venerdì, Settembre 27, 2024 Anno XXI


Bisognerebbe essere prudenti nel licenziare gli anni. Non è detto infatti che quelli che vengono dopo poi siano molto meglio di quelli che c’erano prima. Certo non li si può mandare indietro, ma attenderli il nuovo con un minimo di circospezionee di prudenza, quello si. Va fatto.

Dubitiamo che rimpiangeremo il 2011, ne ha fatte troppe e di tutti i colori portandosi via tanta gente innocente coinvolta in disastri naturali più o meno prevedibili. Si ha la sensazione che siano finiti i tempi in cui l’attesa di un anno nuovo ci regalava per default un piccolo o grande progresso. L’anno nuovo ci regala un default e basta, mentre il Tempo si è messo a giocare a traversone convicendoci sempre più che lasciare è senza dubbio meglio che prendere.

Poi, tra gli anni, che lo si voglia o no si costruiscono meccanismi di continuità che ci rendono meno amare le sorprese e ci facilitano nel disincanto. Per esempio nulla è cambiato nelle tasse: sono sempre più alte e sono sempre gli stessi a pagarle. Ci hanno spiegato che il motivo dei nostri guai è che per troppi anni abbiamo vissuto sopra alle nostre possibilità. Non so voi, ma noi de buffi in giro non li abbiamo lasciati, appartenendo più al gruppo dei cojoni di borgata che a quello dei furbetti del quartierino.

Quindi tutto sto benessere non è che l’avemo visto. Se quel qualcuno che s’è imbertato i soldi nostri nel frattempo ce li riportasse indietro, noi sentitamente ringrazieremmo. Scudare e sputare hanno una sola lettera di differenza. Et voilà, la sciarada civica.

In compenso c’è sempre meno lavoro e il conflitto generazionale è patente. Solo che lo scambio non avviene agli stessi prezzi e condizioni. Un lavoro, spesso di merda, ma a tempo indeterminato, viene scambiato con un lavoro sicuramente di merda ma precario.

Infine c’è un cosa che è certa come una cartella di Equitalia (si fa per dire) e ciò che se c’è qualcuno che si vende delle partite e c’è qualcuno che ci scommette sopra lucrando, di mezzo c’è di sicuro almeno un laziale e la Lazio. Questa si che è coerenza storica, altro che il 150° della Repubblica.

Questo lungo sproloquio per dire che non dovremmo aspettarci molto. Ma è meglio che parliamo di Roma.

Il 2011 è stato una sorta di Anno Zero. Abbiamo accompagnato il cambio di proprietà, sorreggendolo con la speranza ch ci portasse finalmente una quantità di soldi tale da poter andare immediatamente a sfidare sotto il naso il potere del Nord. La triade Juve, Milan, Inter che tra soldi è aiutini la fa da sempre da padrone nel nostro campionato con qualche rara eccezione nei buchi di potere. Ci siamo accorti ben presto che così non è. Siamo passati da una proprietà tanto discussa quanto autenticamente romanista, al mare magno del business internazionale con una proprietà che si è andata definendo solo alla fine dell’anno che vuole fare business con la Roma. Gli scopanovisti hanno ben presto sposato il ragionamento che si sarebbe dovuto fare una squadra grande per vendere il marchio in tutto il mondo. I realisti vedono un futuro all’Udinese con una politica di lancio di giovani di belle speranze e di vendite di alleggerimento del pesante monte ingaggi.

La cosa più sorprendente è che questa linea è passata. Chi fino a ieri reclamava a gran voce il mancato salto di qualità per passare da secondi a primi, oggi, più mestamente, si accontenta di un progetto dai contorni indefiniti e di una squadra che si è rimessa in carreggiata da un mesetto dopo una partenza  con qualche luce e molte ombre. La luce sicuramente può essere ravvisata in un segnale forte e inequivocabile di rinnovamento. E’ stata innestata nuova linfa con acquisti mirati di gente giovane e motivata, alla ricerca di una platea internazionale o di un rilancio in grande stile nella carriera. I lati d’ombra sono stati quelli di una ricerca fantasiosa e utopica di spazzare via tutto l’esistente per rimpiazzarlo con un nuovo ancora non in grado di camminare con le gambe sue.

Testimonianza il tentativo maldestro di spazzare via il Capitano e la vicenda di De Rossi che, maturata fino alla marcescenza, sta spostando l’attenzione del pubblico verso una malcelata antipatia verso il giocatore che sarebbe “non abbastanza romanista” da tagliarsi l’ingaggio di qualche milione di euro. Non sarebbe quindi la società non in grado di tenersi giocatori di livello mondiale, ma i giocatori a non essere sufficientemente legati alla causa. Noi a Daniele auguriamo il miglior futuro possibile e visto che, lontano da Roma, le finali le hanno giocate sia i Cerezo che gli Alenichev o, udite udite gli Arthur, speriamo che ci sia qualcuno che arrivandoci si ricordi dei tifosi della Roma.

Delle mosse della società ne ha risentito pesantemente anche il coach nuovo di pacca, quel Luis Enrique che giunto senza alcun curriculum, ha cercato di crearsene a tutti i costi uno da Settimana Enigmistica. Per alcuni è stato a lungo “uno scemo” e per altri un oggetto di culto, duro e puro come allume di rocca.

Probabilmente l’uomo non è ne l’uno ne l’altro e quando si è affidato alla vecchia guardia si è cominciato un pochino a fare giorno. Le due fazioni, po o contro il mister, hanno spostato l’attenzione verso conti sospesi con la vecchia gestione e con atteggiamenti fideistici degli del miglior Tafazzi. Vedremo da qui alla fine cosa succederà, nel frattempo il buon Pallotta, novello Alvaro Marchini, ha scoperto che la in fin dei conti dare dei giocatori alla Juve ti fa fa bella figura. Nessuno gli ha speigato che non siamo l’Albinoleffe, ma alla Befana sarà tra di noi e speriamo che se ne renda conto.

Esaurita la parentesi della AS Roma vale la pena di ragionare un po’ anche sullo stato di salute di CdR che, perso una posizione stabile all’interno dello stadio, ha continuato a crescere e moltiplicarsi con l’innesto di nuova linfa e di nuovi preziosissimi supporti.

Facciamo riferimento a tutti quelli che ci hanno dato un cambio nella staffetta di CoredeRoma per darci il tempo di tirare il fiato e ricrearci un poco anche nelle idee. Oltre al gruppo “storico” in cui si distinguono sempre per abnegazione e sacrificio Pasquino, Lucky Luke e Romatto, Emanuele e Danilo e Massimo per il lavoro allo stadio, Paolo Nasuto per Controinformazione, Ciro Pisani per la Settimana CdR, l’immaginifico Studio Bertea per le meravigliose foto, Mandrake per le Mandrakate, Moira per la rubrica “Ci è piaciato”, Davide per i magnifici video, il Dandi per le copertine che vantano il più alto numero di furti e imitazioni, Francesca per l’aggiornamento delle pagine Facebook, gli storici come Fila Alta e Fila Bassa, Paolo e Danilo, nonché Petra che è il nostro abituale affezionato cronacaro.

A tutti loro un sentito ringraziamento e con tutti loro la promessa che “je daremo più forte che prima”. Tifando al Roma come prima e più di prima.

Ad maiora