venerdì, Settembre 27, 2024 Anno XXI


Quelli che hanno studiato li chiamano terzisti, sono coloro i quali vivono a proprio agio in perenne equilibrio sul ponte tibetano delle opinioni con la conseguenza di avere sempre ragione.

Due belle prove della Roma, entrambi segnate da episodi che si elidono, in cui la fortuna ci è stata a volte favorevole e a volte contraria, e il popolo depresso dello Scucchione asturiano ha liberato i cani per stanare l’improvvido nemico che si annida tra le mura di casa.

Ma non è così, non è mai stato così. Chi ha criticato società e tecnico nel tempo delle sveglie infinite, pur avendo aperto il credito in tempi non sospetti a Riscone di Brunico, oggi ha molta più ragione dei talebani dalla coerenza adamantina che hanno difeso l’indifendibile quando venivamo sbeffeggiati in ogni dove con la definizione di “Campioni mondiali della pomiciata”.

Se infatti osserviamo la Roma per quello che è oggi la troviamo assai più vicina al modello invocato dai reprobi che a quello inspirato dagli scopanovisti. Giocatori nei ruoli deputati e innesti di nuovi campioni nell’intelaiatura collaudata di una squadra che già l’anno scorso non era propriamente una squadra di pipponi, hanno dato un equilibrio e ruotato di novanta gradi l’asse del gioco giallorosso.

Questo consente a tutti i romanisti, senza eccezione alcuna, di poter gioire per una situazione che da molto tempo non andava in replica e cioè quella di una squadra che è cosciente di poter dare il suo in ogni situazione e in qualsiasi campo.

Mantenendo il focus sugli aspetti sportivi evitiamo di commentare il riassetto societario e le voci che vedrebbero i tycoons americani in chiave di traghettatori verso una nuova proprietà italiana. Godiamoci questa botta di vita prenatalizia sperando che l’attesa scorpacciata di tortellini non si trasformi in indigestione.

Ad maiora