sabato, Settembre 28, 2024 Anno XXI


I primi a prenderci in giro sono gli avversari, che gonfi della vittoria non lesinano complimenti alla squadra e all’allenatore nonché al fantomatico progetto rivoluzionario.

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Segue l’allenatore che in conferenza stampa dichiara che Juan non ce la fa e poi è titolare, dichiara che si va ad Udine per imporre il gioco e attaccare e poi tiene i terzini bloccati che con De Rossi fanno una bella difesa a cinque. Non scordiamoci del Totti giocatore come gli altri, poi diventa diverso da tutti. Delle punte larghissime poi diventate strettissime.

Ci prende per culo Baldini che parla di cultura, revoluccion, e poi non si presenta mai ai microfoni quando ce n’è bisogno. Il toscano gioca con la nostra fede rilasciando interviste per tastare gli umori della piazza, come se fossimo prototipi da misurare.

Sabbatini il rattoppatore prova a coprire i buchi di una società per ora senza capo ne coda. A volte ci riesce ma a volte butta benzina sul fuoco. Non è il suo ruolo eppure sta li perché nessuno si fa vedere.

In un campionato dove primeggia la cattiveria agonistica, la voglia feroce di portare a casa il risultato a tutti i costi non c’è molto spazio per i nostri giocatori, si molto tecnici ma anche molto femmine.

Con una formazione mai uguale alla precedente, con un ritmo spesso lento e compassato, con una ragnatela di passaggi che non produce fino ai lanci della disperazione. Tutto una brodaglia mal mescolata che a più di tre mesi dallo start continua a non convincere minimamente.

Sono giovani cresceranno questo è il ritornello. Giovane è anche il tecnico e la sua gang. Tutto bello, tutto fantastico. Ma in giro ci sono allenatori che seppur al comando con i giovani fanno sfraceli a livello di gioco. E da subito non dopo un anno.

Avere pazienza non significa non poter giudicare. Avere pazienza non significa non poter criticare. Avere pazienza non significa essere a tutti costi ottimisti. Avere pazienza non significa dover giustificare sempre giocatori incapaci di mettere paura agli avversari.

Avere timore dell’Udinese, per carità splendida realtà, significa declassarsi senza motivo. E allora ancora oggi che è quasi Natale ci chiediamo: ma l’idea, tanto cara a Baldini, quel’è?

petra@corederoma.it