roma” e prese tempo. Ne uscì un tentativo di addomesticare la Roma cambiando la disposizione sui motivi ostativi al rilascio della tessera: oggi per il rilascio della tessera ci sono sempre i 5 anni ma solo dopo aver scontato una sentenza di condanna. Niente più divieto post DASPO e precisazione che in caso di assoluzione decadono tutti i motivi ostativi immediatamente.

1-Sono temporaneamente escluse dal programma quelle persone condannate per reati da stadio anche con sentenza non definitiva, fino al completamento dei 5 anni successivi alla condanna medesima;

2-La tessera del tifoso non può essere, altresì, temporaneamente rilasciata a coloro che sono attualmente sottoposti a DASPO, per tutta la durata del provvedimento stesso. (Sotto DASPO per altro allo stadio non ci si può accedere, disposizione inutile e ripetitiva).

Bello direte voi. In teoria si, in pratica è aria fritta come la tessera.

L’inghippo giuridico è sostanzialmente questo. Il modulo che espone il progetto tessera (che ha anche i motivi ostativi) non è un regolamento di tipo interpretativo ma una semplice modifica dell’opinione sul progetto tessera per mezzo di una circolare. In sostanza fintanto che il mordipoliziotto faceva il ministro la sua opinione sui motivi ostativi era quella e poteva cambiare. E voi direte e allora? E allora possiamo trarne due conclusioni immediate:

1-Il nuovo ministro potrebbe avere opinioni differenti o uguali
2-Il nuovo ministro potrebbe non avere opinioni in merito

Diamo per scontato che il nuovo ministro o non conosce la situazione e si occupi di altro o non abbia opinioni in merito e decida di astenersi sul problema. Che dovranno fare i questori e l’osservatorio ora che non hanno più esigenza di scodinzolare al ministro per un avanzamento di carriera? Applicheranno la legge, cosa che avrebbero dovuto fare sin dall’inizio (per altro a Roma la hanno spesso applicata anche alla faccia di Maroni). Quale? La normativa Amato così come modificata da quella Raciti e quindi il famigerato art.9.

L’art 9 recita: “é fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni riguardanti il gioco del calcio […] di vendere o distribuire titoli di accesso (all’impianto sportivo) a soggetti che siano stati destinatari di provvedimenti di cui all’art. 6 L. n. 401/89 c.d. D.A.SPO, ovvero a soggetti che siano stati comunque condannati, anche con sentenza non definitiva, per i reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive[..]. ”

In sostanza secondo l’opinione (tendo a sottolineare opinione perché le circolari non sono regolamenti e non vincolano nessuno) di Maroni questo articolo parla di 5 anni post DASPO prima, e ora intende dire che in caso di assoluzione non ci sono problemi per la tessera. L’atto dell’osservatorio non è un regolamento di tipo interpretativo (vedi sopra) in quanto un simile atto sarebbe impugnabile al TAR (al quale potrebbe anche richiedersi un controllo sull’art 9 fino alla corte costituzionale). Chiaramente l’intera azione di Maroni è basata sul sistema di impedire di fatto la tutela dei diritti di ogni cittadino per via di atti non vincolanti applicati lo stesso.

Non serve essere fini giuristi per capire che la norma intende e dice tutt’altro. Maroni lo sapeva ma non ha mai voluto cercare di imporla immediatamente, almeno non prima che gli italioti pecoroni si abituassero alla novità della card virtuosa. Il problema è grave, ancor di più se pensiamo che 7,5 DASPO su 10 finiscono in assoluzione (della quale l’art 9 non parla) e se pensiamo che i reati c.d. “da stadio” non sono reati commessi in occasione di manifestazioni sportive (eccetto per petardi, fumogeni e affini) ma reati anche slegati dal calcio e dall’evento sportivo come la rissa, l’ingiuria, l’offesa a pubblico ufficiale, il danneggiamento ecc. (per un analisi approfondita vi rimando all’articolo della tessera linkato sopra). In sostanza se io a 17 anni spacco un vetro del liceo con un mattone a 35 anni non potrò andare allo stadio, se insulto mia moglie al processo di divorzio non vedrò mai più uno stadio mentre se commetto reati quali l’omicidio, il terrorismo, la strage, l’associazione mafiosa, la corruzione, la concussione una volta scontata la pena nessuno mi vieta nulla. Senza contare che ESSERE DESTINATARIO di DASPO non fa riferimenti a processi, errori possibili, assoluzioni e quant’altro. Dice solo essere destinatario.

Piccola nota simpatica: la norma si applica a chiunque: calciatori, giornalisti, presidenti e al nostro caro ministro pregiudicato per un reato da stadio e gran tifoso del milan. Sempre che anche per loro non si applichi la legge diversamente come nel caso dei DASPO (vedi il caso Moggi).

E se il ministro ha opinioni differenti da Maroni o comunque intende andare avanti sullo schema del predecessore (magari perché è uno dei tanti che si vendevano al ministro per un avanzamento di carriera distruggendo i nostri diritti) ?

Supponiamo che il nuovo ministro sia scelto tra soggetti che di problematiche calcistiche ne sono esperti, come i prefetti.

Anche in questo caso l’inghippo giuridico non si risolve. Va applicato l’art. 9 e non il parere del ministro in carica il quale potrà inventarsi qualsiasi cosa per interpretare suddetto articolo senza che serva uno scienziato per capire che dice vaccate. E’ anche possibile che il progetto tessera venga modificato ma tutti noi sappiamo che per renderlo giuridicamente accettabile della tessera del tifoso non rimane che una card obbligatoria senza alcun tipo di scopo della sua venuta ad esistenza (il che per altro rivela che esiste per la storia delle banche e non per altro). La tessera così come vista da Maroni non può esistere, la tessera senza le criticità giuridiche non ha alcun senso pratico.

Inutile ricordare che l’inghippo giuridico è insuperabile senza la volontà di un ministro degli interni: la stessa normativa Raciti voluta da Maroni vieta in modo preciso (è nata per quello): card tipo inglesi, fidelizzazioni varie, accessi differenziati, tessere di fedeltà, fidelizzazione del tifoso nel senso di creare “un gruppo di tifosi fidelizzati” (utilizzo la terminologia dell’osservatorio) e così via. La tessera esiste ma non potrebbe perché vietata per legge ed anche incostituzionale…però esiste è sempre un parere, come il mio.

SOLUZIONE

Alla luce di tutto ciò e di un autunno caldissimo che ci aspetta (spero di no ovviamente) continuo a ritenere che l’unica via possibile sia quella di impedire in prima istanza che le società possano ri-firmare l’accordo a giugno (è possibile che l’osservatorio pieno di uomini del ministro possa muoversi da solo) e in seconda iniziare a vagliare la possibilità di una rescissione dal progetto tessera per il nuovo anno. Informate, non c’è niente di peggio dell’informazione per distruggere i mantra dell’anno a incidenti zero e dell’aumento del 20% di spettatori. Le società di cui siete tifosi devono essere informate per impedire che questo abominio alle nostre passioni continui. Nella speranza che la Roma funga da apripista per tutte le altre il più in fretta possibile…

Post scriptum

Ne approfitto per precisare una cosa. Diverse persone in riferimento all’articolo anti tessera linkato mi hanno definito nei modi più svariati possibili: “capetto ultras in rosik” “ultras diffidato che vuole tornare in trasferta” “teppista” “avvocatucolo con interessi personali” e simili. Preciso che non sono avvocato, non ho e non ho mai avuto alcuna pendenza penale ne sono mai stato sottoposto ad alcuna misura tipo il DASPO e non ho mai fatto parte di alcun gruppo organizzato e/o club.

Capisco che davanti all’evidenza giuridica e dei fatti reali qualche persona possa prendersela a male, ma dovete avere la forza di ammettere il vostro sbaglio e redimervi disdicendo la tessera. Non potete continuare a insultare soltanto perché non siete più in grado di vedervi allo specchio perché in fondo vi fate schifo da soli ben consci di aver svenduto la vostra libertà per 22 fessi che tirano calci ad un pallone….

NO ALLA TESSERA

(LaPadovaBene)

Per Corederoma
Paolo Nasuto